Nevrosi nel cinema (e nella vita) di Woody Allen
L’analisi del cinema alleniano può essere fatta facendo una sovrapposizione e un paralleleismo fuori dal set, nella vita privata.
Gli elementi si scambiano e si alternano tra la vita e il cinema tanto da renderne difficile la differenza.
Il suo cinema è basato su punti fermi: Freud e la psicanalisi, jazz di New Orleans, riferimenti cultura europea letterari e cinematografici, comicità e humour ebraico, il rapporto quasi confidenziale che ha con Dio.
Allen attraverso l’unione di questi temi-chiave che in Manhattan raggiungono il massimo dell’armonia, è riuscito a differenza degli altri registi a filmare e filmografare tutta la sua vita, traslando sulla celluloide senza imbarazzo pezzi interi del suo quotidiano (Hannah e le sue sorelle), a differenza degli altri registi che attravero metafore e allusioni portano sullo schermo i propri vissuti.
Questo lavoro parte dall’uomo per arrivare al camaleonte .
Nel primo capitolo si mettono in tavola in maniera generale tutti i temi e riferimenti a cui Allen ricorre attraverso le ansie e le debolezze umane fino a formare un personaggio autobiografico.
Nel secondo capitolo la bio-filmografia ci serve per avere un quadro parallelo e completo di Allen, dandone un senso anche dal punto di vista cronologico.
Il terzo capitolo è un’analisi dei macro-temi alleniani cosa rappresentano in quest’uomo dal punto di vista sociale e psicologico.
Questo dal punto di vista dei contenuti.
Per quanto riguarda la struttura il lavoro si alterna tra interviste, letteratura, articoli di giornale e schede di film, che, danno un taglio netto ai temi della filosofia alleniana.
Le fonti di ispirazione di Allen sono molteplici: Groucho Marx di cui riprende lo stile torrenziale e spregiudicato, Buster Keaton di cui riprende il fare impacciato e goffo.
Queste fonti le utilizza per dipingere le debolezze, meschinità, stupidità e manie umane fino a formare un personaggio autobiografico.
Solo quando rompe le sue ossessioni c’è un umorismo rivolto verso l’interno, fatto di autoanalisi e riflessione anche se si viene a formare una sorta di coazione a ripetere.
Allen infatti è un comico di testa, c’è una continua messa in gioco dell’intelligenza.
In Europa il successo forse è dovuto all’estranietà del suo humour che ci richiede di fare uno sforzo per entrare nel suo mondo mentre in USA è visto come un marziano, esponente di una New York snob che non ha niente a che vedere con l’America della periferia, soprattutto nella West Coast.
Allen è il cantore di una società complessa, dove le bucce di banana in cui il comico inciampa sono bucce di linguaggio lasciate in giro da una cultura di forma.
Vi son alcuni elementi che sono preculturali tipo quelli della clumsiness.
Allen sbaglia ad avvitare una lampadina o ci mette un quarto d’ora a mettere l’aragosta in pentola (Bananas).
E’ un universale comune a migliaia di persone a fare le cose più semplici, questo è il fulcro della sua comicità, la difficoltà a risolvere i problemi di tutti i giorni che lo porta dallo psicanalista.
Un’altra componente importante è il rallentamento della reazione che riprende dai primi comici.
Con Allen siamo al di là della semplise torta in faccia.
Mettere l’aragosta in pentola non ci fa ridere metterci un quarto d’ora si.
Lo stesso Allen infatti definisce la commedia=tragedia+tempo, facendo un parallelismo con Piaget vediamo che l’adattamento=assimilazione+accomodamento, come per dire che si trova un buon adattamento prendendo la vita come una commedia ma solo dopo aver metabolizzato e rielaborato gli eventi tragici.
Qui sta la differenza tra comico e humour.
Il primo dipende da elementi come la meccanizzazione e il distacco di chi guarda.
Si ride del personaggio della torta in faccia, ci si sente superiori; nello humour questo distacco risulta attenuato in quanto nasce il sospetto tu sei come mee io sono come te, fa humour su comportamenti che sono anche nostri, c’è partecipazione effettiva.
Allen è un divulgatore del cinema comico, ne innalza il livello, dimostrando che si può far ridere affrontando temi di alta cultura ed allo stesso tempo limita e sminuisce l’ampiezza del discorso, affrontandolo da una prospettiva ludica.
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Informazioni tesi
Autore: | Paolo Sottile |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Giuseppe Ruvolo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 118 |
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