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Dialogo e comunicazione educativa secondo Martin Buber

Il messaggio di Martin Buber nell’opera Io e Tu è che l’uomo non è sostanza, bensì è una trama di rapporti e di relazioni, e sottolinea la propensione duplice verso il mondo: la relazione Io-Tu e la relazione Io-Esso. Né l’Io né il Tu vivono separatamente: essi esistono nel contesto Io-Tu. Partendo da un inquadramento introduttivo di carattere storico, in merito al contesto in cui si delineò la vita e le opere di Buber, questa tesi inizia con una prima parte dedicata alla vita di Martin Buber, ponendo attenzione alle persone che hanno influenzato il suo pensiero pedagogico e religioso. Durante la sua vita, infatti, si occupò principalmente della comunicazione come creatrice delle premesse affinché i due soggetti coinvolti potessero vivere pienamente l’incontro tanto anelato. Della comunicazione parla principalmente nell’opera Io e Tu. Delineato il quadro di riferimento iniziale, la tesi si concentrerà sulle radici filosofiche del pensiero dialogico di Buber, trattando di temi fondamentali del suo pensiero come: l’ontologia del ‘tra’, l’educazione come incontro/relazione, la sfera dell’interumano, e la formazione del ‘grande carattere’. Parte di questo capitolo è anche dedicata alla situazione dell’uomo nel mondo attuale circondato dalle tecnologie. Di fronte ad un’era tecnologica e scientifica in cui sempre più spesso l’uomo deve combattere contro un riduzionismo che ha la pretesa di rendere tutto oggetto di studio e analisi, l’umanità vive oggi l’angosciante esperienza del compimento della metafisica, cioè l’oblio più profondo della verità dell’essere. In questo ambito il pensiero del filosofo austriaco sembra voler dirigere l’essere umano verso un cammino capace di avvicinarlo nuovamente al proprio essere. Buber, infatti, afferma che l’essere umano, l’essere umano in quanto tale, rimane inoggetivabile, perchè è portatore di un mistero. Per Buber il concetto di un essere che non si riferisca al dato di fatto inerente ad ogni esistenza rimane assolutamente vuoto e privo di fondamento. E sarà esattamente questa posizione di pensare l’essere come neutro, capace di ridurre lo stesso essere ad una forma di materialismo, che Buber criticherà ad altri filosofi, per l’aver focalizzato le loro riflessioni esclusivamente sul rapporto tra l’uomo e il suo essere, e non tra l’uomo e la sua reale e profonda relazione con il Tu. La filosofia del dialogo del filosofo austriaco, si propone quindi di costruire e gettare un ponte tra un Io ed un Tu, tra un soggetto vivente ed un altro. Secondo il filosofo austriaco, l’uomo della relazione tra l’Io e il Tu si trova privato della possibilità di incontrare il Tu eterno, poiché è nella relazione tra esseri umani che trova le condizioni necessarie per giungere alla pienezza della relazione e dell’incontro tra il proprio Io e il Tu Eterno. L’ultimo capitolo è incentrato sull’opera Io e Tu e ci sarà anche una parte dedicata alla capacità adattiva dell’uomo, che porta in sé una propria potenzialità, una propria forza interiore, che spesso addirittura ignora di possedere.

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1 INTRODUZIONE Il messaggio di Martin Buber nell’opera Io e Tu è che l’uomo non è sostanza, bensì è una trama di rapporti e di relazioni, e sottolinea la propensione duplice verso il mondo: la relazione Io-Tu e la relazione Io-Esso. Né l’Io né il Tu vivono separatamente: essi esistono nel contesto Io-Tu. Non è stato facile per il filosofo affermare e far accettare le sue idee, essendo un Ebreo vissuto nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, visto che lega molto il suo pensiero all’aspetto religioso. Durante la sua vita si occupò principalmente della comunicazione come creatrice delle premesse affinché i due soggetti coinvolti potessero vivere pienamente l’incontro tanto anelato. Della comunicazione parla principalmente nell’opera Io e Tu. Il fascino disarmante dell’essenzialità racchiuso nel titolo di questo piccolo libro di Martin Buber di solo un centinaio di pagine, apre un universo di infinite possibilità, in cui i soggetti coinvolti possono in comune cercare la via per il dialogo capace di unirli in una dinamica relazionale che appartiene alla stessa natura dell’essere umano. Per comprendere i significati nascosti nell’opera, non si può prescindere da un incontro con l’autore. Parte del primo capitolo sarà infatti dedicata alla vita di Martin Buber, ponendo attenzione alle persone che hanno influenzato il suo pensiero pedagogico e religioso. Il secondo capitolo è incentrato sul pensiero dialogico del filosofo, partendo proprio da come lo considera e finendo su come è usato il dialogo oggi nei vari aspetti della società. La filosofia del dialogo, che trova i suoi massimi esponenti, oltre a Buber, in Franz Rosenzweig (1886 - 1929) e Emmanuel Lévinas (1905 - 1995), si propone di costruire e gettare un ponte tra un Io ed un Tu, tra un soggetto vivente ed un altro. Ma ancor prima di essere questo, la filosofia del dialogo tenta di gettare un ponte tra il pensiero logico-matematico e quello narrativo, (ovvero quel dialogo interiore che ognuno conduce con il proprio io e quello di storie che ognuno racconta a se stesso), in seno all’uomo stesso, affinché egli possa cogliere in se stesso un’unità, ancor prima di trovarla tra se stesso ed un Tu. Con questa scelta di modello dialogico Buber vuole proporre non solo al singolo, ma all’intera comunità, non già solo una via verso un’attenzione ed apertura ad un Tu, ma quella via attraverso la quale si aprono soprattutto le possibilità per la creazione di uno spazio comune, condiviso, della cui istituzione e del cui mantenimento gli interlocutori sono responsabili. Via attraverso la quale non solo l’Io impara ad aprirsi al Tu, ma anche via in grado di condurre l’Io e Tu verso l’unico ed eterno Tu. L’ultimo capitolo è incentrato sull’opera buberiana Io e Tu, affrontando i principali temi dell’opera legati alla relazione e alle due parole fondamentali Io-Tu e Io-Esso. In questo capitolo ci sarà anche una parte dedicata alla capacità adattiva dell’uomo, che porta in sé una propria

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