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Dalla Commissione al Consiglio dei Diritti Umani

Il Consiglio dei diritti umani è stato istituito con la risoluzione 60/251 dell’Assemblea Generale dell’8 maggio 2006. Il nuovo organo deve tener fede alla promessa di mantenere e migliorare tutti i mandati, meccanismi, funzioni e le mansioni della Commissione. Ma sarà nell’ “attitudine di spirito dei suoi membri” la chiave fondamentale di svolta rispetto alle mancanze del precedente organo, come ha affermato l’ex S.G. Kofi Annan. E’ introdotto il meccanismo dell’esame periodico universale che porterebbe alla discussione volontaria da parte di ogni stato sulla situazione dei diritti umani nel proprio territorio. Per evitare delle sovrapposizioni di competenze, con il sistema del corpo dei trattati delle Nazioni Unite già operante, il nuovo meccanismo dovrà certamente recepire le informazioni già esistenti e prodotte laddove esistenti e promuovere contemporaneamente un dialogo che sia costruttivo e regolare con i paesi in esame, secondo l’ottica del “meccanismo cooperativo” sottolineata nella risoluzione 60/251. Sulla revisione delle procedure speciali bisognerà focalizzare l’attenzione sulla razionalizzazione del numero dei mandati, evitando inutili sovrapposizioni, e sul potenziamento delle capacità operative dei titolari di mandato. Durante la fase di elezione dei membri del Consiglio, particolare rilevanza sarà data a coloro che offriranno maggiori garanzie di contributi alla promozione e alla protezione dei diritti umani e gli impegni assunti volontariamente. Un’altra novità consiste nel fatto che l’Assemblea potrà sospendere il diritto a far parte del Consiglio a un membro che commetta evidenti e sistematiche violazioni dei diritti in oggetto. Il Consiglio si riunirà più volte durante l’anno per un minimo di 3 sessioni ordinarie, per una durata complessiva non inferiore a 10 settimane l’anno e sarà in grado inoltre di organizzare sessioni speciali quando necessario. Verrà agevolata la presenza e l’attività delle Organizzazioni non governative, che non subiranno come negli anni recenti, limitazioni del tempo di parola, della libertà d’azione, della possibilità di presentare dei documenti scritti. In particolare quest’ultime dovranno essere al centro dell’azione dell’esame periodico universale.

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5 Introduzione: All’alba del nuovo millennio, nel settembre del 2000, i capi di stato e di governo facenti parte delle Nazioni Unite, s’incontrarono a New York in occasione della “Dichiarazione del Millennio”, per “riaffermare il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, il rispetto dell’uguaglianza dei diritti di tutti, senza distinzione di razza, di sesso, di lingua o di religione per cooperare a livello internazionale al fine di risolvere i problemi internazionali a carattere economico, sociale, culturale e umanitario” 1 . Veniva affermato che la “principale sfida” dei nostri giorni è quella di trasformare la “mondialisation” o globalizzazione, in una forza positiva per l’umanità intera. A questo proposito furono indicati alcuni valori fondamentali che, a partire da quel momento, avrebbero costituito il punto fermo delle relazioni internazionali: la libertà, l’ uguaglianza, la solidarietà, la tolleranza, il rispetto della natura, la divisione delle responsabilità. In particolare nei confronti dei diritti umani venivano confluiti “tutti gli sforzi al fine di preservare la democrazia e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali riconosciute sul piano internazionale, compreso il diritto allo sviluppo” 2 . I pilastri sui quali deve reggersi tale affermazione riposano sull’applicazione completa della Carta e della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, la promozione e la protezione integrale dei diritti civili e politici, economici, sociali e culturali delle persone, sul rafforzamento delle capacità necessarie per applicare i principi e le pratiche della democrazie e del rispetto dei diritti umani, sulla lotta contro la violenza contro le donne, per assicurare il rispetto e la protezione dei diritti fondamentali degli emigranti e delle loro famiglie, sull’adozione in tutti i 1 Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Dichiarazione del Millennio, New York, 13 settembre 2000. 2 Ibid.

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