Il polo conciario di Solofra come Distretto Industriale
Il distretto industriale di Solofra rappresenta una delle poche forme di sviluppo industriale endogeno della provincia di Avellino. E’ una realtà produttiva di rilevante importanza, sia per valore delle esportazioni che per numero di occupati il quale è superiore a quello della Fiat-Fma di Pratola Serra, l’azienda di maggiore dimensione dell’Irpinia. Il distretto conciario solofrano evidenzia una “balcanizzazione” del tessuto produttivo (è netta la prevalenza nell’area industriale di unità di piccole e piccolissime dimensioni) con un continuo avvicendarsi di nuove unità produttive, spesso derivanti da spin-off, scorpori, acquisizioni con un’intensa mortalità di imprese (in specie marginali) che porta a frequenti trasferimenti a quelle sopravvissute di risorse strumentali e umane così liberatesi. L’evoluzione strutturale del distretto dai dati ISTAT e CCIAA raccolti, evidenzia come, con la crisi del 2001, alla crescita dell’apparato produttivo si sia accentuato il “nanismo” delle unità produttive che lo compongono: dal 2001 a giugno 2006 la forza lavora occupata nelle imprese conciarie ha subito una riduzione stimata nel 37% (da 4.332 a 2.721), riducendo ulteriormente le dimensioni medie aziendali. Nel prosieguo della trattazione si sono esaminati i mercati di approvvigionamento e di sbocco. Su entrambi i fronti è forte la proiezione internazionale delle imprese solofrane: la quasi totalità delle pelli è importata da Paesi extraeuropei (specialmente dai Paesi medio-orientali e africani) e una quota variabile dal 70-85% degli output produttivi è collocata sui mercati esteri. Il lavoro ha poi posto l’attenzione sulla crisi del 2001 che è proseguita fino a tutto il 2005. Gli indicatori economici segnalano che, per effetto della predetta crisi, la quota di mercato dell’export del distretto di Solofra sul totale delle esportazioni italiane di pelli, in 5 anni si è più che dimezzata: dal 12,9% (anno 2000) al 5,3% (anno 2005): la conclusione è che il distretto si è ridimensionato. Queste performance negative, però, non devono trarre in inganno: il peso del distretto di Solofra nel settore conciario italiano è rilevante. All’interno del presente lavoro si è cercato, altresì, di stilare un quadro della sostenibilità ambientale indagando su tre aspetti: gli effetti ambientali del ciclo produttivo, la sostenibilità socio-economica del territorio e la salute pubblica. Riguardo alla salute pubblica, dai dati raccolti (presso l’ASL Avellino 2 ed altre fonti), ad oggi, non vi sono analisi scientifiche particolari che hanno individuato un legame tra la presenza del polo conciario di Solofra ed un’anomalia nell’andamento del tasso di mortalità della popolazione residente nei comuni di Solofra, Serino, Montoro Superiore e Montoro Inferiore. Sul fronte della sostenibilità socio-economica, le informazioni economico-statistiche più recenti confermano, che l’economia del territorio (ed il reddito della popolazione residente) ruota intorno alla lavorazione della pelle (con un peso di circa il 58% sul totale attività manifatturiere) ed al suo indotto e che non esiste una significativa diversificazione produttiva. Rilevante è l’incidenza dell’apparato industriale del distretto sull’economia dell’intera provincia di Avellino: da un confronto incrociato dei dati Infocamere al 31/12/2005 si ricava come gli addetti del polo conciario solofrano sono il 17,6% del totale degli addetti alle attività manifatturiere provinciali (pari a 15.186), le imprese attive sono circa l’11,2% del totale provinciale di imprese manifatturiere (pari a 4.334) e le esportazioni sono il 16,3% del totale delle esportazioni provinciali (pari ad un valore di € 1.032.310.975). Il presente lavoro ha confermato le difficoltà attualmente attraversate dal distretto di Solofra. In assenza di processi di concentrazione aziendale o di gruppificazione che favoriscono l’emergere di imprese-guida, il futuro dipende dallo sviluppo di due grandi direttrici. La prima, riguarda la necessità di sopperire ai limiti dimensionali attraverso logiche consortili ed azioni collettive o coalizionali inter-aziendali. La seconda direttrice è quella di adottare, in una prospettiva reticolare, modelli di internazionalizzazione non solo commerciali, ma anche produttivi guardando alle esperienze di alcuni sistemi distrettuali del nord-est, i quali hanno anticipato tali tendenze. Dunque, se la “mano invisibile” che ha governato questo sistema di imprese, raramente si è materializzata in attori o soggetti specifici, oggi, a parere di chi scrive, le imprese solofrane necessitano di un contesto che le supporti adeguatamente, dove le Istituzioni pubbliche, siano garanti di una forte “riqualificazione del territorio”.
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Informazioni tesi
Autore: | Ivan Lombardi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi del Sannio |
Facoltà: | Scienze Economiche e Aziendali |
Corso: | Economia e Commercio |
Relatore: | Filippo Bencardino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 162 |
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