Meccanismi Neurofisiologici dell'Agopuntura
Questo lavoro aveva come oggetto l'agopuntura, i meccanismi d'azione di questa tecnica terapeutica sul cervello e sul corpo e i suoi effetti sulla salute degli individui. L'obiettivo era di esaminare i contributi sull'efficacia terapeutica dell'agopuntura forniti dai ricercatori, con particolare attenzione agli aspetti neurobiologici e neurofisiologici.
Inizialmente, ci si è focalizzati sulla storia di questa antica tecnica di cura, approfondendo i principi teorico-pratici della Medicina Tradizionale Cinese (MTC), di cui l'agopuntura rappresenta una delle principali applicazioni.
Secondo la MTC, l'agopuntura ripristina l'equilibrio tra Yin e Yang e permette un flusso salutare del Qi, l'energia che scorre nel corpo attraverso i meridiani. Tale risultato si ottiene inserendo degli aghi di metallo negli “agopunti”, dei punti del corpo umano all'interno dei quali la MTC ritiene che scorrano i meridiani (Visalli & Pulcri, 2003).
Negli ultimi cinquant'anni, i ricercatori occidentali si sono occupati di studiare le caratteristiche e i meccanismi d'azione dell'agopuntura, cercando di tradurre i principi della MTC nelle attuali concezioni scientifiche di corpo e organismo, per valutare l'eventuale presenza di punti in comune. L'agopuntura, infatti, costituisce una tecnica terapeutica molto utilizzata nel mondo, anche a causa dell'assenza di controindicazioni o di effetti collaterali negativi (Staud & Price, 2006).
Alcune indagini scientifiche partivano dal presupposto che l'efficacia segnalata dai pazienti che decidono di sottoporsi a cicli di agopuntura possa essere dovuta al cosiddetto effetto placebo, per questo diversi studi relativi all'efficacia di tale tecnica prevedono la somministrazione di un'agopuntura placebo, o sham, effettuata tramite stimolazioni di punti del corpo non correlati agli agopunti della medicina cinese.
Tuttavia, alcuni autori ritengono che l'agopuntura sham presenti comunque dei margini di efficacia, poiché l'introduzione di aghi nel corpo agirebbe come un fattore di stimolazione di alcuni processi neurofisiologici funzionali (Kelly, 2009).
Attualmente, comunque, la concezione scientifica dell'agopuntura, frutto delle analisi effettuate sui meccanismi d'azione tramite tecniche di neuroimaging, inquadra questa tipologia di trattamento come un sistema di modulazione dello squilibrio tra l'attività parasimpatica e quella simpatica, rintracciando dunque delle convergenze con i principi della MTC.
Sulla base delle numerose evidenze scientifiche prodotte dai ricercatori ed esaminate nei precedenti capitoli, è possibile affermare che l'agopuntura agisce a più livelli e su diverse strutture e funzioni dell'organismo. In primo luogo, l'effetto maggiormente documentato dell'agopuntura è quello di produrre sollievo dal dolore. I meccanismi analgesici di questa tecnica sono legati alla modulazione periferica, segmentaria e soprasegmentaria attivata dall'introduzione degli aghi (Srbely et al., 2010).
Inoltre, come emerso da numerose ricerche, l'agopuntura agisce sui sistemi neurochimici di modulazione, come i neurotrasmettitori e gli ormoni. In particolare, l'agopuntura stimola la produzione e il rilascio di oppioidi endogeni come le endorfine, permettendo di modulare la nocicezione, l'elaborazione della sensazione dolorosa, di conseguenza riducendo la percezione di dolore associata a un danno di origine tissutale o di altra origine (Wang et al., 2005).
In relazione ai suoi meccanismi specifici e ai diversi campi di applicazione, si è visto come i ricercatori abbiano testato l'efficacia dell'agopuntura e delle sue varianti in diversi ambiti, tra i quali la gestione dello stress e delle patologie stress-correlate, l'immunomodulazione, la neuromodulazione e la neuroplasticità (Takahashi, 2011; Cabıoğlu et al., 2012).
Inoltre, sono stati condotti degli esperimenti per valutare l'efficacia dei meccanismi antiallergici e ansiolitici dell'agopuntura. Sebbene i risultati non siano stati finora sufficienti a stabilire con certezza l'efficacia dell'agopuntura nel trattamento di alcuni disturbi mentali, come ansia e depressione, alcuni ricercatori segnalano come i meccanismi d'azione di questa tecnica terapeutica sul sistema nervoso centrale permettano di ipotizzare che l'agopuntura possa essere utile come rimedio complementare e integrativo per alcune tipologie di pazienti (Kawakita & Okada, 2014).
In conclusione, l'agopuntura rappresenta un rimedio complementare e integrativo che offre diverse possibilità di applicazione e presenta poche controindicazioni per i pazienti che decidono di sottoporvisi. I benefici riscontrati da tipologie eterogenee di pazienti inducono a ipotizzare che l'agopuntura possa essere efficace per il trattamento dei sintomi di diverse patologie, sia fisiche che mentali. Tuttavia, occorrono ulteriori indagini sperimentali per stabilire la reale efficacia di questa antica tecnica terapeutica.
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Informazioni tesi
Autore: | Marco Valdettaro |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Università degli Studi Guglielmo Marconi |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Scienze e tecniche psicologiche |
Relatore: | Massimo Fioranelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 83 |
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