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Problemi etici e psichiatrico forensi dell'omicidio-suicidio mancato

La presente si occupa principalmente del tema del cosiddetto “omicidio-suicidio”, forma di morte doppia in cui l’assassinio è seguito a breve dal suicidio dell’autore; è un evento estremamente raro, che necessita di una comprensione teorica che vada oltre la spiegazione di esso come omicidio o suicidio.
L’interesse di medici legali, criminologi, giuristi, psichiatri forensi e operatori sociali intorno a questo tema, sorse già alla fine del diciannovesimo secolo.
I primi studi sull’argomento, seppur di notevole valore scientifico e ancora oggi di notevole pregio per la conoscenza e la comprensione di un fenomeno così complesso, tendevano a far confluire sotto la denominazione di omicidio-suicidio molteplici fattispecie, eterogenee nelle modalità di esecuzione e nelle motivazioni.
Ai nostri giorni, la letteratura scientifica sull’argomento tende a restringere la definizione all’ipotesi in cui un’aggressione a scopo omicida sia seguita dal suicidio dell’aggressore. Si è, dunque, intrapresa la strada che conduce ad una visione maggiormente unitaria del fenomeno, ma il traguardo è ancora piuttosto lontano.
La lacuna della letteratura scientifica italiana sul fenomeno ha motivato la scelta dell’argomento, seppur senza presunzione di essere completi ed esaurienti.
L’intento di questo lavoro è quello di fornire una traccia, un orientamento, su uno specifico tipo di violenza che pare essere particolarmente attuale e che tanto rilievo ha avuto anche nelle cronache degli ultimi anni.
Nel primo capitolo, si tratterà, la letteratura in merito, basandosi su pubblicazioni scientifiche straniere su riviste internazionali, vista la già citata scarsità di fonti italiane.
Nel secondo capitolo, sarà riportata la perizia di un caso, sulla base della quale, nel terzo capitolo, si analizzerà il fenomeno dell’omicidio-suicidio mancato (in cui, cioè, il suicidio non ha esito fatale), ponendo in rilievo le problematiche etiche e psichiatrico - forensi ad esso connesse.
Lo scopo è di tentare di capire il ruolo che gioca la patologia in un caso, come quello trattato, di omicidio-suicidio mancato, e fino a che punto e in che misura essa può influire sul piano penale, riguardo, ad esempio, l’imputabilità.

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 INTRODUZIONE    La  presente  si  occupa  principalmente  del  tema  del  cosiddetto  “omicidio‐suicidio”, forma di morte doppia in cui l’assassinio è seguito a  breve  dal  suicidio  dell’autore;  è  un  evento  estremamente  raro,  che  necessita di una comprensione teorica che vada oltre  la spiegazione di  esso come omicidio o suicidio.   L’interesse  di  medici  legali,  criminologi,  giuristi,  psichiatri  forensi  e  operatori  sociali  intorno  a  questo  tema,  sorse  già  alla  fine  del  diciannovesimo secolo.  I  primi  studi  sull’argomento,  seppur  di  notevole  valore  scientifico  e  ancora oggi di notevole pregio per  la conoscenza e  la comprensione di  un  fenomeno  così  complesso,  tendevano  a  far  confluire  sotto  la  denominazione  di  omicidio‐suicidio molteplici  fattispecie,  eterogenee  nelle modalità di esecuzione e nelle motivazioni.  Ai  nostri  giorni,  la  letteratura  scientifica  sull’argomento  tende  a  restringere  la  definizione  all’ipotesi  in  cui  un’aggressione  a  scopo  omicida sia seguita dal suicidio dell’aggressore. Si è, dunque, intrapresa  la  strada  che  conduce  ad  una  visione  maggiormente  unitaria  del  fenomeno, ma il traguardo è ancora piuttosto lontano.  La lacuna della letteratura scientifica italiana sul fenomeno ha motivato  la  scelta dell’argomento,  seppur  senza presunzione di essere completi  ed esaurienti.  L’intento  di  questo  lavoro  è  quello  di  fornire  una  traccia,  un  orientamento,  su  uno  specifico  tipo  di  violenza  che  pare  essere    3   

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Parole chiave

criminologia
depressione
etica
fratricidio
imputabilità
infermità
omicidio
omicidio- suicidio mancato
omicidio-suicidio
suicidio

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