La tutela dell’investitore nei servizi di gestione del risparmio: l’esperienza della bolla speculativa di fine millennio
Nel presente lavoro è stata innanzitutto trattata la disciplina del servizio di gestione su base individuale di portafogli di investimento per conto terzi e del servizio di gestione collettiva del risparmio per analizzare come la clientela degli intermediari si relaziona a tali servizi e come direttamente e indirettamente è tutelata, in quanto, le gestioni individuali, rispetto a quelle collettive, presentano un diverso inquadramento giuridico e una diversa struttura del rapporto contrattuale, come causa/effetto di una maggiore personalizzazione del servizio offerto alla clientela.
Nello specifico si è passati ad analizzare la problematica del conflitto di interesse ed il concetto di “indipendenza”; infatti l’indipendenza dell’attività di gestione costituisce uno dei requisiti fondamentali perché l’attività sia rivolta, senza turbative, al perseguimento dell’interesse degli investitori. L’indipendenza è condizione necessaria di una gestione protetta da influenze che possono derivare sia dall’assetto strutturale (interno o di gruppo) del soggetto che la esercita, sia dalle stesse modalità di svolgimento delle proprie attività. L’intermediario, infatti, può trovarsi in situazioni nelle quali potrebbe essere indotto a non realizzare appieno l’interesse del proprio cliente investitore, essendo, piuttosto, tentato di privilegiare altri interessi come quello proprio, quello di altri investitori o quello di soggetti collegati all’intermediario stesso.
Prima di passare alla trattazione dei fenomeni di market abuse e del ruolo dell’autorità di vigilanza nel controllare tali fenomeni, si è voluto porre l’attenzione sull’ “informazione al mercato”. La diffusione al mercato di informazioni si rivela necessaria agli investitori al fine dell’attuazione di consapevoli scelte di investimento o disinvestimento; si è quindi messo in evidenza il compito dei cc.dd. gatekeepers nel garantire al mercato la veridicità delle informazioni rilasciate dall’emittente, nella figura dei revisori contabili, per quanto riguarda le informazioni contenute nei bilanci d’esercizio, accennando anche al ruolo dei responsabili del collocamento (cc.dd. underwriters) nel garantire la veridicità delle informazioni contenute nel prospetto di emissione. Si è poi evidenziato il ruolo rilevante delle rating agencies e degli analisti finanziari nella formazione dei prezzi sul mercato secondario.
Come accennato, ci si è soffermati sui reati di insider trading e aggiotaggio evidenziando i limiti della normativa, soprattutto per quanto riguarda l’attività di enforcement della Consob.
Nell’ultimo capitolo si è passati quindi, alla luce di quanto esposto in precedenza, all’analisi dei fattori che hanno alimentato la bolla speculativa di fine millennio. Per una migliore comprensione di quanto successo, cioè per determinare le cause della rapida e sensazionale ascesa dei listini borsistici, è stato necessario individuare le motivazioni che hanno spinto il pubblico degli investitori generalmente considerato ad alimentare la corsa al rialzo: si sono presi in considerazione i fattori esogeni, cioè quei fattori che hanno spinto gli investitori a rivedere le proprie aspettative circa la crescita futura dell’economia, nei quali è stato ricompreso la naturale tendenza all’ottimismo degli analisti finanziari (spiegandone le cause e le motivazioni), e i fattori irrazionali, derivanti dall’atteggiamento emozionale degli investitori nel momento in cui decidono i loro investimenti.
Per concludere, infine, si è presa visione dei nuovi interventi normativi in ambito Comunitario, nello specifico della Direttiva n. 2003/6/CE e delle disposizioni recanti le relative misure di attuazione e della proposta di Direttiva sui servizi di investimento e sui mercati regolamentati. La prima introduce a livello comunitario una normativa organica in materia di abusi di mercato, intervenendo su materie già armonizzate e regolamentando fattispecie manipolative precedentemente non considerate e, pertanto, trattate diversamente ovvero non disciplinate dalle legislazioni dei singoli Stati membri. Di particolare importanza è la previsione di deterrenti sanzionatori di maggiore portata rispetto a quelli esistenti, e un maggior potere indagatorio ed ispettivo della Consob. La seconda Direttiva citata, invece, si basa sull’assunto che la competizione tra diversi meccanismi di esecuzione delle negoziazioni possa apportare benefici agli investitori finali, attraverso una riduzione dei costi di transazione; seguendo tale impostazione decade l’obbligo di concentrazione, cioè la possibilità per i singoli paesi membri di imporre che gli scambi su titoli quotati in un mercato regolamentato avvengano esclusivamente su tali mercati.
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Informazioni tesi
Autore: | Marco Cosentini |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative |
Corso: | Economia Bancaria |
Relatore: | Luciano Pontiroli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 179 |
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