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L'equilibrio del mercato del lavoro nella visione classico/neoclassica e keynesiana. Due visioni a confronto

Prima che le idee della Teoria Generale di Keynes affascinassero gli economisti e i responsabili della politica economica, il modello classico costituiva la base per affrontare le questioni di natura macroeconomica. Il modello classico (conosciuto anche come il modello della teoria quantitativa) si basa sull’ipotesi microeconomica di perfetta concorrenza nei mercati del lavoro, dei beni e dei titoli. Tutti i mercati sono in regime di concorrenza perfetta e si suppone, inoltre, che possano raggiungere la posizione di equilibrio in modo pressoché istantaneo.

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5 1.2 Il mercato del lavoro nella visione neoclassica dal lato della domanda. Un’economia in cui i prezzi e i salari sono molto flessibili si trova sempre in regime di piena occupazione perché le variazioni dei salari e dei prezzi mantengono sempre tutti i mercati in equilibrio, assorbendo istantaneamente gli effetti delle perturbazioni economiche. Anche se un regime di piena occupazione è un’astrazione, esso ha offerto agli economisti un quadro di riferimento per studiare i problemi della crescita di lungo periodo della produzione potenziale, piuttosto che le fluttuazioni economiche di breve periodo. Nel lungo periodo, infatti, ogni sistema economico si comporta proprio come un’economia con prezzi e salari flessibili. L’offerta aggregata dei fattori produttivi (capitale e lavoro) è l’elemento principale per la determinazione della produzione in un’economia di piena occupazione. In queste circostanze la politica monetaria determina il livello dei prezzi ed e il tasso d’inflazione, ma l’offerta di moneta non ha nessun effetto sulla produzione. L’offerta aggregata, quindi, rappresenta il livello di produzione di un sistema economico in relazione ad un certo livello di prezzi. Ora, per analizzare la domanda di lavoro secondo l’approccio classico/neoclassico, bisogna partire dal concetto di funzione di produzione. Ogni sistema economico comprende un numero assai elevato di imprese che utilizzano quali fattori della produzione capitale (K) e lavoro (L) allo scopo di produrre il proprio output (Q). Lo stock di beni capitali dell’impresa è costituito dagli edifici in cui si svolge il processo produttivo, dai macchinari e dalle scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti. L’ammontare di output viene infine determinato in modo univoco dal livello di tecnologia τ. L’approccio neoclassico ipotizza l’esistenza di un unico tipo di funzione di produzione utilizzata da tutte le imprese e dunque: Q = f (K,L, τ)

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Informazioni tesi

  Autore: Fabio Vastano
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli studi di Napoli "Parthenope"
  Facoltà: Scienze Economiche e Aziendali
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Floro Ernesto Caroleo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 39

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Parole chiave

economia
mercato del lavoro
economia aziendale
economia del lavoro
economia e commercio
teoria keynesiana
teoria classico/neoclassica

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