Crescita e povertà: un'analisi empirica per i paesi latinoamericani

SINTESI “Un economista che è nulla più che un economista è un pericolo per il suo prossimo. L'economia non è una cosa in sé; è lo studio di un aspetto della vita dell'uomo in società(..) Se il suo sapere economico resta separato da ogni retroterra di filosofia sociale, egli rischia veramente di diventare un venditore di fumo, dotato di ingegnosi stratagemmi per uscire dalle varie difficoltà, ma incapace di tenere il contatto con quelle virtù fondamentali su cui si fonda una società sana(..) La moderna scienza economica va soggetta ad un rischio reale(..) la trattazione dei problemi sociali come mere questioni tecniche e non come un aspetto della generale ricerca della Buona Vita".(J.Hicks) La povertà risulta un problema endemico non solo per molti paesi in via di sviluppo, ma, anche se in forme diverse, anche per l’Europa e per l’Italia. Il tema non può quindi essere oggetto solo di un dibattito tecnico–accademico, ma deve riguardare l’individuazione di strategie politiche ed economiche, utili per un numero sempre maggiore di paesi. Scopo di questa tesi è quello di stimolare una riflessione a proposito di crescita e povertà su due versanti. Da un lato si vogliono analizzare i concetti di crescita e povertà, ponendo sempre l’accento sulla limitatezza di guardare all’aumento della ricchezza come unico strumento per eliminare l’indigenza ed evidenziando la necessità di considerare variabili che attengano più allo sviluppo che alla crescita. Dall’altro, si vuole proporre un nuovo modello per analizzare, in concreto, come crescita e povertà si siano relazionate in alcuni paesi Latinoamericani che fino agli anni ’70 godevano di livelli di reddito simili ai paesi europei. Prima di addentrarsi nel vivo dell’analisi è quindi necessario introdurre le motivazioni che hanno portato al dibattito accademico su crescita e riduzione della povertà e chiarire le motivazioni che sottostanno questo lavoro. Per molti anni, l’unica ricetta per combattere la povertà è stata quella di incrementare il reddito delle nazioni. La ragione sottostante era quella che, se la nazione aumentava il suo reddito, tale incremento pian piano doveva diffondersi all’interno della popolazione. Dagli anni ’60, però, questa linea di pensiero andò in crisi perché ci si rese conto che la crescita da sola non poteva bastare a ridurre la povertà e che la povertà non poteva essere espressa solo