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La cybersecurity awareness come prima difesa contro i crimini informatici nel settore sanitario

In un’epoca caratterizzata dalla crescente digitalizzazione della vita quotidiana, il rischio di attacchi informatici è ancora percepito meno del dovuto, nonostante le azioni criminali siano in crescita ed abbiano impatti sempre più rilevanti. Ad aggravare la situazione, nella maggior parte dei casi, è il fattore umano ad “aprire le porte” dei sistemi informatici a criminali sempre più spesso strutturati in vere e proprie “gang”. In tale contesto, soprattutto in un settore delicato come quello sanitario, assume grande importanza la creazione e il mantenimento nel tempo di un’adeguata cultura del rischio informatico in grado di accompagnare l’attività quotidiana ad ogni livello, partendo dal vertice aziendale che andrebbe supportato con l’introduzione della figura del CISO, simbolo di una strutturazione maggiormente orientata alla cybersecurity. In un mondo clinico caratterizzato da criticità consolidate e sottoposto ad enorme stress durante la pandemia, non ancora abituato a valutare e monitorare il rischio cyber, l’aumento delle misure di sicurezza è stato spesso vanificato dalla debolezza del fattore umano. Pertanto, è fondamentale infondere al personale un adeguato livello di consapevolezza (“awareness”) dei rischi esistenti e dell’importanza del loro ruolo in ottica difensiva: a tal fine, non è sufficiente una formazione “occasionale” bensì è necessario un piano di sensibilizzazione basato sull’utilizzo di diversi canali comunicativi e su un aggiornamento continuo realizzabile in diverse forme, comprensivo di esercitazioni pratiche, giochi di ruolo nonché vere e proprie simulazioni di attacco, per misurare la capacità di risposta di fronte a situazioni di reale pericolo. Solo in questo modo, gli operatori possono diventare la prima vera difesa dell’infrastruttura di un’azienda, dei relativi applicativi e dei dati trattati al loro interno.

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1. Evoluzione tecnologica e sicurezza informatica L’evoluzione tecnologica in atto negli ultimi anni, costituita da un grado sempre maggiore di digitalizzazione e soprattutto di interconnessione di persone e oggetti a livello globale, è in grado di portare benefici all’interno della vita privata - sempre più legata a strumenti tecnologici quali smartphone, tablet, smartwatch e simili - e dei contesti lavorativi moderni. D'altro canto, però, ogni aggiunta di un nuovo dispositivo all’interno di una rete esistente ne aumenta la “superficie informatizzata” e dunque le possibili modalità di attacco da parte dei criminali informatici. Se essere totalmente immuni da tali attacchi non è possibile, in quanto pensare ad una situazione di “rischio zero” non è realistico, diventa una necessità sempre più impellente l’innalzamento e il mantenimento nel tempo su livelli alti dei sistemi di difesa e protezione delle risorse informatiche aziendali, nel settore privato ed ancora di più in quello pubblico, per frenare il più possibile le iniziative illegali. Infatti, al giorno d’oggi, sembra ragionevole affermare con sostanziale certezza che chiunque affidi alla rete la pubblicazione di servizi debba mettersi nelle condizioni di affrontare potenziali attacchi informatici, così come debba adottare misure preventive per cercare di evitarli. Una successiva analisi forense, poi, risulta necessaria ogni volta che si verifichi un incidente o un’intrusione di qualsiasi tipologia, per ottenere una stima dei danni subiti, attuare un piano di risposta, verificare la possibilità che persistano nel sistema le tracce della presenza dei cybercriminali o dei loro software malevoli e ridurre la possibilità che il problema si verifichi nuovamente. In un simile contesto, è diventato ormai abituale sentir parlare di “cybersecurity” - traduzione inglese di “sicurezza informatica” - quale termine di uso piuttosto recente che deve la propria diffusione soprattutto al National Institute for Standards and Technologies (NIST), afferente al Dipartimento del Commercio statunitense. Una definizione universale di “cybersecurity” non esiste, tuttavia la stessa potrebbe essere intesa come quel complesso di “tutele e misure adottate per difendere i sistemi informativi e i relativi utenti da accessi non autorizzati, attacchi e danni al fine di assicurare la riservatezza, l’integrità e la disponibilità dei dati” 1 . 1 Fonte : Veiluva Enzo, “Dispense di Cybersecurity”, in Master in “Specialista in Cybersecurity, Digital Forensics e Data Protection” - Modulo 2, Università Niccolò Cusano, a.a. 2021-22; 4

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Informazioni tesi

  Autore: Davide Sardi
  Tipo: Tesi di Master
Master in Specialista in Cybersecurity, Digital Forensics e Data Protection (2° Liv.)
Anno: 2022
Docente/Relatore: Enzo Veiluva
Istituito da: UniCusano - Università degli Studi Niccolò Cusano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 85

FAQ

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Parole chiave

formazione
privacy
crimini informatici
dati personali
sicurezza informatica
hacker
awareness
protezione dati
cybersecurity
rischi cyber

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