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Il governo meritocratico delle risorse umane nella pubblica amministrazione: valutazione e premi alla luce del d.lgs. n. 150/2009

L'elaborato oggetto della mia tesi di laurea specialistica verte sulle novità introdotte dalla riforma Brunetta del pubblico impiego ( d.lgs. n. 150/2009). Esso analizza in particolar modo le disposizioni contenute nel titolo II e nel titolo III del decreto relative alla Misurazione e Valutazione della performance e ai meccanismi premiali introdotti per remunerare i lavoratori meritevoli. Tuttavia non vengono trascurati altri fondamentali aspetti di riforma quali quelli relativi ai nuovi compiti delle dirigenza pubblica e le problematiche connesse alla contrattazione collettiva che esce dalla riforma fortemente ridimensionata nei suoi poteri. Il decreto infatti opera quella che è stata definita una ripubblicizzazione o rilegificazione ovvero definisce con comandi di legge aspetti che precedentemente erano lasciati all'autonomia della contrattazione e della dirigenza. In particolar modo, il decreto regola certosinamente gli aspetti relativi alla misurazione e alla valutazione della performance nel tentativo di raggiungere più elevati livelli di efficienza, di efficacia e di economicità, fattori che nel pubblico impiego sono generalmente carenti. E, altrettanto pedissequamente vengono regolati i premi introdotti per remunerare le performance migliori che costituiscono la assoluta novità introdotta dal decreto. Oltre la parte meramente descrittiva, l'elaborato cerca di mettere in luce criticamente anche gli aspetti problematici relativi al processo di implementazione della riforma che è stata presentata quale rimedio taumaturgico per tutti i mali della pubblica amministrazione ma, che allo stato dei fatti, pochi risultati ha prodotto. Infatti con l'approvazione della manovra Tremonti del Maggio 2010 la contrattazione collettiva è stata bloccata per un triennio e, conseguentemente buona parte delle disposizione del Decreto Brunetta che avrebbero dovuto essere oggetto di un preliminare accordo con i sindacati, non possono entrare in vigore.

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4 Introduzione Il decreto legislativo n.150 del 27 Ottobre 2009 con il quale il IV Governo Berlusconi ha dato attuazione alla legge delega n.15 del 4 Marzo 2009 finalizzata all’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e alla efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni, è l’ultimo in ordine di tempo tra gli interventi legislativi che a partire dall’inizio degli anni ’90 si sono succeduti in materia di pubblico impiego. Tale decreto, altresì noto come decreto Brunetta, dal nome del Ministro della Pubblica Amministrazione e dell’Innovazione, che lo ha fortemente voluto e altrettanto caparbiamente sostenuto, è stato proposto all’opinione pubblica alla stregua di un rimedio taumaturgico da applicare come cura per tutti i mali della pubblica amministrazione. I promotori del progetto legislativo hanno, infatti, presentato la riforma con toni propagandistici, parlando di rivoluzione copernicana al servizio dei cittadini. Non eccezionalmente, l’annuncio delle misure ha avuto un forte riscontro presso i mass media e l’opinione pubblica, alimentando un’interessante riflessione collettiva che ha visto come protagonisti esponenti del mondo politico, delle associazioni sindacali e della società civile. Dal dibattito e dalle indagini demoscopiche che sono state condotte parallelamente è emerso un generale apprezzamento da parte dei cittadini nei confronti del progetto di riforma. Tale consenso, in realtà, non ha del sorprendente: le disfunzioni e lo scarso rendimento delle pubbliche amministrazioni contrastano così palesemente con i “privilegi” di cui godono i dipendenti pubblici

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Parole chiave

brunetta
contrattazione collettiva
ripubblicizzazione
efficienzae
meritocraziae
fattori motivazionali
fannulloni
stili gestionali
economicità
efficacia
risorse umane
verifiche
performance
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valutazione

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