Genitori tossicodipendenti e programmi di sostegno
Per molti anni, forse troppi, in Italia la lotta alla droga e le strategie di recupero dei tossicodipendenti sono state caratterizzate dalla regola degli “opposti estremismi”. Chi si accostava alla comprensione delle problematiche e delle persone tossicodipendenti faceva ricorso a due tipi di modelli: quello morale che considera i soggetti tossicodipendenti dei viziosi, privi di forza di volontà, tesi unicamente al proprio piacere, incuranti degli altri e, per questo, responsabili della propria condizione, e il modello della malattia, che spiega queste condizioni sulla base di una predisposizione innata verso la dipendenza da sostanze.
Fino a non molti anni fa, la condizione dell’essere genitori nelle persone tossicodipendenti non era stata seriamente presa in considerazione. Ciò è probabilmente dovuto a una difficoltà nell’associare condizioni come la «maternità» e la «tossicodipendenza», condizioni in netto contrasto per l’immaginario collettivo: la prima fortemente evocativa di vita e di piena realizzazione della donna, la seconda come immagine distruttiva o quanto meno fallimentare e di arresto del processo di sviluppo.
Ed è proprio di questi due argomenti, tossicodipendenza e genitorialità, che tratterà questo elaborato.
Il lavoro è diviso in tre parti fondamentali, corrispondenti ai tre capitoli.
Nel primo capitolo ho approfondito la tematica della tossicodipendenza, partendo da una descrizione del fenomeno, delle teorie sull’argomento, presenti in letteratura, dei rischi e delle varie patologie, a cui i tossicodipendenti vanno incontro; nella seconda parte del capitolo mi sono concentrata sulle figure dei genitori tossicodipendenti, fino a delineare le varie caratteristiche, che contraddistinguono questa popolazione, prima in maniera più generica, poi focalizzando l’attenzione sulle singole figure materna e paterna. A conclusione del capitolo, ho ritenuto importante inserire un paragrafo, che considerasse anche il punto di vista del bambino, sottolineando gli effetti fisici e psicologici, che la tossicodipendenza dei genitori può avere nel suo sviluppo e nella sua crescita.
Per quanto riguarda il secondo capitolo, ho scelto di dare importanza alla tematica della genitorialità. In primo luogo ho dato una definizione e ho affrontato i vari aspetti ad essa collegati, come, ad esempio, la ristrutturazione della coppia e il momento dell’assunzione del ruolo genitoriale; poi ho evidenziato le varie funzioni che devono essere assolte quando si diventa genitori. Nel secondo paragrafo di questo capitolo ho fornito una descrizione delle diverse situazioni di rischio, che possono rendere la genitorialità vulnerabile. In seguito, ho approfondito le varie tipologie di intervento a sostegno della genitorialità, parlando dei vari livelli a cui si collocano questi interventi, a seconda dei diversi servizi offerti. Mi sono soffermata, infine, su una particolare tipologia di programma di sostegno alla genitorialità: l’Home Visiting, di cui ho evidenziato le caratteristiche principali, i vari contesti e le varie popolazioni, a cui può essere applicato, il personale coinvolto, ecc. Nell’ultima parte del capitolo, ho scelto di inserire una breve rassegna di un intervento di sostegno alla genitorialità, svoltosi all’interno dei servizi per l’infanzia del comune di Firenze, per dare un esempio più “concreto” di quanto esposto in precedenza.
Nel terzo ed ultimo capitolo ho cercato di fondere i due temi principali, per arrivare a delineare alcuni possibili interventi, che forniscano un supporto ai genitori tossicodipendenti e gli diano la possibilità di far emergere le capacità di prendersi cura dei loro figli. Nella prima parte del capitolo sono state messe in evidenza le varie caratteristiche che un intervento, rivolto a genitori tossicodipendenti in difficoltà, dovrebbe contemplare, gli obiettivi principali che dovrebbe porsi, le modalità di interazione e cooperazione, a cui i diversi servizi, implicati nella presa in carico, dovrebbero attenersi, ecc. Nella seconda parte, ho dato rilievo alle diverse soluzioni, che possono essere adottate, all’interno degli interventi: un paragrafo è stato dedicato alla psicoterapia di sostegno individuale e al counseling, un altro ai programmi di Home Visiting e, infine, uno alle comunità residenziali, che forniscono accoglienza alla diade madre-bambino. A conclusione del capitolo, ho deciso di fornire un esempio della struttura e dell’organizzazione di una comunità per madri e bambini: la comunità residenziale terapeutico-riabilitativa “Vanessa”, presente sul territorio di Trieste.
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Informazioni tesi
Autore: | Annamaria Barzellotti |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Scienze e tecniche psicologiche |
Relatore: | Anna Maria Speranza |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 102 |
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