Gli elefanti del Tarangire. Uso dell'habitat e modelli di aggregazione nella stagione delle piogge
Nella stagione delle piogge 2002 si nota da parte degli elefanti una notevole differenziazione dell’uso dei diversi habitat. I motivi di tale distribuzione sono stati da noi imputati principalmente alla diversità tra gli habitat. Gli habitat che costeggiano il fiume Tarangire, e quelli con specie arboree come Commiphora o Markhamia, sono fortemente selezionati dagli elefanti. Altri, principalmente quelli dove vi è una presenza importante di una determinata specie arborea: Combretum, vengono fortemente evitati. Dal momento che gli elefanti sono i massimi generalisti tra i vegetariani, il fatto che evitino gli habitat costituiti prevalentemente da Combretum, fa supporre che questa pianta non sia la causa primaria dell’evitamento. Si suppone pertanto che tali habitat siano evitati essenzialmente a causa della presenza infestante delle mosche tse-tse. Più precisamente è stata riscontrata una correlazione diretta (altamente significativa) con la densità di tse-tse. Il fatto che anche i dati, riguardanti gli habitat a palude, anch’essi ricchi di mosche tse-tse, ma anche di acqua e quindi di foraggio, importante specialmente nella stagione secca e con un IKA basso di elefanti possono fornire parziale conferma a tale ipotesi. Indubbiamente sarebbe necessario approfondire tali studi appurando se in habitat (ipotetici) caratterizzati ampiamente da Combretum ma non infestati da tse-tse, gli elefanti modificassero la loro preferenza. Non è inoltre da sottovalutare che i nostri dati si riferiscono solo alla stagione delle piogge dell’anno 2002 della zona settentrionale del Tarangire national park per questo sarebbe necessario, per una visione più completa e più realistica della situazione, poterli ampliare con ulteriori osservazioni di altre stagioni e di altre aree di studio. Un’esatta valutazione, del perché di una determinata selezione degli habitat, da parte degli elefanti (e in generale della fauna selvatica), è molto importante per svariati motivi. Se, effettivamente, la massiccia presenza delle mosche tse-tse in determinati habitat dovesse influire in maniera determinante sulla selezione o meno dei medesimi da parte degli elefanti, viene spontaneo chiedersi quali possano essere le ripercussioni che ciò può avere sull’ecologia degli elefanti in Tarangire e eventualmente sull’ecologia degli elefanti di savana in tutta l’Africa. Ad esempio, se l’habitat lasciato agli elefanti non fosse adatto, per i motivi sopra citati, o per altri fattori ancora da valutare, ne potrebbe derivare una relazione diretta con la necessità di nomadismo al di fuori dell’area protetta da parte di questi animali. Ciò aumentando l’impatto sui territori a prevalente uso umano (agrosilvopastorale o infrastrutturale) potrebbe coincidere con un maggiore numero di danni o morti umani. Questo potrebbe portare alla necessità o di effettuare abbattimenti di controllo (da park staff o da sport hunter o da società private di game management) o di cambiare i criteri di designazione delle aree protette e i criteri con cui si stabilisce il loro numero, la loro posizione e la loro estensione. Fino ad ora, infatti, le aree protette sono state designate principalmente o sulla base dell’inutilizzabilità di determinate zone da parte dell’uomo (non solo in Africa) o secondo valutazioni approssimative dei gestori del territorio che facevano designare a zone “riserve” le zone che (magari stagionalmente) apparivano ricche di quegli erbivori considerati risorsa preziosa per la caccia sportiva e/o per il paesaggio, a volte senza considerare le necessità agrosilvopastorale, venatorie o delle popolazioni autoctone. In questo periodo è molto dibattuto il funzionamento delle aree protette sia dal punto di vista della conservazione che da quello riguardante i conflitti tra la fauna selvatica e le popolazioni locali ma, solo quando tali aree saranno tracciate secondo criteri adeguati tale dibattito avrà un senso e vi si potrà una dare risposta.
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Informazioni tesi
Autore: | Simona Dogà |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2002-03 |
Università: | Università degli Studi di Parma |
Facoltà: | Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali |
Corso: | Scienze Biologiche |
Relatore: | Gilberto Gandolfi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 99 |
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