Giovani e bullismo
Un fenomeno oggi molto diffuso, fra adolescenti e non, è quello del bullismo, di cui abbiamo esperienza, diretta ed indiretta, un po’ tutti. Tuttavia, esso passa spesso inosservato e pochi studiosi si sono soffermati ad analizzarlo.
Il bullismo può svilupparsi in tutti quei luoghi dove i ragazzi si ritrovano abitualmente. La scuola è sicuramente il luogo più importante, ma non vanno trascurati neanche altri luoghi come ad esempio strade, cortili, pullman e centri di incontro giovanile, come gli oratori.
A tal proposito faccio presente che io frequento abitualmente un oratorio nel quale presto servizio di volontariato. Negli oratori, che spesso raccolgono i ragazzi abituati a vivere in mezzo alla strada, il fenomeno è abbastanza diffuso, soprattutto se parliamo di oratori inseriti in quartieri periferici o poveri. Questo è il contesto nel quale io stessa sono cresciuta e nel quale quindi ho avuto esperienza (e ancora oggi ne ho) del fenomeno del bullismo.
Riuscire a mettersi nei panni di un ragazzo che manifesta atteggiamenti di prevaricazione, capire quali sono le motivazioni che lo portano a comportarsi in un certo modo, è una cosa molto complessa. Oggi, sono sempre poche le persone, gli educatori che realmente provano a fare ciò.
I mezzi di comunicazione di massa dedicano molto spazio ad episodi di bullismo. Da uno studio, condotto da Roberto Nardello, nelle scuole elementari, è scaturito che più del 70% degli alunni subiscono periodicamente atti di bullismo (questo avviene nelle scuole superiori come in quelle elementari).
Si parla di bullismo sia maschile che femminile, diretto (insulti, minacce, percosse) ed indiretto (dicerie che mettono in cattiva luce qualcuno).
La scuola favorisce molto il fenomeno del bullismo, anche perché non tutti gli ambienti presenti al suo interno vengono sorvegliati adeguatamente, e alcuni luoghi non vengono sorvegliati affatto. Ma in genere tutti i luoghi aperti favoriscono l’attività dei bulli, persino i mezzi di trasporto.
Io stessa, purtroppo, sono ripetutamente circondata da episodi di bullismo, e spesso non so come reagire. Sicuramente rispondo a questi atteggiamenti nella maniera sbagliata (Olweus), e così, probabilmente, fanno molti altri ragazzi e ragazze come me e più piccoli di me.
Per poter agire nella maniera più consona, occorrerebbe una migliore conoscenza del fenomeno. E in quanto animatrice e spero, futura sociologa, mi piacerebbe saper affrontare questi casi nel modo più adeguato e poter un giorno offrire un supporto a chi ne ha bisogno.
Il lavoro inizia con un’introduzione al fenomeno del bullismo dopo di che si articolerà in 6 parti:
1. l’adolescenza
2. alcune ricerche
3. vittime e bulli
4. visione dei Mass Media
5. cosa si sta facendo. Alcune iniziative
6. parlano loro
Tante possono essere, secondo gli studiosi le motivazioni che portano i ragazzi ad agire in un determinato modo. Ma il bullismo si può evitare? Esiste un modo per poter portare questi ragazzi–bulli ad assumere un atteggiamento diverso? E’ possibile far sì che la società del domani cambi in questo senso?
E’ proprio questo il motivo che mi induce a occuparmi di questo argomento analizzare questo fenomeno, del quale ogni giorno ho esperienza anche da vicino; trovare le motivazioni che stanno alla base; capire come poter aiutare chi lo subisce e chi ne è la causa; sapere come poterlo combattere e come garantire a quelli che saranno gli adolescenti del futuro una prospettiva migliore.
La ricerca che io farò sarà di tipo qualitativo. Per comprendere il mondo dei bulli è necessario entrarvi e ascoltare le voci di coloro che lo abitano. Gli strumenti da me utilizzati, quindi saranno interviste non strutturate dove i soggetti intervistati saranno liberi di dire la loro su questo argomento.
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Informazioni tesi
Autore: | Vanessa Garofalo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Sociologia |
Relatore: | Rosalba Perrotta |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 60 |
FAQ
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