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«In principio è la relazione»: la filosofia dialogico-relazionale di Martin Buber e il suo contributo alla riflessione pedagogica contemporanea

Partendo da un necessario inquadramento introduttivo di carattere storico, relativo al peculiare contesto in cui si delinearono la vita e le opere di Martin Buber - entrambe in profondo dialogo con il loro Zeitgeist - la mia ricerca si propone di operarne in primo luogo un parallelismo con la realtà odierna, segnata da crisi antropologico-etiche e opportunità educative simili. I problemi originari dell’uomo singolo e sociale, allora come oggi, sono peculiarmente antropologici e filosofici: Chi è l’uomo? Qual è il senso del suo esser-ci nel mondo? Come pensare e agire secondo verità, in modo libero, etico e responsabile?

Posto che gli esseri umani diventano ciò che sono e che possono essere tramite l’azione educativa, alle fondamenta antropologiche e filosofiche ritengo essenziale unire un contributo pedagogico che orienti e sostenga l’educazione concretamente esperita nei diversi ambiti sociali in cui le persone si formano come tali per poi entrare in relazione tra loro. Quale idea di educazione per quale idea di uomo e di comunità, dunque?

Delineato il quadro di riferimento iniziale, mi propongo poi di analizzare concisamente le ramificate radici filosofiche del pensiero dialogico di Buber e prenderne in considerazione, in seguito, le accezioni educative principali: l’ontologia del ‘tra’, l’educazione come incontro/relazione, la sfera dell’interumano, la formazione del ‘grande carattere’.
L’approccio di questa dissertazione, a carattere principalmente teorico, poggia le basi su un’ampia indagine bibliografica preliminare i cui contenuti ho cercato di analizzare e sintetizzare al fine di suggerire riflessioni pedagogiche personali e possibili prassi educative atte a favorire un agire trasformativo sull’attuale realtà di crisi.

Dinanzi a un’epoca storica segnata da crisi locali e globali di carattere e origine pluri-dimensionale, in cui strati sociali trasversali della comunità internazionale sono al contempo oggetto e soggetto delle dinamiche in rapido mutamento di un mondo sempre più complesso - poiché inevitabilmente più interdipendente, globalizzato e dunque incerto – dimostro dunque come una prassi educativa sorretta dalla filosofia dialogico-relazionale di Martin Buber possa rappresentare un punto di ri-partenza per aiutare persone e comunità a ri-formarsi per un presente/futuro migliore.

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1 | INTRODUZIONE La filosofia dialogico-relazionale di Martin Buber tra problema dell’uomo, realtà e utopia «Divento io nel tu; diventando io, dico tu. Ogni vita reale è incontro. […] All’inizio è la relazione» 1 . La società odierna è pervasa dalla diffusa e concreta percezione di una crisi pluri-dimensionale e dalle molteplici origini (morali e valoriali, di significato, politiche ed economiche), una situazione per la quale non s’intravedono vie d’uscita semplici e in tempi brevi. Si tratta alla radice di una crisi profondamente antropologica, prima ancora che tecnica o meramente istituzionale: individui e comunità sono spinti a interrogarsi sul senso, sui modi, sui fini del pensare e dell’agire umano nel contesto mondiale globalizzato del XXI secolo. I problemi strutturali della società sono ormai transnazionali (un evento critico locale può facilmente avere ripercussioni globali in breve tempo), interdipendenti e interattivi. Ritengo opportuno aggiungere al novero delle definizioni quella di problemi interdisciplinari e interumani (il concetto di ‘inter-’, ‘tra’, che rimanda all’idea di relazione, è precisamente al centro della riflessione filosofica e educativa buberiana oggetto di questa dissertazione), considerato come nessuna scienza della natura o umanistica - come pure nessuna singola persona o comunità - sia in grado, da sola, di fornire soluzioni efficaci e definitive a tali problemi. 1 Buber, M., Il principio dialogico e altri saggi (a cura di Poma, A.), Edizioni San Paolo, Milano 1993, p. 67, 72.

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