Mito e diritto: un rapporto fecondo
Come una madre che racconta al figlio favole di animali e fiabe di cavalieri e mostri, per conciliare il sonno e favorire la crescita di valori e pregi necessari alla sua crescita morale e spirituale, così il mito accompagna civiltà e intere nazioni di chi, attraverso esempi paradigmatici di lotte, famiglie e amori, che segnano per sempre il pensiero e il confine tra il bene e il male, finisce per riconoscersi in loro. Non si tratta di una banale fede in storie assurde o comunque poco probabili e lontane, ma di una sorta di reminiscenza trascendentale che dalla notte dei tempi guida ogni uomo nella scelta di cosa è giusto e cosa è sbagliato. Il mito greco ha da sempre mantenuto questa connotazione, e infatti nel teatro (luogo ad hoc per la rielaborazione e la rinascita di queste grandi storie) si raggiungeva l’epitome assoluta di una passione, trascendenza e bellezza artistica e non, talmente potenti da unire intere città in gare quasi sacre, talmente straordinarie da costringere noi contemporanei alle briciole e alle ombre rispetto ai migliori spettacoli che la storia dell’Occidente abbia mai visto. Tale pervadente ed invadente aspetto mitico si fa sentire anche nell’antica Roma, che poggia la sua intera grandezza e struttura imperiale e morale sul mito fratricida di Romolo (e non solo), sulla divinizzazione e il racconto delle immense gesta dei grandi condottieri che hanno reso “caput mundi” un piccolo villaggio perduto nelle paludi dell’antico Lazio, salvo però accontentarsi della più semplice comicità nell’esecuzione di spettacoli teatrali di matrice (ed obiettivo) estremamente diversa rispetto ai colleghi greci, fatta eccezione per alcuni, come Seneca che troverà in Euripide ispirazione per le sue opere fortemente filosofiche. D’altro canto, però, tali opere sono molto più vicine a noi e al nostro pensiero, risultando assai utili per una ricerca quasi storiografica, volta a scoprire nuovi particolari e dettagli della vita economica, giuridica e penalistica dell’antica Roma. La triade greca parlava di valori e cambiamenti, puntando alle stelle e al cielo dell’immortalità; Plauto e Terenzio parlavano al loro popolo e alla società di cui erano membri e rappresentanti. Sebbene siano presenti queste differenze, è davvero impressionante e ammaliante come il diritto, per definizione una delle cose più concrete e immediate con cui l’uomo abbia a che fare, pronto com’è a regolare e condurre, in confini più o meno larghi da paese a paese e di anni in anni, la vita quotidiana di ognuno di noi, paghi un tributo così ampio al mito: storie di gesta e persone fuori dal tempo e dal mondo, talmente lontane, da sembrare scese dall’alto per portarci i nostri comandamenti e le direttive da seguire, per darci modelli da emulare, rispettare e compatire. Esattamente le tre azioni, una per parte o tutte insieme, possiamo riferirle ad Antigone, Beatrice Cenci e Medea. Tre storie di donne che hanno plasmato la dea Giustizia e il tempio della verità che noi giuristi miriamo a conservare e rispettare; tre donne diversissime in tutto, a partire dalla loro nazionalità e dalla loro epoca storica, dal loro temperamento e dai crimini commessi, ma unite nel dolore familiare, nel coraggio e nel profondo rispetto e segno che hanno lasciato in tutti noi. Tre protagoniste di storie affascinanti e stupende, ancora utili da tenere a mente, stelle polari culturali da seguire, strappando una pagina dalla penna immensa di William Shakespeare, camuffandoci da dottore patavini come Porzia con la conoscenza del diritto e delle sue armi legislative, cavillose, interpretative nel tentativo di mettere in pratica quello che sappiamo e abbiamo appreso per arrivare a ciò che è giusto. Il rapporto fecondo tra il diritto e il mito è sembrato nel corso dei secoli più recenti una bestemmia contro la razionalità e la certezza di cui i tempi illuminati si facevano fautori, nel tentativo di illuminare il mondo e liberarlo dalle barbarie dei tempi antichi, e (per citare un proverbio) però, cercando ciò, finendo per buttare il bambino con l’acqua sporca. In realtà, proprio il rapporto permette che la natura mutevole e multiforme del primo rimanga agganciato ad uno spessore culturale e a riferimenti spirituali che solo chi conosce e tramanda il passato possiedono. Perché, alla fin fine, solo chi parte da lontano può arrivare altrettanto lontano.
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
L'unico servizio antiplagio competitivo nel prezzo che garantisce l'aiuto della nostra redazione nel controllo dei risultati.
Analisi sicura e anonima al 100%!
Ottieni un Certificato Antiplagio dopo la valutazione.
Informazioni tesi
Autore: | Umberto Maria Laurino |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2018-19 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Maria Rosaria De Pascale |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 242 |
Forse potrebbe interessarti la tesi:
Ricerca di diritto criminale romano: Crimen maiestatis
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi