Usi della musica in psicologia

1. STUDI SPERIMENTALI La musica, intesa sia come ascolto che come esecuzione e produzione, avendo implicazioni su molteplici piani a livello percettivo, relazionale, emozionale, coinvolge di fatto svariate aree cerebrali e processi cognitivi, motivo per cui diventa un prezioso e versatile strumento nell’ambito della ricerca. Di seguito, passando in rassegna diversi studi sperimentali, vedremo come un certo uso della musica possa aiutare a gettar luce su alcuni meccanismi umani fondamentali come linguaggio, memoria, apprendimento ed emozioni. Affrontare questo percorso, seppur brevemente e in modo generale, sarà utile per chiarire sé, come e perché avvalersi della musica in ambito terapeutico, sia effettivamente una questione valida, percorribile e auspicabile. 1.1. MUSICA E LINGUAGGIO “L’essere umano possiede due sistemi distinti di comunicazione: il linguaggio e la musica entrambi presenti nella specie umana fin dalle sue origini”. Harvey (2018) Le aree coinvolte nelle attività di ascolto musicale sono simili a quelle interessate per processare il linguaggio parlato. Studi che utilizzano fMRI e altri metodi per 2 monitorare l'attività cerebrale, hanno rivelato che elementi sia del linguaggio che della musica, inclusi ad esempio aspetti dell'elaborazione dell'intonazione e del ritmo Rogalsky et al., 2011; Perrachione et al., (2013), e forse anche alcuni elementi della sintassi Bigand et al., (2014), vengono elaborati in regioni strettamente correlate all'interno del cervello. In questo senso Deutsch, Henthorn, & Lapidis, (2011) attraverso un'interessante ricerca hanno dimostrato che la linea di demarcazione tra percezione del linguaggio e percezione della musica è risonanza magnetica funzionale 2 3