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Le politiche contro la povertà in Europa. Il bilancio della crisi

La mia tesi riguarda la povertà in Europa e cerca di analizzare le politiche per contrastarla.
La recente crisi economica ha fatto sì che la povertà, l’esclusione sociale e la disuguaglianza si andassero diffondendo in maniera esponenziale, colpendo milioni di persone e di famiglie, che oggi vivono in condizioni inaccettabili, in uno scenario europeo caratterizzato dall’evoluzione di troppi rischi sociali. La povertà post crisi è una questione molto complessa ed articolata, la gravità della situazione è tale da implicare un’urgenza, ovvero quella di adoperare un approccio prioritario di contrasto alla povertà, e pertanto implementare politiche che riescano davvero a risolverla.
Da qui si è sviluppato il mio interesse nell’evidenziare l’importanza e il valore che assumono le politiche di contrasto alla povertà.
Oggi 123 milioni di persone, quindi quasi un quarto della popolazione europea, sono a rischio povertà o esclusione sociale, quasi 50 milioni di persone si trovano in uno stato di grave deprivazione materiale. L’Europa si è imbattuta in una crisi così profonda, che ha provocato effetti a cascata, partendo da un peggioramento delle condizioni economiche generali, ha eroso le opportunità di sviluppo, ha portato con sé una dilagante disoccupazione e precariato, riducendo drasticamente i consumi, innescando un meccanismo che ha portato all’attuale livello di povertà e di fame, ma, soprattutto, ha disincantato le persone dalle speranze e dalla percezione positiva per il proprio futuro.
Nel tentativo di fronteggiare la crisi sono state attuate le cosiddette politiche di austerità, che, paradossalmente, hanno imposto restrizioni nelle misure laddove sarebbero stati utili maggiori sostegni perché il contesto era già fortemente segnato dallo squilibrio tra risorse e bisogni. Le politiche di austerità hanno accentuato ancor più la povertà perché hanno influito in una situazione già precaria attraverso i drastici tagli alla protezione sociale e dei servizi, in modo particolare per quanto riguarda il settore dei servizi pubblici, e i dati sulla povertà attuale vedono impennate nella classe media, quella maggiormente colpita da esse. La propensione all’austerità ha fatto attuare interventi rivolti alle privatizzazioni e alla deregolamentazione del mercato del lavoro che hanno spinto ancora più persone nella povertà.
Le ripercussioni peggiori di queste scelte hanno riguardato la sfera dell’uguaglianza e della crescita equa, che sono risultate essere sempre più gravemente compromesse.
Un punto chiave della questione è che il sistema politico, istituzionale ed economico, quindi l’intero contesto nel quale la persona è inserita influisce in maniera determinante per la caduta in povertà e per la permanenza in essa, risulta incisivo il livello di selettività dei criteri di accesso alle misure, come anche quello di generosità. L’intero sistema di protezione sociale deve essere organizzato in maniera unitaria per non permettere che la povertà raggiunga questi livelli.
Certamente, le politiche volte a contrastare la povertà e l’esclusione sociale sono presenti nel sistema europeo e sono fondamentali, come ad esempio il Mac sociale, la Piattaforma contro la Povertà e l’Esclusione Sociale, compresa all’interno del quadro della Strategia Europea 2020, e la misura del reddito minimo garantito, che però è ancora assente in Italia e in Grecia.
Ma queste misure non sono state sufficienti. L'impatto peggiore della crisi è stato riscontrato nei paesi meno re-distributivi con sistemi di protezione sociale più deboli. Il trend è generalmente negativo nell’area europea, ma ci sono delle diversificazioni, per le quali le zone meridionali e orientali del continente presentano i dati maggiormente negativi, a differenza delle zone occidentali e del nord. Sicuramente c’è da fare ancora molto e sono necessarie ingenti risorse economiche, ma la loro carenza non può assolutamente giustificare la scelta di non intervenire in maniera efficiente in tal proposito, lasciando il carico di una situazione insostenibile alle persone e alle loro famiglie.

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3 Introduzione Questa tesi affronta la questione della povertà che l’Europa si trova oggi, ancor più che in passato, a dover contrastare. La recente crisi economica ha fatto sì che povertà ed esclusione sociale si andassero diffondendo in maniera esponenziale, colpendo milioni di persone e di famiglie che vivono in condizioni drammatiche. Da qui il mio interesse nell’analizzare l’odierno scenario europeo, caratterizzato dall’evoluzione di troppi rischi sociali, e nell’evidenziare l’importanza e il valore che assumono le politiche di contrasto alla povertà. È inaccettabile il livello di povertà raggiunto in Europa, e se fino a qualche anno fa poteva essere considerato come un problema di una cerchia ristretta di persone, adesso non risparmia nessuna fascia d’età o della società, nessuno è immune. La crisi, indubbiamente, ha tra le sue conseguenze quella di aver generato maggiore disuguaglianza, vulnerabilità e povertà, ma quest’ultima risulta essere, allo stesso tempo, un fenomeno strutturale che evidentemente non era stato debellato in passato, ma solo accantonato. Nel tentativo di fronteggiare la crisi sono state attuate le cosiddette politiche di austerità, che, paradossalmente, hanno imposto restrizioni nelle misure laddove sarebbero stati utili maggiori sostegni. Quale impatto hanno avuto in un contesto già così segnato dal forte squilibrio tra risorse e bisogni? Le grandi trasformazioni sociali ed economiche che hanno caratterizzato questi anni si riflettono nello scenario attuale, i cui rischi sociali risultano allarmanti, in quanto vede presentarsi la povertà in ogni sua declinazione, dai disoccupati ai lavoratori poveri, precari o con salari inadeguati, dai bambini agli anziani, dalle madri sole agli immigrati, ecc. Forse sembra sfuggire che la condizione di disagio propria della povertà possa interessare nuclei finora ritenuti “al sicuro”, per via della presenza di un’occupazione, o comunque discretamente inseriti in un tessuto denso di relazioni sociali, quindi in forme di cittadinanza socialmente riconosciute. Emergono nuove povertà che rappresentano un campanello d’allarme, poiché minano le fondamenta della società in cui viviamo, anche in termini di sviluppo e di prospettive di crescita, a causa della progressiva erosione del tessuto sociale che comportano, e minacciano l’esistenza del nostro sistema democratico.

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