Crisi d’Impresa e Valutazione d’Azienda: il metodo patrimoniale applicato ad un caso reale
Non esiste una definizione univoca e condivisa del concetto di crisi aziendale, in quanto ogni impresa ha proprie peculiarità e la crisi assume diverse connotazioni a seconda del contesto di riferimento in cui viene analizzata. Tuttavia, gli studiosi di economia aziendale, in modo unanime, considerano la crisi come un momento “normale” della vita di un’impresa, conclusivo del ciclo aziendale. Luigi Guatri, definisce la crisi d’impresa come “una manifestazione di tipo patologico che può svilupparsi su più stadi” (Guatri, 1986, p.11).
Quello della crisi d’impresa è un argomento ben conosciuto dalla dottrina aziendalistica, ma anche da quella giuridico-fallimentare, in quanto la congiuntura economica negativa degli ultimi anni e l’aumentata rischiosità dei processi aziendali hanno reso tale fenomeno sempre più attuale e diffuso.
Se l’individuazione delle cause della crisi aziendale e degli strumenti di risoluzione della stessa sono processi caratterizzati da un’elevata complessità, ancor più ardua è la stima del valore del capitale economico delle imprese in crisi che, in tale contesto, assume particolare rilievo.
La misurazione del valore delle imprese è un problema che ha radici antiche, ma che solo negli ultimi anni ha assunto un’importanza sempre crescente fino a diventare una prerogativa essenziale nella formazione e nelle competenze di imprenditori, manager, operatori finanziari, professionisti, nonché degli studiosi delle materie aziendali.
Questo interesse crescente per la valutazione del capitale economico delle imprese ha creato svariate correnti di pensiero, nei diversi Paesi e tra i differenti soggetti interessati, sull’uso delle metodologie valutative.
La categoria degli operatori finanziari e dei consulenti ritiene preferibile applicare i metodi basati su grandezze flusso, reddituali o finanziari, con maggiore propensione verso quest’ultimo. Anche professionisti e revisori sono orientati verso tali metodologie, ma con un atteggiamento più flessibile.
Nel mondo accademico, invece, sono due le culture che hanno contribuito maggiormente al progresso delle metodologie valutative: quella anglosassone, orientata ai flussi finanziari, e quella tedesca, orientata ai flussi reddituali. Quasi ovunque, le altre culture accademiche hanno espresso una netta preferenza verso i flussi finanziari.
L’Italia ha una sua “cultura” in tema di valutazione aziendale, orientata al reddito, che trova le sue radici nell’opera classica di Gino Zappa “Il reddito d’impresa”, in cui afferma che “il capitale è un valore unico, risultante dalla capitalizzazione di redditi futuri” (Zappa, 1929). Negli anni successivi il concetto di capitale economico viene approfondito e ampliato, rimanendo comunque inalterata l’impostazione originaria impiantata dal Maestro.
Il presente lavoro di tesi si pone l’obiettivo di analizzare il concetto di crisi d’impresa e i possibili metodi di valutazione applicabili in tali contesti, con l’ausilio dell’esposizione di un caso aziendale reale.
Nel primo capitolo si espone la crisi d’azienda, fornendone un inquadramento generale sugli aspetti teorici e analizzandone tipologie, stadi, cause e strumenti di previsione. Si procede con l’affrontare il problema che si pone all’imprenditore in crisi: risanare o liquidare? Infine, sono individuati gli strumenti negoziali e le procedure concorsuali per la sua gestione, quali il fallimento, il concordato preventivo, gli accordi stragiudiziali.
Nel secondo capitolo si approfondisce il rapporto tra crisi d’impresa e valutazione d’azienda. Si analizza dapprima il concetto di valutazione, con la descrizione delle configurazioni di valore, dei principi di valutazione e delle cinque fasi del processo valutativo. Si procede poi con il porre l’attenzione sulle criticità valutative delle aziende in crisi, distinguendo tra aziende convenientemente risanabili e aziende non risanabili. Infine, viene affrontata la tematica della valutazione delle imprese in crisi in caso di liquidazione, in ipotesi di continuità aziendale e in caso di cessione d’azienda o di rami d’azienda, attraverso la disamina dei metodi valutativi applicabili alle diverse situazioni in esame.
Nel terzo capitolo si analizza il metodo di valutazione analitico-patrimoniale delle aziende in crisi. Si illustrano i fondamentali passaggi dell’applicazione del metodo patrimoniale, concentrando l’attenzione sulla valutazione dei crediti, del magazzino, delle partecipazione, delle immobilizzazioni materiali, degli intangible e dell’avviamento. Per ciascuna di tali poste contabili sono stati analizzati i criteri valutativi e le principali peculiarità e problematiche.
Il quarto capitolo è un’applicazione pratica degli argomenti esposti nei capitoli precedenti. In particolare si tratta dell’analisi di un caso aziendale reale, in cui viene applicato il metodo analitico-patrimoniale per la valutazione di una azienda in fallimento, sia nel suo complesso che atomisticamente e asistematicamente.
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Informazioni tesi
Autore: | Eleonora Bottino |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Università degli Studi della Calabria |
Facoltà: | Scienze Economiche e Aziendali |
Corso: | Economia Aziendale |
Relatore: | Olga Ferraro |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 202 |
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