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Blog e social network - Mediamorfosi dell'identità

Questa tesi nasce con lo scopo di indagare in quali modalità lo spazio virtuale del web favorisca la presentazione del sé, in un non luogo privo di confini territoriali, ma lo stesso carico di contenuti simbolici. Oggetto della mia trattazione sono state due piattaforme virtuali, quella dei Blog e quella di Facebook. I Blog (da web-log, diario online), prima dell’avvento di Facebook, erano ritenuti gli spazi per eccellenza dedicati alla presentazione del sé, mentre Facebook consiste in una piazza virtuale in cui affacciano un numero illimitato di Blog, una piattaforma che però mostra molte differenze rispetto a quella dei Blog sia per quanto riguarda la struttura sia, di conseguenza, per ciò che concerne la presentazione del sé che questa struttura favorisce.
Ho parlato della nascita delle comunità virtuali per presentare poi il tema dell’identità, con l’intento di approfondire la questione della Rete vista come possibile piattaforma della personalità, nella quale l’individuo può sperimentare una vita altra e contribuire al celebre processo filosofico e psicoanalitico del Conosci te stesso.
Nella società post-moderna il problema dell’identità si fa complesso, c’è chi pensa che questa complessità contribuisca a provocare forte angoscia esistenziale che dipende dal senso di potere che un individuo percepisce nei confronti di un mondo esterno poco solido e rassicurante. Per questo si tenta di placare il senso di insicurezza attraverso forme di socialità virtuale, che divengono spesso pratiche routinarie di rassicurazione.
Mi chiedo se, nell’era della riproducibilità digitale, venendo meno l’hic et nunc di cui parlava Walter Benjamin, l’individuo perda o meno la sua aura dal momento che l’identità, per natura, afferisce al motivo del doppio e la dimensione virtuale può favorire un possibile sdoppiamento dell’essere.
La maggior parte dei bloggers utilizza un avatar, una sorta di filtro che permette all’individuo di manifestarsi senza remore: si tratta del paradosso di indossare una maschera al fine di smascherarsi. Su Facebook, invece, gli utenti si presentano con nome e cognome, ibridando la propria identità con un’immagine ideale di sé. Ho portato avanti diversi paragoni per cercare di meglio delineare le differenze tra le due piattaforme: negozio vs supermercato, scena vs retroscena, avatar vs immagine ideale, comunità vs società, reticolarità sociale vs contenuti.
Infine, per verificare le mie osservazioni e ipotesi, ho sottoposto dei questionari a utenti che utilizzano il Blog, che utilizzano Facebook, con domande speciali per chi utilizza entrambi i mezzi.
Entrambe le piattaforme sembrano importanti per una diversa forma di espressione personale, ma pare molto più necessaria la presenza su Facebook, il social network sinonimo di flusso, commenti brevi e veloci, potenzialità reticolari illimitate.
E anche sulle piattaforme dei Blog si registrano cambiamenti: da una parte quelli che smettono di scrivere, dall’altra gli utenti che trasformano i loro post in messaggi brevi, senza tracce di approfondimento e sempre più impersonali, per favorire un numero di click più alto. Velocizzare e facilitare (la complessità odierna) sembrano le parole chiave della nostra epoca della visibilità?

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3Introduzione Questa tesi nasce con lo scopo di indagare in quali modalità lo spazio virtuale del web favorisca o meno la presentazione del sé, per verificare se e come l’identità singola dell’individuo si frammenti, si costruisca e si trasformi, in un nonluogo privo di confini territoriali, ma lo steso carico di contenuti simbolici. Oggetto della mia trattazione sono state in special modo due piattaforme virtuali, quella dei Blog e quella di Facebook, il social network che, ad oggi, vanta il maggior numero di iscritti in tutto il mondo. La scelta non è stata casuale poiché il Blog (da web-log, che ha il significato di diario online), la cui nascita precede di diversi anni quella di Facebook, è da sempre ritenuto lo spazio per eccellenza dedicato alla presentazione del sé, un ibrido tra il giornalismo online e un diario pubblico o un quaderno d'appunti (a seconda della linea editoriale che l’utente decide di dargli). Il social network Facebook, invece, esploso in Italia alla fine del 2008, consiste in una piazza virtuale in cui affacciano un numero potenzialmente illimitato di Blog, una piattaforma che però mostra molte differenze rispetto a quella dei Blog, sia per quanto riguarda la struttura sia, di conseguenza, per ciò che concerne la presentazione del sé che questa struttura favorisce. Nel corso del primo capitolo ho parlato della nascita e dello sviluppo di Internet, che da rete sperimentale ristretta a pochissimi centri di consulenza del dipartimento della Difesa americano, diviene una struttura pubblica comprendente numerose università e istituti di ricerca, fino a sviluppare le caratteristiche di strumento di comunicazione, informazione e intrattenimento in cui le attività commerciali da una parte, e relazionali dall’altra, giocano un ruolo sempre più importante. Infatti, pian piano, si assiste alla nascita delle prime comunità virtuali, delle quali la definizione più fortunata è quella diffusa nel 1993 dallo scrittore statunitense Howard Rheingold: “Le comunità virtuali sono aggregazioni sociali che emergono dalla Rete quando un certo numero di persone porta avanti delle discussioni pubbliche sufficientemente a lungo, con un certo livello di emozioni umane, tanto da formare dei reticoli di relazioni sociali personali nel cyberspazio”.1 In questo modo i nodi della rete iniziano a diventare persone: ognuno di noi ha a disposizione uno spazio potenzialmente illimitato per raccontare la sua storia, 1 Howard Rheingold, Comunità virtuali, Sperling e Kupfer, Milano 1994, p. 25

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