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Luz Das Letras - La luce delle lettere digitali per il salto brasiliano al postindustriale

Le risorse strategiche nella società pre-industriale erano costituite dalla terra e dalle braccia. Nella società industriale dal possesso dei mezzi di produzione. Nell’attuale società postindustriale (per altri società dell’informazione, dei servizi, ecc.) le risorse strategiche da possedere sembrano essere conoscenza, ricerca scientifico-tecnologica, creatività. Autori come la Mead, come Illich, sostengono che sia possibile il passaggio diretto, senza passare necessariamente per l’industrializzazione, da una fase pre-industriale (o di parziale industrializzazione) ad una fase dalle prerogative postindustriali, in presenza appunto di determinate “condizioni di partenza” nel contesto di riferimento: possesso di una tradizione scientifico-culturale permettente uno sviluppo basato sul terziario avanzato, sulla produzione di servizi per i settori scientifico, artistico, culturale, del tempo libero anche per gli altri paesi industrializzati. Brasile: un paese importante dal punto di vista artistico, culturale e del tempo libero, fattori questi che indubbiamente si possono considerare in un certo senso “naturalmente brasiliani”. Luz Das Letras: un progetto formativo all’avanguardia avallato da un policy network “contestatore” nell’accezione tourainiana, che coinvolge analfabeti delle classi più povere e sfrutta le potenzialità delle nuove tecnologie, riciclate a costo zero, per ridurre allo stesso tempo i gap alfabetico di base e digitale. I discenti, grazie ad un software appositamente elaborato, imparano le abilità del saper leggere e scrivere, ma anche ad usare l’interfaccia computer ed applicazioni come Word ed Internet; inoltre la metodologia didattica è basata su nuovi paradigmi pedagogici miranti al superamento della tradizionale concezione fordista dell’insegnamento che contribuiscono a creare un clima “creativogenico” e allo stesso tempo a prendere coscienza della propria posizione nel mondo. Quindi conoscenza, creatività, nuove tecnologie come premessa per il “salto”, per ridurre il divario competitivo-conoscitivo rispetto ai “paesi in via di postindustrializzazione” ovvero quelli ad industrializzazione avanzata, ove hanno assunto un’assoluta centralità i professionisti e i tecnici, la cosiddetta “tecnostruttura” (Galbraith), in quanto essendo la tecnologia l’elemento di propulsione per lo sviluppo della società ed essendo contemporaneamente la conoscenza teorica essenziale per il controllo e la direzione della tecnologia stessa, occorre prioritariamente incrementare numericamente i possessori di questa conoscenza (la “tecnologia intellettuale”).

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1. L’AVVENTO POSTINDUSTRIALE 1.1 PROLOGO Il] rapporto fra la conoscenza ed i suoi fornitori ed utenti tende e tenderà a rivestire la forma di quello che intercorre [attualmente] fra la merce ed i suoi produttori e consumatori, vale a dire la forma valore. Il sapere viene e verrà prodotto per essere venduto, e viene e verrà consumato per essere valorizzato in un nuovo tipo di produzione: in entrambi i casi, per essere scambiato. Cessa di essere fine a se stesso, perde il proprio “valore d’uso”. E’ noto come negli ultimi decenni il sapere sia divenuto la principale forza produttiva, cosa che ha già notevolmente modificato la composizione della popolazione attiva nei paesi più sviluppati e che costituisce il principale collo di bottiglia per i paesi in via di sviluppo…Nella sua forma di merce-informazione indispensabile alla potenza produttiva, il sapere è già e sarà sempre più una delle maggiori poste, se non la più importante, della competizione mondiale per il potere. Come gli Stati-nazione si sono battuti per dominare dei territori, e in seguito per controllare l’accesso e lo sfruttamento delle materie prime e della mano d’opera a buon mercato, è ipotizzabile che in futuro essi si batteranno per dominare l’informazione. 1 Nella Società post-industriale dunque acquista preminenza la dimensione im-materiale dei canonici processi socio-economici di produzione, distribuzione e consumo. La paternità della dizione viene da molti attribuita a Daniel Bell, il quale nel suo saggio del 1973, The Coming of Post-industrialization society, decretava l’inizio di un nuovo processo storico che vedeva per la prima volta (1956), negli States, i “colletti bianchi” superare di numero i “colletti blu”. I cinque aspetti che, a giudizio di Bell, definiscono una società come post-industriale sono: 1. il passaggio dalla produzione di beni all’economia dei servizi, 2. la preminenza della classe dei professionisti e dei tecnici, 3. la centralità del sapere teorico, generatore dell’innovazione e delle idee direttrici cui si ispira la collettività, 4. la gestione dello sviluppo tecnico e il controllo normativo della tecnologia, 5. la creazione di una nuova tecnologia intellettuale. 1 J.L. Lyotard, La condizione post-moderna. Rapporto sul sapere, Feltrinelli, Milano, 1981.

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Parole chiave

brasile
pedagogia
educazione
società postindustriale
settore terziario
alain touraine
paulo freire
john kenneth galbraith
seymour papert
tecnostrutture

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