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Ambiente, salute, lavoro. Equilibrio possibile? Il caso Ilva di Taranto presentato dai giornali

L’Ilva di Taranto è causa di forte inquinamento e impatto sull’ecosistema, un caso simile a molti altri nella storia contemporanea che ha visto contrapporre il lavoro, la salute e la tutela dell’ambiente. Un caso che invita a riflettere e rimarca l’importanza del concetto di limite che porta a contenere la nostra azione distruttiva sul nostro pianeta e a risvegliare un senso di appartenenza verso quest’ultimo. Occorre imparare ad utilizzare in modo corretto le risorse naturali perché è solo grazie all’impegno personale che si possono combattere ed evitare le minacce alla salute e all’ambiente, garantendo un equilibrio con le esigenze lavorative. È necessario sviluppare e diffondere un’educazione ambientale in grado di responsabilizzare la popolazione (sia le giovani generazioni sia gli adulti) al rispetto delle normative; fondamentale è il ruolo che ogni semplice cittadino può esercitare denunciando, anche alle autorità, i casi di inquinamento e di inadempienza. I mezzi di comunicazione di massa, come scritto anche sulla Dichiarazione di Stoccolma, devono diffondere le informazioni educative sulla necessità di proteggere e migliorare l’ambiente. Per questo motivo, sono stati analizzati alcune testate giornalistiche per capire come si sono comportati durante i mesi cruciali in cui si è svolta la vicenda Ilva, come hanno informato i tarantini e la popolazione italiana, e soprattutto che tipo di soluzioni hanno offerto. In questa sede sono stati presi in considerazione il Corriere della sera, l’Avvenire, Libero, il Fatto quotidiano e la Repubblica, quotidiani che riflettono un ampio schieramento politico da destra a sinistra.

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3 Introduzione L’uomo, dall’inizio della storia, ha sfruttato le risorse naturali per vivere. Da sempre ha costruito case ed industrie e consumato le fonti alimentari, minerarie, idriche ed energetiche disponibili sulla Terra. La situazione molto spesso è sfuggita al controllo e l’equilibro fra ambiente, salute e lavoro è venuto meno a causa della logica del profitto che ha fatto dimenticare agli uomini che è loro compito far coesistere i tre elementi in modo tale che le attività lavorative non finiscano con il distruggere il pianeta e di conseguenza la salute della popolazione. La Costituzione italiana tra i suoi principi menziona questo equilibrio nell’articolo 41 che recita: “L'iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. Il 26 luglio 2012 una tra le più grande acciaierie d’Europa, l’Ilva di Taranto, è stata messa sotto accusa per il suo forte impatto ambientale. Il giudice per le indagini preliminari di Taranto, Patrizia Todisco, ha firmato l’ordinanza con la quale ha stabilito il sequestro senza facoltà d’uso dell’intera area a caldo dello stabilimento siderurgico, e messo agli arresti il patron Emilio Riva, il figlio Nicola e sei dirigenti delle aree con le accuse di disastro ambientale colposo e doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, danneggiamento aggravato dei beni pubblici, getto e sversamento di sostanze pericolose e inquinamento atmosferico. Il caso ha destato grosse polemiche. Il 27 luglio 2012 la notizia è apparsa sulle maggiori testate giornalistiche, le quali hanno dedicato molto spazio alla vicenda trattandola attraverso diverse prospettive, chi facendo emergere l’importanza del diritto al lavoro, chi salvaguardando la salute o la tutela ambientale. In questa sede sono stati presi in considerazione il Corriere della sera, l’Avvenire, Libero, il Fatto quotidiano e la Repubblica, quotidiani che riflettono un ampio schieramento politico da destra a sinistra. L’Ilva di Taranto è causa di forte inquinamento e impatto sull’ecosistema, un caso simile a molti altri nella storia contemporanea che ha visto contrapporre il lavoro, la salute e la tutela dell’ambiente. Un caso che invita a riflettere e rimarca

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Informazioni tesi

  Autore: Paola Ravasio
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Bergamo
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Mario Salomone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 74

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