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Alcide De Gasperi e la nascita del Partito Popolare Trentino

Alcide De Gasperi nacque a Pieve Tesino (TN) il 3 aprile 1881, nelle terre asburgiche del Trentino abitate in prevalenza da italiani. Il padre, Amedeo Degasperi, ricopriva la carica di capoposto della gendarmeria locale, mentre della madre, Maria Morandini, sappiamo solo che era originaria di Predazzo. [...]
Il Trentino deve alle politiche imperiali anche la rinascita economica sperimentata dagli anni ‘80, proprio durante l’infanzia di De Gasperi. A metà del secolo esso era una regione poverissima, a prevalente economia arretrata e contadina, fonte di emigrazione; intervennero però due importanti innovazioni: innanzitutto, l’istituzione nel 1881 del Consiglio provinciale dell’agricoltura di Trento, che diffuse una rete di consorzi agrari; poi forti investimenti in nuovi saperi agricoli e nella regolamentazione del territorio. Grazie a queste politiche, nel giro di pochi anni la popolazione ebbe una notevole crescita.
Il clero ebbe un ruolo di primissimo piano nel rilancio, sia per i ruoli dirigenziali ricoperti nei consorzi agrari e per la diffusione di cooperative cattoliche, sia per la rappresentanza politica esercitata al Parlamento di Vienna ed alla Dieta di Innsbruck. E’ d’obbligo citare almeno l’opera di don Lorenzo Guetti, fondatore nel 1890 della prima Società Cooperativa di smercio e consumo a S. Croce nel Bleggio.
Il clero trentino sperimentò le divisioni della Chiesa dell’epoca con alcuni tratti specifici: da una parte i liberali-nazionali, promotori dell’autonomia in nome dell’italianità, dall’altra gli intransigenti–legittimisti, filo asburgici. Il secondo gruppo prese il controllo del giornale diocesano, la “Voce cattolica”, nato nel 1861, e si rafforzò con la nomina del Vescovo Carlo Eugenio Valussi nel 1886. Si fecero largo tuttavia elementi come don Celestino Endrici (che ritroveremo presto) e don Guido De Gentili, convinti della necessità di riconquistare il mondo moderno ripartendo dal messaggio della Rerum Novarum ed elaborando una strategia che coinvolgesse anche il laicato. Fu così che nel 1896 fu eletto alla Dieta di Innsbruck il primo laico, Enrico Conci. In campo politico avversari dei cattolici furono soprattutto i liberali e i socialisti. La questione nazionale investì tutti i gruppi, cha la affrontarono con strategie diverse, ma è interessante notare che anche la sinistra rinunciò all’internazionalismo in nome del patriottismo: anzi, il leader socialista Cesare Battisti fu un convinto irredentista e fu giustiziato per tradimento nel 1916 essendosi arruolato con l’esercito italiano.
Verso la fine del secolo il Tirolo fu teatro della spaccatura fra cattolci – conservatori, maggioritari, e i cristiano–sociali; nel frattempo, nacque il Deutscher Volksverein für Südtirol (1898), sostenitore dell’identità tedesca del Tirolo.

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IL TRENTINO DI DE GASPERI Alcide De Gasperi nacque a Pieve Tesino (TN) il 3 aprile 1881, nelle terre asburgiche del Trentino abitate in prevalenza da italiani. Il padre, Amedeo Degasperi, ricopriva la carica di capoposto della gendarmeria locale, mentre della madre, Maria Morandini, sappiamo solo che era originaria di Predazzo. 1 E‟ curioso notare che la dicitura corretta del cognome non è “De Gasperi”, ormai entrato nell‟uso, bensì “Degasperi”: la storpiatura fu dovuta ad un errore di battitura al momento dell‟elezione a deputato. Il Trentino dal XIV secolo in poi gravitò nell‟orbita asburgica, ovvero il Sacro Romano Impero prima e l‟Impero d‟Austria poi. Già nel 1545 Trento venne scelta come sede del Concilio in quanto soddisfaceva sia le richieste del Papa di Roma (era una città abitata da italiani cattolici) sia quelle dell‟Imperatore (era una città dell‟Impero). 2 Dal 1815 entrò a fare parte della Contea del Tirolo con capitale Innsbruck, comprendente anche i territori del Südtirol abitati soprattutto da tedeschi. Secondo Schefbeck Raramente nello “Stato multietnico” della monarchia austro-ungarica un confine linguistico era così chiaramente delineato come quello tra la zona di lingua tedesca e quella di lingua italiana del Tirolo: dal passo dello Stelvio alla chiusa di Salurno e ancora lungo la zona montuosa a nord della Val di Fiemme correva il confine tra la zona di lingua tedesca e quella italiana, a cui si univa quella ladina. Sulla base del censimento del 1910 vivevano nel Tirolo tedesco circa 8.000 italiani (su complessivamente 510.000 abitanti) e nel Tirolo italiano circa 15.000 tedeschi (su complessivamente 380.000 abitanti). 3 La forzata convivenza provocò non poche tensioni: frange tedesche guardavano con superiorità e disprezzo gli italiani del Welschtirol (cioè “Tirolo italiano 4 ”), provocando la reazione di gruppi irredentisti. Tuttavia, nel complesso gli italiani si identificarono con la monarchia asburgica, relegando le idee nazionaliste a poche famiglie 1 Museo casa De Gasperi dal Trentno all’Europa Luoghi simboli e suggestioni, a cura dalla Fondazione trentina Alcide De Gasperi, Bergamo 2009, p. 28. 2 Voce Trento, in Grande Enciclopedia De Agostini, vol. 22, De Agostini, Novara 1996, p.15. 3 Gunter Schefbeck, Il giovane Alcide De Gasperi deputato al “Parlamento multietnico, in Il giovane De Gasperi: Alcide De Gasperi come membro della Camera dei deputati austriaca, a cura del Consiglio regionale Trentino Alto Adige, Trento 2004, p. 17. 4 Paolo Pombeni, Il primo De Gasperi La formazione di un leader politico, Il Mulino, Bologna 2007, p. 17, p. 233.

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