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Le condotte parasuicidarie e suicidarie in adolescenza

Il Suicidio è un atto volontario in cui l’individuo consegue l’obiettivo di darsi la morte. È un progetto unico ed irripetibile che annulla nel momento stesso in cui si compie ogni altro progetto futuro. Perché si arriva al suicido? Una risposta che solo in parte può essere valida è legata al vissuto di solitudine, all’inconsapevole certezza di sentirsi soli al mondo.
Obiettivo di questo lavoro è mettere in evidenza i dati allarmanti rispetto alla diffusione del suicidio negli ultimi anni, in quanto è un fenomeno in crescita (Guaiana, 2002) e rappresenta la prima causa di morte tra i ragazzi dai 15 ai 25 anni in molti paesi come Francia, Inghilterra e Stati Uniti, mentre in Italia è la seconda causa di morte, dopo gli incidenti stradali. Inoltre, come segnala Hawton (2003), anche la prevalenza del tentato suicidio tra i 15 e i 24 anni è un fenomeno in crescita. Questo lavoro cerca, inoltre, di evidenziare le condizioni di vita sfavorevoli che possono determinare modificazioni negli atteggiamenti verso la vita e la morte tali da facilitare propositi suicidari. In particolare ci si sofferma sui fattori di rischio e di protezione, sulla differenza di genere, sulla famiglia dell’adolescente suicida analizzando gli studi e le ricerche presenti in letteratura e i diversi approcci interpretativi a tale fenomeno, le implicazioni preventive e terapeutiche che devono necessariamente passare attraverso misure miranti al rafforzamento narcisistico, alla reintroduzione di punti di riferimento e di limiti e, infine, all’avvio di un’elaborazione psichica che favorisca l’attività simbolica.
Il presente lavoro è suddiviso in quattro capitoli: il primo riguarda, La rappresentazione della morte in adolescenza, in cui viene descritto il percorso di crescita dell’adolescente che a volte può portare ad una condizione di sofferenza, dovendo rinunciare all’immagine perfetta del proprio corpo, al sentimento di onnipotenza narcisistica e alla perdita dell’infanzia. Il secondo capitolo, Pensiero ed azione suicida, riguarda le modalità di comunicazione del pensiero e dell’atto suicida, la tendenza all’azione e la scelta del modo di togliersi la vita. Il terzo capitolo, Psicodinamica del suicidio ed epidemiologia, punto centrale di questa tesi, raccoglie varie teorie e approcci interpretativi delle condotte suicidarie adolescenziali, la psicopatologia, le strategie cognitive, l’epidemiologia, le variabili socio-demografiche che influenzano le condotte suicidarie giovanili, fattori di rischio e di protezione e fattori precipitanti e il trattamento in caso di tentato suicidio. Il quarto ed ultimo capitolo, Valutazione e Prevenzione del Suicidio, prende in esame i pregiudizi sul suicidio,la reazione dei familiari e in particolare dei genitori, e come si può intervenire e prevenire un rischio di suicidio. Le implicazioni preventive e terapeutiche devono necessariamente passare attraverso misure miranti al rafforzamento narcisistico, alla reintroduzione di punti di riferimento e di limiti e, infine, all’avvio di un’elaborazione psichica che favorisca l’attività simbolica.

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1 INTRODUZIONE Il Suicidio è un atto volontario in cui l‟individuo consegue l‟obiettivo di darsi la morte. È un progetto unico ed irripetibile che annulla nel momento stesso in cui si compie ogni altro progetto futuro. Perché si arriva al suicido? Una risposta che solo in parte può essere valida è legata al vissuto di solitudine, all‟inconsapevole certezza di sentirsi soli al mondo. Obiettivo di questo lavoro è mettere in evidenza i dati allarmanti rispetto alla diffusione del suicidio negli ultimi anni, in quanto è un fenomeno in crescita (Guaiana, 2002) e rappresenta la prima causa di morte tra i ragazzi dai 15 ai 25 anni in molti paesi come Francia, Inghilterra e Stati Uniti, mentre in Italia è la seconda causa di morte, dopo gli incidenti stradali. Inoltre, come segnala Hawton (2003), anche la prevalenza del tentato suicidio tra i 15 e i 24 anni è un fenomeno in crescita. Questo lavoro cerca, inoltre, di evidenziare le condizioni di vita sfavorevoli che possono determinare modificazioni negli atteggiamenti verso la vita e la morte tali da facilitare propositi suicidari. In particolare ci si sofferma sui fattori di rischio e di protezione, sulla differenza di genere, sulla famiglia dell‟adolescente suicida analizzando gli studi e le ricerche presenti in letteratura e i diversi approcci interpretativi a tale fenomeno, le implicazioni preventive e terapeutiche che devono necessariamente passare attraverso misure miranti al rafforzamento narcisistico, alla reintroduzione di punti di riferimento e di limiti e, infine, all‟avvio di un‟elaborazione psichica che favorisca l‟attività simbolica. Il presente lavoro è suddiviso in quattro capitoli: il primo riguarda, La rappresentazione della morte in adolescenza, in cui viene descritto il percorso di crescita dell‟adolescente che a volte può portare ad una condizione di sofferenza, dovendo rinunciare all‟immagine perfetta del proprio corpo, al sentimento di onnipotenza narcisistica e alla perdita dell‟infanzia. Il secondo capitolo, Pensiero ed azione suicida, riguarda le modalità di comunicazione del pensiero e dell‟atto suicida, la tendenza all‟azione e la scelta del modo di togliersi la vita. Il terzo capitolo, Psicodinamica del suicidio ed epidemiologia, punto centrale di questa tesi, raccoglie varie teorie e approcci interpretativi delle condotte suicidarie adolescenziali, la psicopatologia, le strategie cognitive, l‟epidemiologia, le variabili socio-demografiche che influenzano le condotte suicidarie giovanili, fattori di rischio e di protezione e fattori precipitanti e il trattamento in caso di tentato suicidio. Il quarto ed ultimo capitolo, Valutazione e Prevenzione del Suicidio, prende in esame i pregiudizi sul suicidio,la reazione dei familiari e in particolare dei genitori, e come si può intervenire e prevenire

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