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Le politiche della Banca Mondiale sulla povertà nei paesi in via di sviluppo

La povertà nei paesi poveri: le recenti politiche della Banca Mondiale (Poverty Reduction Strategy Initiative) che dovrebbero portare al superamento del cosiddetto "Washington consensus" e ad una maggiore efficienza ed efficacia degli aiuti ai PVS stanno dando i risultati sperati?
L'iniziativa HIPC di riduzione del debito in che modo sta aiutando (se li sta aiutando) i paesi poveri?

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INTRODUZIONE E RINGRAZIAMENTI Perché una tesi su un argomento ampio come la povertà? La scelta dipende da vari motivi. Innanzitutto perché è impossibile, credo, rimanere insensibili di fronte a certe immagini, anche per chi vive nei paesi ricchi, nonostante le veda per lo più dalla televisione. Il secondo motivo è che da quando ero solo un bambino ad oggi non è cambiato proprio nulla. In troppi paesi si vede ancora gente che muore a causa della malnutrizione, di malattie curabili o comunque prevenibili, ecc… Un ultimo aspetto importante che vorrei sottolineare è questo: in qualità di studente di economia mi è venuto logico chiedermi per quale strano motivo i sistemi economici non sembrano funzionare in tanti paesi. Che cosa ho studiato in questi anni di università? Ho studiato solo teorie inutili e senza senso oppure ho studiato teorie valide ma non applicate? Anticipando i risultati, credo che nessuna delle due ipotesi sia giusta. Le teorie sono valide in sostanza ma incontrano notevoli limiti di applicazione pratica. Il problema principale, comunque, è che tali teorie sono utilizzate più per interessi particolari che per interessi di carattere generale. L’obiettivo di ridurre la povertà sembra sia l’ultimo in ordine d’importanza troppo spesso, sia a livello paese che a livello internazionale. Perché proprio la Banca Mondiale? Innanzitutto ho deciso di puntare principalmente sulla povertà tra paesi perché credo che per poter parlare della povertà all’interno di una nazione sia preferibile viverci e conoscere la situazione dall’interno. La scelta è quindi facilmente ricaduta sulla Banca perché è il principale organismo internazionale il cui primo obiettivo sia quello di combattere la povertà e favorire lo sviluppo dei paesi poveri. Tra l’altro in questo lavoro chiamo questi ultimi indifferentemente anche con l’espressione “paesi in via di sviluppo”. Sono comunque ben conscio che tra i paesi poveri molti siano tutt’altro che sulla via dello sviluppo. Il secondo motivo che mi ha spinto verso la Banca Mondiale è che questa ha ricevuto e continua a ricevere tantissime critiche. E’ mai possibile che un ente del genere, nel quale lavorano persone di grande talento (come dice J. Stiglitz), non riesca a “combinare” nulla di buono? Ritengo a questo proposito che molte critiche siano fondate e, in questo lavoro, ne sostengo altre ancora. Dall’altro lato, tuttavia, non si può fare a meno di notare che un minimo cambiamento sia in atto da qualche anno grazie soprattutto al lancio dell’iniziativa denominata “Poverty Reduction Strategy”. Concludo questa breve introduzione con i ringraziamenti a tutti coloro che mi hanno aiutato in questo lavoro a partire dal prof. Mario Pianta, per i loro preziosi suggerimenti, consigli, domande, ecc…

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