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Ipnoterapia senza trance: quando le parole sembrano magiche

Lo scopo di questo lavoro è stato di analizzare approfonditamente gli aspetti dell’ipnosi, considerandola dalle sue origini e valutando di conseguenza le emozioni umane e come esse vengano espresse, sino ad arrivare alle applicazioni contemporanee di questa disciplina e di come si stia rivelando utile in tempi moderni applicata in vari campi.
Nel primo capitolo ho esaminato le origini dell’ipnosi, valutandone gli effetti scientificamente osservabili; ho voluto sottolineare come, nonostante l’efficacia empirica dell’ipnosi sia ormai riconosciuta da moltissimo tempo, la natura dello stato ipnotico continui tuttora a porre interrogativi e sfide, facendo nascere dibattiti estremamente interessanti e protratti nel tempo. Ho altresì esaminato le emozioni e la loro espressione e la differenza tra mindfulness e ipnosi.
Nel secondo capitolo viene trattata l’ipnosi senza trance, ovvero utilizzando metodi comunicativi strategici applicati a scopi terapeutici che inducono il paziente al benessere. Sono stati esaminati i vari passi che hanno portato alla comunicazione strategica e da quali studi sia nata l’ipnoterapia senza trance, scandagliando la differenza tra ipnosi e suggestione, procedendo poi con i vari passaggi storici volti ad arrivare all’utilizzo del linguaggio come metodo di persuasione, che trovano radici nella filosofia, ho analizzato anche le principali teorie del cambiamento, e le tecniche di manipolazione mentale.
Nel terzo capitolo si riprende il concetto specifico di ipnosi rapportata alle neuroscienze, in quanto molti fenomeni che si evincono dallo studio dello stato di alterazione della coscienza pongono domande alla ricerca neuroscientifica.
Infatti, una buona organizzazione dell’attività cerebrale in assenza di stimoli esterni è propedeutica alla condizione ipnotica, e si sono valutati i tre punti focali su cui la maggior parte delle ricerche neuroscientifiche si è concentrata sino a questo momento, senza trascurare le differenze individuali che si evidenziano nell’ipnotizzabilità.
A fronte di quanto emerso dal lavoro di tesi si può concludere che l’ipnosi coinvolge la persona dal punto di vista fisico e psicologico, influendo sulle sue condizioni di comportamento, aumentandone le condizioni di concentrazione e permettendo al soggetto di essere particolarmente ricettivo alle suggestioni.
L’ipnosi ha dimostrato sulla base di applicazioni concrete la propria utilità e validità, venendo considerata ormai da molti un’alternativa a farmaci anestetici e sedazioni profonde, specie in pazienti con multiple comorbilità.
Ho ritenuto particolarmente interessante aver valutato come l’ipnoterapia sia applicata anche in medicina, infatti, l’ipnosi clinica viene utilizzata in ambiti specialistici a vari livelli.
Fondamentale è il rapporto tra psicoterapeuta e paziente, che devono incamminarsi in direzione comune veicolando le emozioni in maniera serena, permettendo alle immagini rimosse di emergere dal profondo per poter essere rielaborate.

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48 CAPITOLO III Ipnosi e neuroscienze L'ipnosi è uno stato di alterazione della coscienza o una tecnica che mira a ridurre deliberatamente l'intrusione di stimoli esterni, come il dolore, nella consapevolezza, caratterizzata da un alto grado di autenticità, in quanto vissuta come reale e involontaria. Nella pratica clinica, l'ipnosi non è autoritaria, passiva e centrata sul terapeuta, ma è un metodo orientato alle risorse e alla soluzione, in cui l'attenzione è sulle potenzialità del paziente. Nella maggior parte dei casi, l'induzione dell’ipnosi è stabilita utilizzando suggerimenti per il rilassamento offerti da una persona adeguatamente formata, o utilizzando esperienze immaginative che comportano alterazioni della percezione cosciente e della memoria, e il controllo volontario dell'azione (Faymonville et al., 2003). I suggerimenti funzionano tramite segnali verbali e non verbali che corrispondono alle aspettative interne e hanno un potente effetto sui processi somatici mentali e involontari (Kihlstrom, J.F., 2013). L’ipnosi è stata descritta come “una procedura durante la quale un operatore sanitario o un ricercatore suggerisce che un paziente o un soggetto sperimenta cambiamenti nelle sensazioni, percezioni, pensieri o comportamenti” (Faymonville et al., 2003, p. 464). Dunque, durante uno stato ipnotico, i processi fisiologici, cognitivi e affettivi così come il comportamento possono essere modificati. Molti fenomeni che emergono dallo studio degli stati di alterazione della coscienza come l’ipnosi pongono numerosi interrogativi alla ricerca neuroscientifica. Già nel 1800, James Braid coniò il termine “neuro-ipnotismo” per chiarire come l’ipnosi avesse una base oggettiva e verificabile nell'attività cerebrale, teorizzando una paralisi dei centri nervosi che presumibilmente risultava dalla fissazione oculare e che induceva uno stato simile al sonno (Kravis, N. M., 1988). Successivamente, William James sostenne l’idea che l’ipnosi fosse uno stato simile al sonno (Kihlstrom, J. F., & McConkey, K. M., 1990), mentre Pavlov

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Concetta Cigna
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2022-23
  Università: Università Telematica "E-Campus"
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Jacopo Grisolaghi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 100

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