Il linguaggio del corpo
Ci sono stati diversi dibattiti e diverse ricerche in base alle quali si cercava di capire cosa suscitasse il linguaggio del corpo. Si è giunti alla conclusione che il linguaggio del corpo, più veritiero rispetto a quello verbale che può essere maggiormente manipolato, appare non solo nel momento in cui si prova un’emozione ma, più in generale, quando si è in uno stato di disposizione a mantenere o modificare la relazione con l’ambiente. Viene esposto il pensiero accompagnato dalle rispettive ricerche, dei più importanti studiosi del linguaggio del corpo, tra i quali riconosciamo Paul Ekman, James A. Russell, Charles Darwin, Michel, Sullivan , Alan J. Fridlund, Fox e Davidson, van Hoof, Dickinson, Josè Miguel Fernandàndez-Dols ed Edward T. Hall che fu il primo studioso ad occuparsi di prossemica ecc. Oltre ai gesti, si sono voluti affrontare temi quali il sorriso, le espressioni facciali e la prossemica, tutti fondamentali nelle rapporti interpersonali. Relativamente al sorriso si è fatto un distinguo tra alcuni tipi di sorriso (di Duchenne e ludico) parlandone in relazione al motore che attivava i muscoli facciali. Si è sostenuto che il sorriso di Duchenne fosse dato da determinate condizioni ambientali e che nei bambini talvolta questo sia implicato dal sorriso della madre. Il sorriso Ludico (a bocca aperta), invece, è tipico nel gioco che richiede un contatto fisico col genitore. Entrambi i tipi di sorriso risultano avere un risvolto esperienziale e sociale. Parlando delle espressioni facciali si è arrivato a sostenere che il volto costituisce una finestra sulle emozioni, che ci permette di comprendere il significato del comportamento altrui. . Inoltre le stesse espressioni facciali possono essere considerate segnali compresi universalmente, non influenzabili dalla cultura in cui di differente vi possono essere le regole di manifestazione delle emozioni ma non le stesse espressioni che possono essere considerate attività relazionali, segnali sociali e manifestazioni di una partecipazione o meno ad una determinata situazione ambientale. Inoltre le espressioni facciali e lo sguardo sono necessari al social referencing (riferimento sociale) che consiste nella lettura dei segnali emotivi degli altri al fine di decidere come agire in una particolare situazione. Infine si è voluto affrontare il discorso della prossemica che è la disciplina che si occupa dello spazio e delle distanze all'interno di una comunicazione. Molto spesso capita di sentirsi minacciati, quasi violati quando una persona, a cui non siamo legati, ci si avvicina oltre misura. Questo perché ciascuno di noi è circondato da diverse bolle immaginarie chiamate distanze dall’importante studioso E. Hall. Queste distanze prendono il nome di: Intima, Personale, sociale e pubblica. La sensazione di essere violati si verifica nel momento in cui l’altro ci si avvicina eccessivamente e, non essendo più utilizzabile lo spazio critico, si crea una situazione critica le cui uniche soluzioni sono l’attacco o la fuga.
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Informazioni tesi
Autore: | Nazarena Pregio |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Cagliari |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Scienze dell'educazione e della formazione |
Relatore: | Gian Pietro Storari |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 48 |
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