Introduzione
Da quando la psicologia è una scienza della natura uno dei suoi obiettivi fondamentali è quello di
descrivere e spiegare il processo di apprendimento. Qui saranno discussi gli approcci delle quattro
scuole principali di questa giovane scienza, il loro modo di intendere l'apprendimento e infine
saranno formulate delle critiche, la maggior parte provenienti dalla riflessione dei pensatori francesi
post-fenomenologici che nella loro carriera hanno occupato una cattedra di psicologia.
L'approccio storico-critico è stato scelto per tre motivi. Il primo è di mostrare come la psicologia
scientifica, troppo debole per porre da sé i suoi fondamenti, si ispiri all'avanzamento delle scienze
dure che in un certo modo legittimano le affermazioni degli psicologi e ne forniscono i metodi di
ricerca. Il secondo motivo è quello di mostrare come dall'ispirazione filosofica e scientifica la
scuola psicologica produca una struttura per spiegare l'apprendimento formulando o dando per
scontato un certo organismo e un certo ambiente. Infine, il terzo motivo, come spero si vedrà, è
quello di affermare come le scuole non si superino l'un l'altra ma piuttosto si avanzino lateralmente
e, sebbene interiormente incompatibili, ognuna depositi dei nuclei di verità scientifica nel suo
percorso storico.
Per ovviare alle sterili discussioni sui fatti psichici, la prima scuola, quella comportamentista,
preleva i suoi fondamenti dalla fisiologia dei riflessologi e suppone un ambiente descrivibile
esattamente in termini fisici. Si vedrà come i concetti fondamentali di stimolo e riflesso siano stati
ridefiniti in itinere svuotandoli del loro senso neurofisiologico originario. Per un comportamentista
apprendere significa venire modellati dall'ambiente esterno, ma la plasticità impressionante
accordata agli organismi è contraddetta dall'etologia, che mostra come l'apprendimento non sia una
facoltà illimitata. Soprattutto il rinforzo, onnipervasivo nel neo-comportamentismo, non
sembrerebbe essere indispensabile in quel processo di apprendimento allo stato puro che è
l'imprinting.
All'inizio del secolo scorso, mentre il cosmo fisico entra in crisi, la Gestaltpsychologie coglie i
grandi mutamenti all'interno del pensiero scientifico e offre metodi e idee innovative provenienti
dalla fisica moderna e dalla filosofia brentaniana. Rigettando la composizione atomica del reale in
toto, questa scuola distrugge il fondamento che sorregge tutta la speculazione psicologica coeva
mostrando come la sintesi preceda le parti e queste non la spieghino. Per gli psicologi della Gestalt
apprendere non sarebbe esclusivamente un processo imposto dall'esterno, avrebbe anzi una
dimensione dialettica e procederebbe per salti bruschi. Questo modo di procedere da uno stato
all'altro in modo discontinuo è dovuto all'introduzione nella teoriesi del concetto di struttura,
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concetto che attraverserà tutto il pensiero del Novecento. Tuttavia la rivoluzione della Gestalt non è
una rivoluzione compiuta. Come si vedrà, oltre alla tentazione riduzionista della Gestalttheorie,
permangono delle grandi questioni aperte – la natura del tempo, il concetto di causa, l'ontologia
della forza, il rapporto mente-corpo, ecc. – che tuttora non hanno trovato una soluzione condivisa.
Se il padre di tutti gli psicologi scientifici aveva escluso la possibilità di indagare il funzionamento
delle funzioni superiori, con il cognitivismo finalmente è possibile superare questo limite. Il passo
decisivo è stato reso possibile dall'avanzamento della tecnologia dell'informazione e della
comunicazione. Il secondo grande contributo alla nascita del cognitivismo è stato dato inoltre dalla
svolta logica della linguistica, tali per cui nel sistema nervoso centrale si sarebbe trovato un
dispositivo logico, innato, per la grammatica universale. La possibilità di progettare e realizzare
concretamente delle macchine dell'informazione ha condotto all'idea che il cervello funzioni come
un calcolatore elettronico e che la mente sia il suo software: nel calcolatore ogni componente
risolve un problema specifico e così anche i moduli che compongono la mente risolvono problemi
specifici. Data un'architettura di moduli, la memoria, come unico sistema in scrittura, conterrebbe
l'informazione interna acquisita dall'esterno che influenzerebbe il funzionamento della macchina
mentale. Accade però che l'apprendimento venga a coincidere con il funzionamento della memoria,
ma apprendere vuol dire solamente immagazzinare e recuperare informazioni alla bisogna?
Le due grandi scuole americane di psicologia hanno un tratto in comune oltre all'atomismo,
l'individualismo. L'apertura ad una dimensione collettiva dell'apprendimento non ha un unico
focolaio d'origine ma si sarebbe propagata per l'Europa e per l'Unione Sovietica nel corso di tutto il
XX secolo. La psicologia russa post-rivoluzionaria acquisisce dal materialismo dialettico l'idea di
un individuo sociale, espressione di un certo contesto storico-culturale, e la novità è quella di
intendere la cognitivizzazione un processo sociale interiorizzato. Al di qua della cortina la
dimensione costruttiva è colta rigettando il realismo: la conoscenza non è di qualcosa ma della
relazione dell'organismo al suo ambiente. Inoltre, lo studio dello sviluppo ontogentico conduce a
ripensare l'idea di una mente che si perfeziona gradualmente. Il funzionamento mentale, al
contrario, segue una traiettoria e si riorganizza a stadi.
Come accennato in apertura, nonostante gli organismi non siano come immaginati dai
comportamentisti, la teoria del modellamento continua a funzionare. Anche se la Gestalttheorie ha
conosciuto un apogeo ed un declino, molte delle idee sono state conservate e continuano a
germogliare altrove. Nonostante le persone non siano delle menti, il cognitivismo spiega
egregiamente molti processi di pensiero. Anche se il costruttivismo non è una teoria unitaria invita a
riconsiderare la cognizione da un profilo sociale e contingente.
Ora, la critica, anche se può apparire aggressiva, non si prefigge lo scopo di distruggere, ma di
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trovare il limite nell'universalità di un sistema portandolo alle estreme conseguenze oppure di
segnare i confini dell'adeguatezza di un costrutto portandolo in un contesto diverso da quello di
origine, e si spera che di seguito accada qualcosa di buono, ossia che venga alla luce un nuovo
percorso o, perchè no, una nuova forma che accolga più verità disparate.
Verrà di seguito presentata ogni scuola, cercando di collocarla all'interno di un contesto storico e di
indicare quali siano le direttrici di pensiero che hanno permesso di instaurarsi quel paradigma e
quella metodologia. Successivamente l'attenzione sarà puntata sull'argomento principale,
l'apprendimento, cercando di sottolineare i tratti fondamentali con cui viene descritto e spiegato.
L'impianto critico a cui sarà sottoposta ogni scuola avrà due modalità. La prima andrà ad
evidenziare i limiti dei concetti fondamentali della scuola, la seconda andrà a confrontare ed
integrare quanto affermato dalla scuola con il pensiero di Merleau-Ponty e di Simondon.
Merleau-Ponty, all'inizio della sua carriera intellettuale, ha mostrato come il soggetto incarnato
partecipi al mondo attraverso il suo corpo e che questo non coincida con il corpo della biologia. Il
corpo proprio è trascurato fondamentalmente da tutte le scuole, ma in realtà avrebbe un ruolo
cruciale se si considera l'apprendimento un processo di trasformazione che altera il modo con cui il
soggetto inerisce al mondo ed il corpo proprio è giusto questo potere che precede ogni altro potere.
Il soggetto dell'apprendimento ha nel migliore dei casi un corpo appena abozzato, ma sicuramente
non ha mai un mondo. Nel comportamentismo il soggetto, composto da una messe di contatti
nervosi, è plasmato da un ambiente totalmente altro da sé; nella Gestaltpsychologie il soggetto, pur
conservando la sua unità, agisce in un ambiente che fa da sfondo a forme strutturate da forze; nel
cognitivismo il soggetto è una mente che elabora informazioni; nel costruttivismo può essere un
sistema di dispositivi di controllo oppure un soggetto sociale storico-simbolico.
La critica di Simondon è radicale. Animato da uno spirito enciclopedico, il suo è un tentativo di
riforma del pensiero che continua una linea tracciata dal maître Merleau-Ponty – è impossibile non
riconoscere alcuni dei temi del corso sulla natura della seconda metà degli anni Cinquanta –, ma
prosegue per una via totalmente nuova. Come si vedrà il suo pensiero permette di affrontare alcune
questioni salienti, se non addirittura centrali, in molte circostanze. Da problematiche filosofiche a
questioni più tecniche, una volta che il paradigma comportamentista entra in crisi, il prezioso
contributo simondoniano comincierà ad essere indispensabile non appena nella riflessione
psicologica si rinuncierà all'atomismo e alla riduzione fisiologica e quindi mancherà una struttura e
una filosofia della natura di riferimento.
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Scuola/approccio Corrente filosofica Corrente scientifica Paradigma Autori di rifermento Metafora Critiche
Comportamentismo Empirismo
(Neo-)Positivismo
Neurofisiologia
meccanicista
Fisica classica
S/R Watson
Skinner
Automa cartesiano
elettrico modellato
dall'ambiente
· I concetti mutuati dal
cartesianismo alla fisiologia
(stimolo, risposta, riflesso)
sono inadeguati per spiegare il
funzionamento del SNC;
· l'etologia individua un tipo di
apprendimento fondamentale
senza rinforzi (imprinting)
Gestaltpsychologie Fenomenologia Fisica quantistica dei
campi
Figura-Sfondo Wertheimer
Köhler
Koffka
Sistema di campi
strutturati
· L'organizzazione percettiva
non tende alla stabilità
(Simondon);
· La riduzione alla fisica non
permette la comprensione del
comportamento umano
(Merleau-Ponty)
Cognitivismo Filosofia analitica Cibernetica
Informatica
C/R - Calcolatore elettronico
elaborante flussi di
informazione esterna
· Problematicità nei concetti
fondamentali (funzione,
modulo, informazione);
· Limiti impliciti della
metafora (new cybernetics, O-
machine);
· Cognitivismo e dinamicismo
non possono spiegare il
comportamento se non alleando
le forze
· Necessità di una formulazione
strutturale/topologica della
coscienza
Costruttivismo
piagetiano
Neo-kantismo
Strutturalismo
Cibernetica
Embriologia
Genetica
Assimilazione e
accomodamento
Piaget Sistema aperto dinamico
costituito di dispositivi di
controllo (biocibernetica)
· Sottostima dei processi sociali
(Simondon)
Costruttivismo
vygotskijano
Materialismo
dialettico
- Interiorizzazione
di processi
sociali
Vygotskij - · La parola come espressione
oltre che segno in un contesto
strumentale
(Merleau-Ponty)
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Apprendimento comportamentista e critiche
Datemi una dozzina di neonati in buona salute e di sana
costituzione, e datemi la possibilità di allevarli a modo mio, e
vi garantisco di poter prendere a caso ognuno di loro e
addestrarlo a diventare un qualsiasi tipo di specialista – un
medico, un avvocato, un artista, un mercante e persino un
mendicante e un ladro, indipendentemente dai suoi talenti,
dalle sue inclinazioni, tendenze, capacità, vocazioni e dalla
razza dei suoi antenati.
John Watson
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□ Introduzione al comportamentismo
Con «comportamentismo» intendiamo il paradigma psicologico per cui il comportamento sarebbe
dato dal rapporto S/R, ossia stimolo su risposta. Per l'impostazione comportamentista il
comportamento sarebbe l'unico fenomeno ad avere una dignità per le Naturwissenschaften: il
comportamento è l'unico fenomeno pubblico e osservabile della psiche, per cui soggetto e oggetto
non coincidano e, perciò, di cui fare una genuina esperienza scientifica.
Il programma comportamentista presuppone un altro assunto principale maturato nella filosofia
della biologia moderna, in particolare di Darwin (1809-1882), che ha permesso l'avvio dello studio
psicofisiologico comparato, assunto che suppone la differenza di grado di organizzazione degli
organismi e non un un'autentica discontinuità qualitativa. Questo assunto si basa sulla constatazione
che l'homo sapiens sia un animale, affermazione oggi ampiamente accettata ma accettata con riserve
o refutata almeno fino al XVII secolo. Dunque tramite l'assunto di «continuismo biologico» sarà
possibile studiare organismi meno complessi come modelli della struttura del comportamento
umano e risalendo la scala filetica più ci saranno simili. I critici del comportamentismo, per l'abuso
di tale principio, a posteriori parleranno di «rattomorfizzazione dell'uomo» da parte degli psicologi
comportamentisti (e degli epigoni)
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L'obiettivo della psicologia comportamentista è dichiaratamente la previsione e il controllo del
comportamento umano, dove comportamento è inteso come adattamento all'ambiente. Una
dichiarazione oggi estremamente sospetta, ma occorre sempre tenere in considerazione il momento
storico in cui il suo autore, Watson (1878-1958), ha articolato i suoi pensieri programmatici e, in
generale, gli assunti epistemologici del periodo storico in cui si è potuta pronunciare la frase. In
primo luogo noi oggi non crediamo più che il comportamento sia un fenomeno così semplice da
1 Watson John B., Behaviorism, University of Chicago Press, Chicago 1930
2 Von Bertalanffy Ludwig, General system theory, in System, change and conflict, a cura di N.J. Demerath e R.A.
Peterson, Free Press, New York 1967, in AA.VV., Storia della psicologia, 4
a
ed., a cura di P. Legrenzi, Il Mulino,
Bologna 1999, ISBN 978-88-15-08669-3, p. 199
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