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Parole dal privato omosessuale: auto-poiesi della coppia aperta

In questo lavoro ho cercato di esporre la mobilità del concetto di matrimonio, cosa si possa intendere oggi per coppia, ho messo in relazione la coppia con la famiglia, e provato a descrivere alcuni aspetti peculiari delle relazioni amorose fra persone omosessuali, le quali sono a tutti gli effetti ‘famiglie’. Ho ripreso la teoria sull’auto-poiesi della coppia omosessuale elaborata da Fruggeri (2005), applicandola in ottica antropologica a quel particolare contesto relazionale che prevede l’accordo fra partner primari per una non esclusività sessuale. Esaminando sei casi di coppie omosessuali aperte italiane, incontrate e intervistate fra i mesi di Giugno e Agosto 2008, ho esposto cosa si può intendere per processo di apertura della coppia, quali siano i rischi di una definizione univoca ed essenzialista, gli elementi pregiudizievoli potenzialmente legati ad essa. Ho elaborato inoltre la decostruzione dei concetti di tradimento, possessività, gelosia, sesso emersi nelle interviste, cercando inoltre di prospettare la possibilità che la stessa dialettica di coppia su questi temi, sviluppantesi dal processo di apertura sessuale, possa essere performativa delle relazioni. Influenzato dalla mia stessa ottica – la quale, più o meno esplicitamente e scientificamente, sospetta nella non esclusività sessuale uno strumento efficace alla relazionalità omosessuale – ho proposto che in questo particolare tipo di coppia la continua negoziazione delle regole e delle dimensioni dell’apertura si declini spesso in un dialogo sui confini, dialogo che veicola di per sé dei forti meccanismi identitari, contemporaneamente individuali e duali. Ritengo infine personalmente che la coppia sia uno strumento molto efficace per ricordarsi gli appuntamenti prossimi e dimenticare l’ultimo. Ho intervistato universi che mi hanno raccontato il loro modo di amarsi, in un continuo strabordare di particolarismi e sfumature soggettive che hanno messo profondamente a rischio la mia capacità di sintesi razionale. Senza paura posso dire di essermi immerso nell’amore altrui, il quale, nel materializzarsi in parole opere e concetti, non ha comunque perso nulla della miscela di fatiche e gioie quotidiane del viversi, non ha comunque rivelato molto del segreto che tiene unite due persone negli anni, finché dura. Le coppie contattate mi hanno insegnato che la separazione fra sentimento e corporeità merita un’analisi attenta e particolareggiata, chi la pratica merita un profondo rispetto: si tratta infatti di esperti in diplomazia del corpo-mente, ascoltatori, tendenti alla più chiara onestà, di desideri propri e altrui, ma anche mesti esponenti di bisogni che più umani non si può. Lontano dall’idea di aver risolto alcunché, ritengo con questo lavoro di aver illuminato a me stesso il cammino verso un interessante approfondimento antropologico, ma soprattutto di aver dato meriti e visibilità a una realtà privata carica di potenziali riflessi nel sociale, ancora tutti da scoprire.

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3 INTRODUZIONE Secondo Woody Allen “il matrimonio è quell’arte di risolvere in due quei problemi che da solo non avresti”: essendo arrivato a oggi al terzo matrimonio, sembrerebbe che tale creazione e risoluzione duale di pro- blemi continui tuttavia ad avere anche per lui un certo fascino. In questo lavoro – quantomeno caparbio e a tratti epistemologicamen- te impertinente – ho cercato di esporre come stia cambiando appunto il concetto di matrimonio, cosa si possa intendere oggi per coppia, ho mes- so in relazione la coppia con la famiglia, e provato a descrivere alcuni a- spetti peculiari delle relazioni amorose fra persone omosessuali, le quali, udite udite, sarebbero a tutti gli effetti ‘famiglie’. Ho ripreso teorie sull’auto-poiesi della coppia omosessuale, cercando di rielaborarle e ap- plicarle in ottica antropologica a quel particolare contesto relazionale che prevede l’accordo fra partner primari per una non esclusività sessuale. Esaminando sei casi di coppie omosessuali aperte italiane, incontrate e intervistate fra i mesi di Giugno e Agosto 2008 in varie parti del Paese, ho esposto cosa si può intendere per processo di apertura della coppia, quali siano i rischi di una definizione univoca ed essenzialista, gli ele- menti pregiudizievoli potenzialmente legati a essa. Ho elaborato la deco- struzione dei concetti di tradimento, possessività, gelosia, sesso emersi nelle interviste, cercando inoltre di prospettare la possibilità che la stessa dialettica di coppia su questi temi, sviluppantesi dal processo di apertura sessuale, possa essere performativa delle relazioni. Influenzato dalla mia stessa ottica – la quale, più o meno esplicitamente e scientificamente, so- spetta nella non esclusività sessuale uno strumento efficace alla relazio- nalità omosessuale – ho proposto che in questo particolare tipo di coppia la continua negoziazione delle regole e delle dimensioni dell’apertura si declini spesso in un dialogo sui confini, dialogo che veicola di per sé dei forti meccanismi identitari, contemporaneamente individuali e duali. L’analisi si chiude inoltre con diversi rimandi a ricerche da farsi, che vogliono essere stimoli personali al proseguimento e ampliamento dei complicati temi che qui, per questioni di sede, si sono solo brevemente accennati. In arrogante competizione col sopraccitato, ritengo infine personal- mente che la coppia sia invece uno strumento molto efficace per ricordar- si gli appuntamenti prossimi e dimenticare l’ultimo. Ho intervistato uni- versi che mi hanno raccontato il loro modo di amarsi, in un continuo strabordare di particolarismi e sfumature soggettive che hanno messo profondamente a rischio la mia capacità di sintesi razionale. Senza paura posso dire di essermi immerso nell’amore altrui, il quale nel materializ- zarsi in parole, opere e concetti, non ha comunque perso nulla della mi- scela di fatiche e gioie quotidiane del viversi, non ha comunque rivelato molto del segreto che tiene unite due persone negli anni, finché dura. Le coppie contattate mi hanno insegnato che la separazione fra sentimento e corporeità merita un’analisi attenta e particolareggiata, chi la pratica me- rita un profondo rispetto: si tratta infatti di esperti in diplomazia del cor-

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Informazioni tesi

  Autore: Filippo Migoni
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Antropologiche
  Corso: Scienze antropologiche
  Relatore: Francesca Sbardella
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 184

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