Alcol e comportamenti sessuali nei giovani adulti: un'applicazione dell'Alcohol Myopia Theory
Nell’ultimo decennio, in Italia, si è registrato un incremento del consumo di bevande alcoliche tra i giovani dai 15 ai 34 anni e si è osservato un cambiamento nella modalità di assunzione. Si è passati, infatti, da un modello del bere mediterraneo e tradizionale, che considera il consumo di alcol come parte integrante dell’alimentazione, ad un modello, mutuato dalla cultura anglosassone, identificato con il nome di “binge-drinking” (bere per ubriacarsi) e caratterizzato dal consumo di elevate quantità di alcol, generalmente birra e superalcolici, concentrato in un breve arco di tempo.
Generalmente si pensa che bere sia un modo per essere più disinibiti, per ridurre l’ansia e per migliorare le proprie capacità relazionali. E’ per questo motivo che spesso i giovani consumano alcolici in situazioni di interazione sessuale, attribuendo a questa sostanza proprietà afrodisiache.
In realtà, l’alcol agisce sulla sessualità riducendo la risposta fisiologica e provocando un aumento dell’attivazione sessuale a livello psicologico. Secondo i sostenitori della teoria delle aspettative, questa risposta comportamentale è dovuta alle credenze soggettive riguardo il modo in cui l’alcol agisce sull’organismo, e non a particolari proprietà farmacologiche della sostanza stessa.
Al contrario, secondo la teoria della disinibizione, l’alcol agisce a livello del meccanismo di inibizione comportamentale riducendo i freni inibitori e impedendo al soggetto di controllare il proprio comportamento.
Un altro modello teorico che cerca di spiegare gli effetti dell’alcol sul comportamento sessuale è l’Alcohol Myopia Theory. Secondo questo approccio, l’alcol provoca una riduzione dei processi percettivi e cognitivi, una cosiddetta “miopia”, per cui l’individuo ha una percezione distorta e superficiale della realtà e riesce ad elaborare solo le informazioni circostanti più salienti. L’interazione di questo stato miope con determinati stimoli situazionali, interni o esterni, è responsabile dei comportamenti eccessivi che l’individuo da sobrio non assumerebbe.
La ricerca effettuata in questo lavoro ha come teoria di riferimento l’AMT e si pone l’obiettivo di indagare il comportamento sessuale dei giovani adulti (maschi di 20-30 anni) sotto l’effetto dell’alcol. Si ipotizza che in presenza di stimoli più salienti di natura provocatoria, cioè che inducono una risposta comportamentale disinibita, i soggetti intossicati siano intenzionati, a differenza dei sobri, ad avere un rapporto sessuale non protetto con una partner appena conosciuta e che siano anche più portati a fornire giustificazioni per il comportamento adottato.
I risultati emersi confermano l’ipotesi di partenza riguardo l’intenzione di avere o meno un rapporto sessuale a rischio, ma non riguardo le giustificazioni, dimostrando la validità dell’AMT come modello teorico esplicativo degli effetti dell’alcol sul comportamento sessuale dei giovani in stato di intossicazione alcolica.
Inoltre, i risultati ottenuti da questa indagine e gli studi a sostegno dell’AMT presenti in letteratura, offrono uno spunto interessante per la ricerca di strategie preventive con lo scopo di ridurre l’incidenza dei comportamenti sessuali a rischio associati al consumo eccessivo di alcol da parte dei giovani.
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Informazioni tesi
Autore: | Raffaella Succi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Luca Pietrantoni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 108 |
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