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La disciplina della zona a traffico limitato: interessi coinvolti, controlli, strumenti di tutela

I centri storici, sorti in epoche antiche, non sono più in grado di sopportare il crescente traffico la cui congestione aggrava le conseguenze negative in termini di degrado dell’ambiente, pregiudizio della salute pubblica, danni al patrimonio storico e artistico, oneri per il commercio e l’economia in genere. Le soluzioni sono da ricercare, nell’immediato, in una limitazione del traffico mediante l’instaurazione di Zone a Traffico Limitato, Zone Pedonali, tariffe per l’accesso al centro urbano e per la sosta.

La Comunità Europea, che ha ampliato i suoi obiettivi al di là di quelli originariamente solo economici, ha conseguentemente riconosciuto la libertà di circolazione quale diritto civile spettante ad ogni cittadino e non solo al lavoratore. Il suo contributo è stato finora diretto alla lotta all’inquinamento atmosferico con l’emanazione di numerose direttive in materia di agenti inquinanti. Utile è stata anche l’azione di studio dei problemi e di ricerca delle soluzioni. Nel libro verde sulla mobilità urbana viene indicato come necessario un cambio di mentalità che dovrebbe portare all’abbandono dei mezzi a motore privati a favore di quelli pubblici e dei percorsi pedonali e ciclabili, previo miglioramento ed adeguamento delle strutture esistenti.

La Costituzione, all’art. 16, nel tutelare la libertà di circolazione, ne circoscrive le limitazioni ai motivi di sanità e di sicurezza, fissando anche una riserva di legge. Altre restrizioni rivengono dal bilanciamento, secondo criteri di ragionevolezza, di altri interessi costituzionalmente garantiti, come quello primario della tutela del paesaggio e dei centri storici. Ulteriori vincoli riguardano i mezzi, le vie di comunicazione e le altre strutture che rendono effettivo l’esercizio del diritto. In ogni caso non sono ammissibili misure che privilegino immotivatamente determinate categorie o singole persone a discapito di altre.

In applicazione dei citati principi costituzionali il codice della strada consente, tra l’altro, l’istituzione di zone a traffico limitato (ZTL) e ne stabilisce la normativa. L’utilizzo di mezzi di ripresa automatici per il controllo delle infrazioni è disciplinato, oltre che dalle norme sulla riservatezza personale, da apposito regolamento che prevede l’intervento autorizzativo del Ministero dei Trasporti. In tal modo viene garantita all’utente una maggiore tutela giustificata dalle caratteristiche delle procedure particolarmente invasive della riservatezza del cittadino ed onerose per le numerose sanzioni che vengono comminate.

Anche per questi motivi gli strumenti di tutela ordinari, consistenti in ricorsi di tipo amministrativo e giurisdizionale, prevedono delle semplificazioni in termini procedurali ed economici. Sull’argomento varie sono le problematiche che di fatto si riscontrano nella realtà come l’applicabilità dei principi del cumulo giuridico e della continuazione, la regolarità della notificazione della violazione e, in sede giurisdizionale, la riunione di più giudizi e le eccezioni opponibili.

La zona a traffico limitato istituita a Macerata e l’utilizzo delle telecamere a presidio degli accessi hanno finalità di decongestione del traffico nel centro cittadino, rispetto dell’ambiente e soddisfazione delle esigenze dei residenti che a volte non appaiono pienamente dimostrate. La segnaletica, che non è risultata conforme al codice della strada, potrebbe aver indotto in errore gli automobilisti; le modalità di adempimento delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione ministeriale sono state contestate per quanto concerne il presidio dei varchi nel periodo di preesercizio e le procedure adottate verso i diversamente abili; anche l’applicazione delle disposizioni in materia di privacy ha evidenziato carenze tali da indurre il Garante per la protezione dei dati personali ad avviare un procedimento sanzionatorio per violazione delle norme sulla informativa resa all’utente.

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