Russia e Cina: interessi convergenti e divergenti in Asia centrale e conseguenze sullo sviluppo della Shanghai Cooperation Organization
Due grandi eventi negli ultimi anni hanno sconvolto lo scenario delle relazioni internazionali, e portato alle attuali competizioni in atto nel mondo per la ri-definizioni degli equilibri di potenza, regionali e globali: il crollo dell’Unione Sovietica agli inizi degli anni Novanta, e l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, con la conseguente scelta degli Stati Uniti di lanciare la propria guerra al terrorismo.
Entrambi gli eventi hanno condizionato in modo decisivo la regione dell’Asia centrale, impostando i termini di una competizione tuttora in corso, che qualcuno ha voluto raccontare definendola “New Great Game” , in riferimento al “Grande Gioco” ottocentesco .
“New entries” del “Nuovo grande gioco”, sono Stati Uniti e Cina. In particolare gli Stati Uniti si sono da subito inseriti nel vuoto di potere lasciato dalla caduta dell’URSS grazie alla penetrazione commerciale e all’appoggio portato alle opposizioni interne dei nuovi stati, dominati per lo più ancora da oligarchie di matrice sovietica. Un peso che è però cresciuto enormemente, trasformandosi da influenza esterna in presenza diretta all’indomani degli attacchi alle Twin Towers dell’11 settembre 2001: con la conseguente invasione dell’Afghanistan, e l’installazione di basi militari nei paesi confinanti (Kirghizstan ed Uzbekistan), oltre all’appoggio degli altri paesi dell’area nel nome della comune lotta al terrorismo internazionale, gli Usa si sono inseriti direttamente nella partita per partecipare al controllo indiretto del Caucaso.
Proprio questo inserimento degli Usa nell’area, è stato uno dei motori che hanno portato alla formazione del Forum Shanghai Five prima (1996, composto da Russia, Cina, Tagikizstan, Krighyzstan e Kazakhstan), e della Shanghai Cooperation Organization poi (2001, con l’aggiunta dell’Uzbekistan).
Una organizzazione di cooperazione in cui però il ruolo dei due paesi che hanno portato alla formazione stessa dell’Organizzazione, Russia e Cina, rimane decisivo. Secondo alcuni la SCO si reggerebbe proprio su di una struttura doppia: da una parte il grande potere dei due giganti asiatici (o eurasiatici), dall’altra l’asimmetrico potere degli altri stati dell’Asia centrale .
L’obiettivo comune di limitare l’espansione degli interessi statunitensi in Oriente, ha unito Russia e Cina, allo scopo di costruire una sorta di diga strategica sullo scacchiere del “Nuovo grande gioco”, dietro la quale vengono rinforzati i rapporti economici (in particolare accordi riguardanti le forniture energetiche) e politici con i paesi centroasiatici, altrimenti a rischio rispetto ad eventuali pressioni occidentali.
Tuttavia è lecito chiedersi se gli interessi di Mosca e Pechino, confluiti nella realizzazione della SCO, convergeranno anche nel medio e lungo termine, nella regione come nel resto degli scenari globali d’azione.
La presente ricerca analizzerà gli interessi globali e regionali di politica estera dei due paesi ‘guida’ della SCO, Russia e Cina appunto, cercando di coglierne convergenze e possibili divergenze
Quanto da parte di Russia e Cina la volontà di fare dell’Organizzazione della Cooperazione di Shanghai un attore realmente di peso e considerato sullo scenario internazionale, condizioni anche le scelte degli altri paesi centroasiatici.
Si cercherò quindi di disegnare i possibili futuri scenari delle relazioni cino – russe, basate o meno in prospettiva sulla collaborazione piuttosto che sulla rivalità. Il fine della ricerca sarà analizzare come l’attuale stato, ed i possibili sviluppi, delle relazioni cino – russe, condizioneranno anche i futuri scenari dell’evoluzione della Shannghai Cooperation Organization.
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Informazioni tesi
Autore: | Fabrizio Renna |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Geopolitica e sicurezza globale|
Anno: | 2007 |
Docente/Relatore: | Paolo Prof. Simoncelli |
Istituito da: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 46 |
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