Gli ideali repubblicani nel colonialismo del XIX secolo interpretati da Giovanni Bovio
Nella scelta di voler prendere in considerazione, in questo mio lavoro, un fenomeno storico così vasto, quale è stato quello del colonialismo italiano degli ultimi decenni del secolo XIX, ma soprattutto le interpretazioni che da esso scaturirono sotto il profilo storico-politico, non si cela, né l’intento, né la pretesa, di voler sviluppare un’ulteriore analisi intorno all’argomento; a tal proposito, infatti, numerosissimi sono i contributi che la storiografia ci ha lasciato nel corso degli anni. In realtà, ho voluto semplicemente ripercorrere le tappe fondamentali dello stesso processo storico e soffermarmi su alcuni particolari aspetti ad esso collegati, studiandoli ed interpretandoli attraverso gli occhi di un personaggio che in me ha suscitato un particolare interesse. Si tratta di Giovanni Bovio, che, pur essendo stato uno dei più rispettabili idoli della politica italiana di fine secolo, è innegabile come, dopo la notorietà che lo accompagnò per tutta la vita, dopo la morte, la sua fama andò gradualmente spegnendosi e il nome del leader repubblicano cominciò ad essere pressoché ignorato. E’ comunque bastato un rapido sfoglio alla stampa periodica di fine Ottocento per rendermi conto della posizione di indiscutibile prestigio raggiunta dal deputato repubblicano, anche se non corrisposta sotto il profilo storiografico e bibliografico. Probabilmente, un motivo non trascurabile che può spiegare l’oblio che ha avvolto questo personaggio dopo il fervore degli studi nei primi anni del ‘900, può essere attribuito al fatto che la pubblicazione delle sue opere, è stata talvolta affidata ad oscuri editori. Tale scarsità d’informazioni, ha reso inevitabilmente più difficile il mio lavoro di ricerca e di elaborazione, improntato sul tentativo di delineare un profilo politico e culturale quanto più esaustivo possibile del poliedrico personaggio, in maniera tale da coglierne e comprenderne le linee essenziali del pensiero filosofico e il significato delle sue scelte operative in campo politico. Nel tentativo quindi di sottrarre il Bovio ad un silenzio ingiustificato dopo la sua morte, ed alle troppe classificazioni affrettate e riduttive che spesso ne hanno soffocato la personalità, ho cercato di evidenziare l’influenza che le sue idee ebbero nel contesto storico-politico dell’epoca. Nonostante ciò, negli anni, non sono mancate le occasioni in cui la sua personalità, è stata alterata ed interpretata in modo riduttivo, arrivando a definirlo semplicemente come “il trombone filosofico della democrazia repubblicana”1, quasi a voler sminuire l’impatto che le sue idee ebbero sulle vicende storiche e politiche degli anni in cui visse. Nelle pagine che seguono cercherò quindi di tracciare un quadro quanto più completo e chiaro sulla figura composita e l’opera del politico repubblicano. Nella parte iniziale della trattazione, ripercorrerò brevemente le tappe fondamentali della sua vita, soffermandomi in particolar modo su quelle che hanno segnato la sua formazione e crescita filosofica e politica, che troveranno riflesso nelle sue maggiori opere. L’orientamento politico che sin dall’inizio sembrò rispecchiare più fedelmente i suoi ideali, fu quello repubblicano, tant’è che prezioso sarà il suo contributo alla fondazione ed affermazione del partito stesso. La fase successiva del lavoro si concentrerà invece sulla descrizione degli eventi storici che fecero da sfondo all’operato politico di Bovio, ovvero gli anni della prima fase di espansione coloniale italiana in Africa, segnati dalle celebri sconfitte subite dal nostro Paese a Dogali ed Adua, che evidenzieranno lacune ed errori nelle scelte della classe politica italiana. Nell’ambito di questi eventi, l’on. Bovio assunse una posizione politica ben definita, che verrà a confrontarsi con diversi esponenti politici ed intellettuali, all’interno del più vasto e teso dibattito che vide contrapporsi, in particolar modo, repubblicani e socialisti. Nel clima di inquietudine che si era venuto a creare intorno a questi eventi, emerge chiaramente l’influenza dell’intensa e costante milizia civile che lo videro protagonista di diversi dibattiti con esponenti intellettuali e politici del suo tempo. La parte finale della mia produzione si incentra proprio su uno di questi dibattiti, che assunse le forme di una polemica e che lo videro contrapporsi con l’altro intellettuale repubblicano, Arcangelo Ghisleri. Dal loro confronto ne scaturì un’accesa querelle sul tema delle “razze umane” e della “questione coloniale”; argomenti che in quegli anni animavano vivacemente la condotta politica, sociale e culturale del nostro Paese. Le ragioni ed i punti di vista emersi dalle interpretazioni dei rispettivi protagonisti della polemica, hanno costituito il motivo e la scelta di focalizzare la mia attenzione su di esse, in quanto evidenziano la loro corrispondenza con tematiche che, tutt’oggi, sono di straordinaria attualità.
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Informazioni tesi
Autore: | Gianluca Iannattone |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze della politica |
Relatore: | Maria Cristina Laurenti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 132 |
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