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La questione dei bambini soldato. Dal coinvolgimento alla riabilitazione

La tesi tratta della questione dei bambini soldato nel mondo. L'introduzione fa riferimento a come è stato visto e considerato il bambino nel corso del tempo fino ad arrivare al riconoscimento dei suoi inalienabili diritti, spesso però non riconosciuti da certe società contemporanee in via di sviluppo.
Sono spiegati i motivi sociali che portano al coinvolgimento di questi bambini nelle gierre civili e le tecniche di riabilitazione utilizzate da educatori, psicologi, dottori e volontari nel mondo.
Il trattato fa anche un breve riferimento alle organizzazioni governitive e non che si occupano della salvaguardia e della riabilitazione di questi bambini abusati proponendo nuove strategie di intervento.

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3 CAP. I INQUADRAMENTO DEL FENOMENO 1. Il bambino nella società Prima di introdurre la questione dei bambini soldato nel mondo, è bene fare una panoramica di come, nel corso della storia, il bambino è stato considerato all’interno della società. Gli studi sociologici, fino agli anni ’80 del secolo scorso, hanno dimostrato scarso interesse per il bambino come essere a sé stante, facendo coincidere per lungo tempo il discorso sull’infanzia con l’analisi del processo di socializzazione. Il bambino è sempre stato visto come un adulto in prospettiva e l’infanzia in generale rimaneva sottovalutata come categoria sociale. La prospettiva diversa di analisi sociologica, che si è andata affermando negli ultimi anni però (Bachelloni, 1989), valuta l’infanzia come fatto contemporaneamente individuale e sociale, ossia, sposta l’attenzione dal divenire, dallo sviluppo del futuro adulto, all’essere. In tal modo l’infanzia può assumere le caratteristiche di una categoria, strettamente collegata al sociale, suscettibile di vari tipi di interpretazioni e oggetto di diverse rappresentazioni sociali. Infatti, il bambino viene definito in modo differenziato secondo le esigenze normative dei diversi gruppi; sono quindi importantissimi, i processi di socializzazione ai quali il bambino è sottoposto. Lo esplica in modo chiaro il sociologo Durkheim, definendo l’individuo, prima di tutto individuo sociale. La socializzazione si realizza attraverso l’interiorizzazione delle norme, ovvero del modello normativo che detta le forme della solidarietà tra gli individui. Ecco perché questa “ragione sociale” prevale su qualsiasi “ragione individuale”, così come, l’adulto prevale sul bambino, creandone, con l’educazione, un individuo “ultrasocializzato”, pienamente consenziente alle regole del patto sociale e strettamente controllato dalla società. Secondo l’approccio struttural-funzionalista parsoniano, il bambino, nel momento circoscritto alla nascita, è incapace di relazione sociale ma è caratterizzato da capacità di apprendere, da sensibilità e da dipendenza. L’infante, in quanto oggetto fisico manipolabile, si presenta debole, indifeso e dipendente dagli adulti per la propria sussistenza. La socializzazione per Parsons è quindi un’interazione complementare di due soggetti. L’infante, è consapevole di

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