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Il neoliberismo nelle imprese pubbliche: il caso F.s.

In questo elaborato affronto le origini, lo sviluppo e gli effetti delle politiche neoliberiste all’interno del processo produttivo delle imprese pubbliche in Italia, senza tralasciare un accenno alla situazione europea nel suo complesso. Per comprendere meglio l’argomento trattato comincerò da una sommaria incursione nel cammino che ha portato dal primo grande liberista di fine ‘800, Adam Smith, fino al neo-liberismo contemporaneo nato dopo gli anni ‘70 del ‘900, sottolineando come siano pochissime le connessioni tra loro.
Successivamente ho cercato di descrivere come l’ondata neo-liberista abbia travolto la società stravolgendo la vita di cittadini, lavoratori e consumatori sia da tutti i punti di vista. Il mio lavoro vuole mostrare come questa nuova dottrina abbia modificato il concetto di servizi di pubblica utilità, quindi delle imprese pubbliche e dei soggetti che la compongono. La logica della cosiddetta governance, ossia l’ossessione di una gestione (o management) che si pretende efficace, s’è tradotta in dispositivi, meccanismi e pratiche che, come cercherò di mostrare, hanno destrutturato l’assetto precedente creando un nuovo effimero o utile solo a pochi e soprattutto senza futuro.

La cultura del profitto a tutti i costi a favore dei poteri forti ricade sui lavoratori e consumatori: precariato, flessibilità, licenziamenti e fuoriuscite, minor sicurezza e garanzie, cultura del lavoro storica modificata a favore delle logiche di mercato, liberalizzazioni selvagge e diritti negati. Ho cercato di esaminare in particolare questi temi insieme ad altri specifici del settore e della sua particolare storia, all’interno del Gruppo Ferrovie dello Stato, protagonista di una corposa rivoluzione neoliberista negli ultimi 30 anni.
L’obiettivo di questo lavoro è quello di mostrare le conseguenze della cosiddetta “seconda grande trasformazione” nel caso delle Ferrovie dello Stato per capire gli scenari futuri.

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4 0B0BIntroduzione In questo elaborato affronto le origini, lo sviluppo e gli effetti delle politiche neoliberiste all’interno del processo produttivo delle imprese pubbliche in Italia, senza tralasciare un accenno alla situazione europea nel suo complesso. Per comprendere meglio l’argomento trattato comincerò da una sommaria incursione nel cammino che ha portato dal primo grande liberista di fine ‘800, Adam Smith, fino al neo-liberismo contemporaneo nato dopo gli anni ‘70 del ‘900, sottolineando come siano pochissime le connessioni tra loro. Successivamente ho cercato di descrivere come l’ondata neo-liberista abbia travolto la società stravolgendo la vita di cittadini, lavoratori e consumatori sia da tutti i punti di vista. Il mio lavoro vuole mostrare come questa nuova dottrina abbia modificato il concetto di servizi di pubblica utilità, quindi delle imprese pubbliche e dei soggetti che la compongono. La logica della cosiddetta governance, ossia l’ossessione di una gestione (o management) che si pretende efficace, s’è tradotta in dispositivi, meccanismi e pratiche che, come cercherò di mostrare, hanno destrutturato l’assetto precedente creando un nuovo effimero o utile solo a pochi e soprattutto senza futuro. La cultura del profitto a tutti i costi a favore dei poteri forti ricade sui lavoratori e consumatori: precariato, flessibilità, licenziamenti e fuoriuscite, minor sicurezza e garanzie, cultura del lavoro storica modificata a favore delle logiche di mercato, liberalizzazioni selvagge e diritti negati. Ho cercato di esaminare in particolare questi temi insieme ad altri specifici del settore e della sua particolare storia, all’interno del Gruppo Ferrovie dello Stato, protagonista di una corposa rivoluzione neoliberista negli ultimi 30 anni. L’obiettivo di questo lavoro è quello di mostrare le conseguenze della cosiddetta “seconda grande trasformazione” nel caso delle Ferrovie dello Stato per capire gli scenari futuri.

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