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Geografia della tassazione in Italia: l'IRPEF

In questo lavoro ci si concentra su quello che costituisce uno degli elementi maggiormente caratterizzanti il prelievo tributario, l’imposta come meccanismo di correzione della suddivisione delle risorse risultante dall’operare del sistema di mercato e se ciò crea equità distributiva e benessere, vale a dire eguaglianza (o del suo opposto, la diseguaglianza). In quest’approccio, il compito principale dello scienziato politico è quello di verificare in quale direzione e in quale misura l’azione pubblica garantisce una ripartizione delle risorse (e in particolare, il reddito) differente da quella prodotta dall’operare dei mercati. Nel presente lavoro si approfondisce il discorso sull’evoluzione dell’imposizione tributaria partendo dalla legge finanziara 2003, alle modifiche del dicembre 2004 (legge finanziaria 2005) e del 2007 (legge finanziara 2007), facendo una panoramica sulle varie tipologie di imposte (dirette e indirette) che colpiscono i cittadini italiani a livello nazionale, regionale e comunale, confrontando il nostro sistema impositivo con i sistemi impositivi dei paesi membri dell’Unione Europea al fine di capire come si è giunti al quadro attuale.

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Introduzione Nelle società moderne le risorse finanziarie mobilitate dal sistema fiscale per finanziare la spesa pubblica sono di proporzioni notevoli. Nel 2012, in Italia, il livello di pressione tributaria si è attestato intorno al 47% del Prodotto interno lordo (PIL). Pertanto, l’influenza di tale processo sulla distribuzione del potere di acquisto, del benessere dei cittadini e sull’efficienza delle scelte economiche è, senza dubbio, rilevante e va valutata con attenzione. L’interrogativo principale ha da sempre riguardato la struttura ottimale dei sistemi fiscali e su quali potessero essere gli strumenti più appropriati per realizzare obbiettivi di equità e di efficienza. Nel corso del tempo, la risposta al quesito è sempre stata diversa ed è stata influenzata dalle trasformazioni nella distribuzione del reddito tra gli attori della società e dai cambiamenti degli assetti produttivi. Nella fase storica attuale l’eccessiva onerosità del prelievo fiscale è vissuta con particolare insofferenza: la sensazione che siano sempre più una minoranza quelli che si accollano i costi di un sistema che tra evasione, sprechi, corruzione, fa ritornare sulla collettività solo una misera parte delle risorse che sottrae, e l’aver a che fare con un sistema che lascia spazio a “furbizia ed astuzia” e che permette a chi non paga di aver gli stessi vantaggi di chi paga, costituisce l’altro elemento di iniquità che il cittadino avverte nel suo rapporto con il fisco, i sistemi sono accusati di essere complessi, vessatori, intrusivi della libertà economica ed iniqui. Nel nostro Paese, a partire dagli anni ’90, il sistema tributario ha subito diverse modifiche. Negli anni passati gli studi condotti sull’Irpef hanno animato il dibattito in dottrina sui temi della progressività, sulla scelta della base imponibile e della normalizzazione del reddito mentre minore importanza è stata assegnata al tema della tassazione dei redditi familiari. La questione del trattamento fiscale dei nuclei familiari, invece, è emersa nuovamente nell’ambito del dibattito sulla recente riforma del sistema fiscale (legge Finanziaria del 2003), volta ad introdurre importanti modifiche all’imposta personale sul reddito delle persone fisiche, riconoscendo deduzioni per carichi di famiglia. La svolta epocale posta in essere dall’Amministrazione Finanziaria parte dal 2000, sono gli anni in cui nascono il fisco telematico, le compensazioni, le rateazioni. Ispirandosi alla radicale proposta contenuta nella Legge Delega del 21 5

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irpef
pressione fiscale
tassazione in italia
addizionale regionale
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