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Effetti della narcosi da azoto sulla funzione cognitiva

Il presente elaborato tratta un'argomento riguardante le immersioni e in particolare una sindrome che può colpire i subacquei, ovvero, la narcosi da azoto.
Poiché le attività subacquee stanno diventando sempre più popolari, è importante comprendere la patogenesi di questa sindrome e i suoi possibili effetti a lungo termine.
L'obiettivo di questa tesi, infatti, è quello di fornire un'analisi accurata dei sintomi della narcosi da azoto e dei suoi possibili meccanismi molecolari. Inoltre, analizzeremo degli studi riguardo le conseguenze a lungo termine dovute a esposizioni iperbariche ripetute.
La tesi è articolata in cinque capitoli. Nel primo viene fornita un'introduzione sulla narcosi da azoto, esaminando i sintomi, i fattori di rischio e alcuni cenni storici.
Il secondo si occupa di approfondire i principi fisici alla base della respirazione in ambiente iperbarico e i suoi effetti fisiologici. Il terzo si concentra sull'analisi di uno studio effettuato su sei subacquei ben addestrati, al fine di capire quali molecole sono implicate nella patogenesi della sindrome. Nel quarto si indaga sul possibile sito di azione dell'azoto, approfondendo i risultati di alcuni esperimenti che dimostrano l'inibizione di un recettore post-sinaptico del sistema nervoso centrale. Infine, il quinto capitolo si occupa di evidenziare i possibili effetti a lungo termine della narcosi da azoto.

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4 INTRODUZIONE Una delle caratteristiche innate nell’uomo è la sua curiosità, un istinto naturale che lo ha portato ad esplorare sempre più luoghi sconosciuti, uno dei quali è l’ambiente sottomarino. Tuttavia, il mondo subacqueo è caratterizzato da condizioni particolarmente sfavorevoli all’uomo, tra cui temperature estreme, pressione elevata e un mezzo ambientale irrespirabile. Per superare questi ostacoli sono state sviluppate tecnologie sempre più all’avanguardia: una di esse è l’autorespiratore ad aria (o sistema ARA), che ha permesso ai subacquei di aumentare la profondità e il tempo di permanenza sott’acqua. Il raggiungimento di questi obiettivi ha esposto l’uomo a rischi sempre più seri associati all’aumento della pressione ambientale, e in particolare all’aumento della pressione parziale dell’azoto. Questo gas inerte, presente insieme all’ossigeno nelle bombole ad aria usate dai subacquei, con l’aumentare della profondità può causare diverse complicazioni, tra cui la narcosi da azoto caratterizzata da un’alterazione neurocomportamentale e motoria che può compromettere la sicurezza dell’immersione. Poiché le attività subacquee stanno diventando sempre più popolari, è importante comprendere la patogenesi di questa sindrome e i suoi possibili effetti a lungo termine. L’obiettivo di questa tesi, infatti, è quello di fornire un’analisi accurata dei sintomi della narcosi da azoto e dei suoi possibili meccanismi molecolari. Inoltre, analizzeremo degli studi riguardo le conseguenze a lungo termine dovute a esposizioni iperbariche ripetute. La tesi è articolata in cinque capitoli. Nel primo viene fornita un’introduzione sulla narcosi da azoto, esaminando i sintomi, i fattori di rischio e alcuni cenni storici. Il secondo si occupa di approfondire i principi fisici alla base della respirazione in ambiente iperbarico e i suoi effetti fisiologici. Il terzo si concentra sull’analisi di uno studio effettuato su sei subacquei ben addestrati, al fine di capire quali molecole sono implicate nella patogenesi della sindrome. Nel quarto si indaga sul possibile sito di azione dell’azoto, approfondendo i risultati di alcuni esperimenti che dimostrano l’inibizione di un recettore post-sinaptico del sistema nervoso centrale. Infine, il quinto capitolo si occupa di evidenziare i possibili effetti a lungo termine della narcosi da azoto.

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Parole chiave

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profondità
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immersioni
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narcosi d'azoto
narcosi da azoto
subacquei
funzione cognitiva

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