Basi biologiche e genetiche del disturbo borderline di personalità

Il disturbo borderline di personalità è uno dei disturbi più drammatici. Porta a chi ne è affetto disordini nell’affettività e quindi nella propria vita, nelle relazioni anche più intime. Fino ad ora è definito un disturbo difficile da trattare, che manca di un trattamento farmacologico designato o psicoterapie che spesso non portano all’eliminazione totale del disturbo in questione. Nella maggior parte del XX secolo il disturbo borderline era concettualizzato, diagnosticato e trattato in termini strettamente psicodinamici. Solo recentemente l’attenzione si è spostata a valutare il disturbo in termini biologici e genetici. Per questo motivo ho voluto mettere in evidenza l’importanza di quest’ultimi fattori, ancora oggi poco usati per stimare il disturbo borderline di personalità. Nel primo capitolo ho voluto fare una digressione dal tema principale per introdurre il disturbo studiato, spiegando da dove esso trae le sue origini e le mutazioni che ha subito la sua teorizzazione. In seguito ho elencato i criteri del DSM che tutt’ora i professionisti usano per diagnosticare e trattare i pazienti borderline, con la relativa descrizione esaustiva dei tratti di personalità compromessi e dei comportamenti manifesti. Nel secondo capitolo esprimo con studi empirici l’influenza che ha la biologia e la genetica sull’eziopatogenesi del disturbo, elencando tutte le funzioni della nostra mente che influiscono, dalle regioni della nostra corteccia ai geni che ne codificano le funzioni. Infine, in un ultimo breve capitolo descrivo i trattamenti farmacologici ad oggi più utilizzati, esaminando i pro e i contro, proponendo terapie di nicchia, ancora non a pieno valorizzate.