Invalidità formale degli atti amministrativi
invalidità "formali" del
provvedimento amministrativo
SOMMARIO: introduzione. 1) – cenni sulle norme del provvedimento amministrativo. 2) Invalidità come categoria giuridica generale; 2. 1 Nullità ed Annullabilità; 2. 2 Nullità dell’atto per carenza di uno degli elementi essenziali; 2. 3 nullità dell’atto per difetto assoluto di attribuzione; 2. 4 Violazione ed elusione del giudicato; 3) - Il tema dei vizi formali dell’atto; 3.1 art. . 21 octies della legge n. 241/90; 3. 2 )L’art. 21-octies tra irregolarità e vizio di legittimità; 3. 3) Non annullabilità del provvedimento per mancata comunicazione dell’ avvio del procedimento; 3. 3) Illegittimità: violazione di legge o vizio di merito?; 3.4) Amministrazione di risultato; 3. 5) la competenza esclusiva del Giudice Amministrativo;3. 6) l’art. 21 octies norma sostanziale con effetti processuali; 4) la riforma della L. 241/1990 e l’ordinamento comunitario;
Introduzione
Le modifiche alla legge n. 241 del 1990 apportata dalla legge n. 15 d3l 2005 incidono profondamente sull’assetto del sistema di tutela giurisdizionale delle situazioni protette nei confronti dell’esercizio dei poteri amministrativi. Molte questioni particolarmente care al dibattito dottrinale, tra le quali la c.d. pregiudizialità, debbono essere rivisitate lette ed interpretate alla luce dei mutamenti, per quanto vaghi, ha apportato. La pregiudizialità non può essere considerata un atavica questione di netta pertinenza del diritto processuale ma al contrario appare essere molto più inerente al diritto sostanziale, poiché la possibilità di poter ricorre nei confronti della P.A. risulta essere tutela di un interesse privato e non di un interesse generale o pubblico.
Il cittadino ha il diritto di poter agire contro l’interesse di cui è portatrice la P.A. amministrazione, il quale pur essendo un interesse collettivo resta pur sempre un interesse parziale e pertanto ipoteticamente confliggente con quello del privato.
È l’ordinamento come sappiamo a gremire di contenuto le posizioni giuridiche, ed è dallo stesso che proviene la legittimazione a poter resistere ad altri poteri, che nella fattispecie si traduce nella legittimazione a resistere al potere d’impero riconosciuto all’amministrazione. È sicuramente incontestabile la supremazia riconosciuta alla P.A. poggiante sull’ineludibile principio di legalità, ma è altrettanto evidente la diversa posizione giuridica che ha assunto il cittadino, alla luce di una lenta ma inesorabile evoluzione e dei cambiamenti che nel corso di un secolo e mezzo si sono realizzati, concedendo al soggetto giuridico la possibilità di non essere più destinatario dei provvedimenti di uno stato assoluto bensì partecipe dei processi di assunzione degli atti ma anche controparte in giudizio della P.A.
Punto focale e prodromico di quanto appena affermato risulta essere l’art. 2 della legge n. 2248/1865 allegato E, con la quale si attribuisce alla giurisdizione ordinaria la (competenza) in “tutte le materie nelle quali si faccia questione di un diritto civile o politico, comunque vi possa essere interessata l’Amministrazione, e ancorché siano emanati provvedimenti del potere esecutivo o dell’autorità amministrativa”. Di questo essenziale passo si può dare questa prima e del tutto ovvia lettura: il giudice ordinario ha giurisdizione nei confronti dell’Amministrazione, intesa come soggetto pubblico, e per quanto abbia emesso provvedimenti in questa sua qualità, quando si tratta di dare tutela a diritti soggettivi che abbia leso, appartenenti ad altri soggetti.
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Informazioni tesi
Autore: | Davide Cutrera |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Urbino |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Scienze giuridiche |
Relatore: | Luca Raffaello Perfetti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 64 |
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