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Un mondo policromatico: crescere, imparare e giocare con i colori

I colori sono parte fondamentale della nostra vita, sin da quando siamo bambini, essi sono uno strumento attraverso il quale esprimere le nostre emozioni, rispecchiano la nostra personalità. Questo ha riscosso un grande interessa da parte di psicologi e psicoterapeuti, che hanno creato dei test basati proprio sui colori come ad esempio il test dei colori di Max Lüscher. Numerosi sono stati gli scienziati e gli artisti che si sono interessati a questo tema e tra questi dobbiamo ricordare Newton, Goethe, Itten e Kandinsky, che hanno posto le basi all’arteterapia. Questa pratica pone l’arte come principale strumento di aiuto e si divide in quattro discipline fondamentali: danza, musica, arti grafico-pittoriche e teatro. L’arteterapia può essere praticata da tutti, anche da coloro che hanno degli handicap fisici o mentali, infatti inizialmente veniva praticata all’interno degli ospedali psichiatrici.
Partendo da questi concetti è stato creato il progetto “Un mondo policromatico: crescere, imparare e giocare con i colori”: il progetto di un laboratorio di manipolazione del colore ludico-didattico, adatto sia a bambini normodotati che con Sindrome di Down. Essi, sebbene abbiano uno sviluppo più rallentato dovuto alla loro condizione genetica, sono in grado di percepire i colori e trarne beneficio.

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7 INTRODUZIONE Crescere, scoprire, imparare ma soprattutto giocare, sono le cose che i bambini amano fare di più; il bambino è spontaneo, un grande esploratore, è curioso per natura, ed ogni piccola scoperta per lui è una grande conquista. Tutti noi siamo stati dei bambini e tutti noi siamo passati attraverso quelle fasi dello sviluppo che ci hanno portato ad essere come siamo adesso. Anche la persona più altera, quella che sembra non aver mai sorriso nella vita, la persona autoritaria e dura, come ad esempio i grandi dittatori della storia, sono stati bambini che, seppur condizionati dal tipo di educazione impartitogli dai genitori e in seguito dai loro pensieri e dai loro ideali, si sono divertiti ad “esplorare”, a “conoscere” la realtà che li circondava. Tutti attraversano le stesse tappe evolutive, in maniera diversa forse (chi più piano, chi più velocemente), numerosi studi, infatti, hanno dimostrato che ogni bambino passa attraverso fasi predeterminate e non esistono diversità di cultura, di etnia e di religione. E’ il caso dei bambini con Sindrome di Down, di cui parleremo ampiamente nel primo capitolo: non sono affetti da una malattia (perché una malattia ha dei sintomi ed è causata da qualcosa), loro sono “affetti” da una malformazione genetica ereditaria che li rende diversi, ma nello stesso tempo uguali a tutti gli altri, solo con non poche difficoltà in più. Uguali perché anche loro attraversano le stesse tappe evolutive (anche se, come vedremo, più lentamente rispetto ai coetanei), anche loro “esplorano” e “creano”. Tutto questo il bambino lo fa attraverso il gioco con il quale sperimenta il piacere e lo sforzo, il rispetto delle regole. Il gioco è una fonte inesauribile di scoperta, che unito alla fantasia, aiuta il bambino a sviluppare un’intelligenza a più dimensioni, come ad esempio quella psicomotoria. Ma qual è il legame tra i colori e tutto questo? Essi sono uno strumento assai valido, che unito al gioco, aiutano il bambino nel suo sviluppo.

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