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Il testamento biologico nel diritto italiano e comparato

Il testamento biologico è una dichiarazione fatta da una persona, nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali (eventualmente davanti a testimoni e/o un notaio), in cui si specificano le condizioni entro cui essa dovrà essere trattata, nel caso in cui si trovasse impossibilitata a decidere in merito alla propria salute, per il sopraggiungere di uno stato di incapacità dovuto a malattia, infermità, vecchiaia o altro.
Un tale documento dà voce alle preoccupazioni che si manifestano nei paesi interessati da una forte evoluzione della medicina e della tecnologia. Le scoperte in campo medico scientifico degli ultimi decenni, infatti, hanno reso possibile un miglioramento della qualità della vita e un incremento della durata stessa della vita. Di fronte alle nuove possibilità di intervento sulla vita (procreazione assistita, trapianto di organi, clonazione, tecniche di alimentazione artificiale ecc.) si avverte la necessità di stabilire delle regole di condotta, anche di tipo giuridico e non solo morali, etiche, religiose.
Partendo da questi presupposti, nel primo capitolo si traccerà una breve storia della bioetica. Si procederà ad un’analisi dei paesi, europei e nordamericani, che hanno dato validità giuridica al testamento biologico (e la categoria delle direttive anticipate, che lo comprende). Si analizzeranno tanto le leggi in vigore, quanto alcune pronunce giurisprudenziali rilevanti .
L’analisi si estenderà anche a quei paesi che stentano ad accogliere tale istituto (sia per motivi giuridici che socio-culturali), e a quelli che hanno dimostrato negli ultimi anni un concreto interesse verso questi temi (parr. 1.2. e 1.3.).
Nel paragrafo 1.4. si analizzerà il “consenso informato” quale condizione necessaria per la liceità dell’intervento medico, affinché la “relazionalità asimmetrica” tra medico e paziente si trasformi in una “alleanza terapeutica”. Si definiranno poi i requisiti del consenso informato e le sue distorsioni, come l’eccessiva burocratizzazione dell’atto medico.
Nel paragrafo 1.5. si metterà in luce la differenza che esiste tra il diritto al rifiuto delle cure e l’eutanasia. I due concetti, infatti, spesso generano confusione.
Trattandosi di una tesi in Diritto Privato Comparato, si metteranno a confronto ordinamenti giuridici diversi, sia di common law che di civil law. In particolare nel secondo capitolo si analizzerà la situazione negli Stati Uniti. Qui prima che altrove, sono sorti quesiti di bioetica relativi alla fine della vita, e a questi quesiti sono state date risposte giuridiche. Si esamineranno i leading case, cioè i casi fondamentali della giurisprudenza americana e lo sviluppo della legislazione.
Il terzo capitolo è dedicato alla situazione in Italia. Qui il dibattito sulla bioetica e sulle direttive anticipate è iniziato negli anni ’80. Vedremo la divisione esistente a livello politico, giurisprudenziale e dottrinario, tra chi vede nel riconoscimento giuridico delle direttive anticipate una riaffermazione di principi fondamentali quali l’autodeterminazione, la dignità, l’informazione, e chi, al contrario, pone ostacoli di ogni genere all’accoglimento di simili documenti.
Saranno analizzati alcuni casi famosi in tema di rifiuto delle cure, che hanno avuto esiti diversi fra loro (par. 3.4.).
Seguirà un commento ad alcune delle numerose proposte di legge che, a partire dal 1984, hanno cercato di legalizzare testamento biologico e direttive anticipate (par. 3.5.).
Il quarto e ultimo capitolo è dedicato alle interviste. Ho preparato le domande cercando di considerare sia le parti più strettamente tecniche, riguardo al testamento biologico, che le questioni etico-filosofiche ad esso inerenti. Ho intervistato, telefonicamente o tramite e-mail, personaggi che si sono occupati dell’argomento. Si tratta di esponenti del mondo politico, accademico, religioso, medico, ecc. Lo scopo è quello di offrire una panoramica il più pluralista possibile.

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7 Introduzione Il testamento biologico è una dichiarazione fatta da una persona, nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali (eventualmente davanti a testimoni e/o un notaio), in cui si specificano le condizioni entro cui essa dovrà essere trattata, nel caso in cui si trovasse impossibilitata a decidere in merito alla propria salute, per il sopraggiungere di uno stato di incapacità dovuto a malattia, infermità, vecchiaia o altro. Un tale documento dà voce alle preoccupazioni che si manifestano nei paesi interessati da una forte evoluzione della medicina e della tecnologia. Le scoperte in campo medico scientifico degli ultimi decenni, infatti, hanno reso possibile un miglioramento della qualità della vita e un incremento della durata stessa della vita. Di fronte alle nuove possibilità di intervento sulla vita (procreazione assistita, trapianto di organi, clonazione, tecniche di alimentazione artificiale ecc.) si avverte la necessità di stabilire delle regole di condotta, anche di tipo giuridico e non solo morali, etiche, religiose. Partendo da questi presupposti, nel primo capitolo si traccerà una breve storia della bioetica, una scienza giovane (è nata infatti negli anni ’60) che si propone di studiare i problemi inerenti la tutela della vita, applicando principi di etica. Dagli Stati Uniti, dove ha origine, si diffonde

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Parole chiave

autodeterminazione
bioetica
consenso informato
direttive anticipate
eutanasia
living will
morte
qualità della vita
rifiuto delle cure
testamenti biologici
testamento biologico
testamento morte

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