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Le rappresentazioni sociali della malattia mentale: un'indagine sui giornalisti

Nella prima parte della tesi viene illustrata la prospettiva teorica delle rappresentazioni sociali, esaminandone le origini, le caratteristiche principali e il rapporto con i sistemi di comunicazione (Moscovici, 1961 e 1984; Palmonari, 1995).
In seguito, vengono considerati e descritti i contributi principali provenienti dall’ambito antropologico, sociologico e psicologico per lo studio della malattia mentale in diversi contesti e periodi.
Dopo aver esposto le ricerche più significative sulle rappresentazioni sociali della patologia psichiatrica diffuse in varie fasce della popolazione, si analizzano i risultati di alcune indagini che dagli anni ’60 ad oggi hanno studiato le modalità tramite cui la malattia mentale viene rappresentata dalla stampa.
Viene poi presentata la ricerca empirica effettuata tramite intervista semi-strutturata a dieci giornalisti, di cui otto uomini e due donne, che lavorano per le testate cittadine di cinque diversi quotidiani di Bologna e di Modena. Otto soggetti si occupano di cronaca nera e/o giudiziaria; tutti possiedono alti livelli di scolarità e svolgono la professione giornalistica in media da tredici anni, mentre lavorano per il quotidiano in cui sono impegnati attualmente da un minimo di quattro anni ad un massimo di diciannove.
Le interviste ai giornalisti sono state finalizzate ad indagare le seguenti aree tematiche:
1) modalità di trattamento delle notizie riguardanti la malattia mentale;
2) percezione sociale del proprio ruolo professionale;
3) percezione dell’opinione pubblica riguardo alla malattia mentale;
4) individuazione e caratterizzazione della malattia mentale e di chi ne soffre;
5) attese sociali nei confronti della gestione della malattia mentale.
L’obiettivo prioritario della ricerca è stato dunque quello di esaminare le rappresentazioni sociali della malattia e del malato mentale diffuse tra i giornalisti, i quali, in virtù della loro attività professionale, da un lato riflettono e ripropongono le rappresentazioni sociali condivise dalla popolazione, dall’altro hanno la possibilità di influire sulle idee, sulle conoscenze e sugli atteggiamenti che i lettori possiedono. La ricerca ha inteso esplorare principalmente le rappresentazioni sociali della patologia psichiatrica diffuse nel campione, ma ha anche potuto illustrare quelle condivise dalla popolazione così come vengono filtrate ed espresse dalle opinioni dei giornalisti, analizzando inoltre e in particolare le modalità di trattamento riservate dai quotidiani alle notizie che in vario modo affrontano la tematica della malattia mentale.
Dall’analisi delle interviste è emerso che la stampa tratta questo argomento soprattutto in occasione di fatti di cronaca nera, che molto spesso vengono collocati in grande evidenza sulle pagine del quotidiano.
Sia la finalità prioritaria perseguita dai giornalisti che le aspettative della gente vengono individuate dalla maggior parte del campione nell’esigenza di illustrare ed analizzare i molteplici aspetti costitutivi della notizia, soprattutto quelli riguardanti gli interventi assistenziali rivolti ai malati mentali e alle loro famiglie.
Gli intervistati hanno poi attribuito alla popolazione (e spesso a sé stessi) una conoscenza perlopiù scarsa in merito a questo argomento, sostenendo in seguito che la percezione più diffusa nei confronti dei sofferenti psichici è sostanzialmente negativa, in quanto connotata in primo luogo dalla paura e dall’indifferenza.
Riguardo poi alla caratterizzazione della malattia mentale, il campione ha affermato l’esigenza primaria di seguire, aiutare ed assistere chi è affetto da tale patologia, che viene concepita perlopiù come una malattia molto invalidante e che quasi mai evolve verso la guarigione.
Infine, per i giornalisti è necessario che tutte le componenti sociali si attivino e s’impegnino maggiormente nella gestione della malattia mentale, che non può essere affrontata esclusivamente da chi ne soffre e ne è coinvolto, né tanto meno da una sola categoria professionale.
In definitiva, dalla ricerca è emerso che le rappresentazioni sociali dei giornalisti sono caratterizzate principalmente dalla percezione di gravità e da una scarsa conoscenza della malattia mentale, cosicché anche le informazioni trasmesse in merito dalla stampa rivelano questi stessi elementi. Infatti, dalle risposte del campione è risultato che tra la popolazione sono diffuse conoscenze inadeguate e una percezione perlopiù negativa dei sofferenti psichici, entrambe alimentate in buona parte dal fatto che la stampa affronta quest’argomento prevalentemente nell’ambito della cronaca nera, trascurando quasi sempre di approfondirlo e di spiegarlo con termini chiari.

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1 Capitolo primo La prospettiva teorica delle rappresentazioni sociali 1.1 Le origini delle rappresentazioni sociali 1.1.1 Rappresentazioni sociali tra sociologia e psicologia Si deve a Serge Moscovici l�elaborazione della nozione di rappresentazione sociale, illustrata nel suo lavoro pi� celebre sulla diffusione della psicanalisi alla fine degli anni �50 nella societ� francese (Moscovici, 1961). Tale nozione era stata usata in precedenza da molti sociologi, che la impiegarono soprattutto come termine descrittivo per riferirsi a qualche fenomeno collettivo. Moscovici avverte che la psicologia sociale deve considerare le rappresentazioni sociali da una prospettiva diversa rispetto a quella adottata dalla sociologia, che le ha interpretate come �date�, come entit� esplicative irriducibili attraverso qualsiasi ulteriore analisi. �Si sapeva che le rappresentazioni sociali ricorrevano nella societ�, ma nessuno si preoccupava della loro struttura o delle loro dinamiche interne. La psicologia sociale, d�altra parte, � e deve essere preoccupata esclusivamente della struttura e delle dinamiche delle rappresentazioni� (Moscovici, 1984). Moscovici riconosce che il primo ad occuparsi delle rappresentazioni sociali indagandone struttura e dinamiche fu Piaget, nel suo studio sulla rappresentazione del mondo del bambino, che rimane un modello ancora oggi. Procedendo in questa direzione, Moscovici intende considerare le rappresentazioni sociali non pi� come un concetto, bens� come un fenomeno. Lo studio delle rappresentazioni sociali costituisce uno degli oggetti privilegiati di cui si occupa la psicologia sociale, in quanto esso non intende

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