Le insorgenze antifrancesi nella storiografia
L’insieme delle rivolte popolari che costellano l’Italia di fine Settecento, in opposizione ai processi di matrice francese di repubblicanizzazione della penisola, incontrano nell’evoluzione storiografica vivaci contrapposizioni già a partire dalla definizione dell’oggetto di studio e delle categorie analitiche utilizzate. La scelta, infatti, di adottare in maniera differenziata la locuzione “insorgenze antifrancesi” ovvero “Insorgenza”, denota già preventivamente due diverse concezioni degli eventi e due visioni delle sommosse. La storiografia recente, dopo aver meritevolmente superato alcune semplificazioni e nette dicotomie soprattutto di stampo nazionalistico e risorgimentale, si divide a sua volta in due schieramenti, intorno a differenti rappresentazioni e concezioni del fenomeno dell’Insorgenza. Uno tendente ad identificare l’insieme delle rivolte come caleidoscopico ingranaggio fatto di variabili e sfaccettature diverse, più o meno legate tra loro; l’altro, intento invece a costruire un panorama delle insorgenze alquanto unitario, una serie di rivolgimenti sparsi per la penisola italiana ma legati tra loro e ben disposti a divenire fenomeno unitario ed autonomo della storia italiana.
Nel mio scritto, che giungerà agli orientamenti recenti nei capitoli terzo e quarto, tenterò di sviluppare ed illustrare l’evoluzione della storiografia sull’Insorgenza, dalle origini ai contributi più vicini ai nostri giorni. Dalle rappresentazioni coeve agli avvenimenti, ad opera dei cronisti laici ed ecclesiastici di fine Settecento, prive spesso di contenuti apprezzabili dal punto di vista dell’ampiezza dell’analisi, passerò alla trattazione dell’opera che inaugura un lungo percorso di ricerca su Rivoluzione ed Insorgenza, il Saggio Storico sulla rivoluzione napoletana, del molisano Vincenzo Cuoco, opera di grande spessore e tappa fondamentale della lunga marcia della storiografia delle rivolte antifrancesi nell’Italia di fine Settecento verso dimensioni reali ed obiettive di tale evento storico.
Nel primo capitolo, una breve rassegna degli autori che scrivono di Rivoluzione ed Insorgenza nella prima metà dell’800, permetterà di visionare la storiografia cosiddetta risorgimentale per lo spirito che la caratterizza, quell’animosità appunto in vista dell’Unità d’Italia. Passando per un interessante manoscritto di Giuseppe Mazzini, contenente le sue opinioni ed interpretazioni sull’Insorgenza del 1799, tratterò in quest’ambito anche autori meno noti dello stesso periodo, come Carlo Botta e Cesare Balbo. L’evoluzione storiografica condurrà alle raffigurazioni che nell’epoca dei fasti nazionali del Ventennio fascista si offrivano dell’Insorgenza di fine Settecento, attraverso la trattazione delle opere e dei punti di vista degli autori cosiddetti nazionalisti, concentrandomi particolarmente su di Niccolò Rodolico.
La ricerca storica inizia ad usufruire di maggiore documentazione e presenta maggiore ampiezza già a partire dalle pubblicazioni che fanno capo a Benedetto Croce ed Antonio Gramsci. Anche se si tratta di visioni ancora “partecipate” ed in certa misura “romantiche” dell’Insorgenza di fine Settecento e dei suoi protagonisti.
Il secondo capitolo del mio scritto conterrà l’interpretazione sociale delle vicende rivoluzionarie, per opera di autori quali D.Cantimori, A.Saitta, R.de Felice, G.Candeloro, contributi rilevanti che faranno registrare – come si avrà modo di leggere – un’autentica svolta negli strumenti e negli approcci storiografici, cominciando a intravedere l’ineludibile pluralità di aspetti alla base ed all’origine delle sommosse popolari antirepubblicane, privilegiando in questa fase questioni e dinamiche economico-sociali.
Il terzo e quarto capitolo, introdurranno ed illustreranno gli approcci e le posizioni della storiografia recente. Come già accennato, il dibattito tra due opposti schieramenti storiografici, neotradizionalisti e neogramsciani, rende bene l’idea della vivacità del dibattito storiografico rispetto a questo frangente della storia di fine Settecento. Contrapposizioni che in certi casi sembrano esulare – come affermerò nell’appendice dedicata alle “Conclusioni” – dai contenuti propriamente storiografici, per transitare verso contese ideologiche e filosofiche odierne, attorno a visioni del mondo e della realtà, modi di fare e concepire la storia e la ricerca storica, come i due campi e paradigmi laicismo/cattolicesimo, che riportano certamente a dibattiti e confronti attuali e lungi dall’essere risolti.
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Informazioni tesi
Autore: | Domenico Bitonti |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi della Calabria |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Vittorio Beonio Brocchieri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 164 |
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