La variante Parco Agricolo a Foggia: il parco diffuso di cinta urbana e il polo terziario di frangia urbana.
Occuparsi delle aree agricole significa affrontare tre ordini di problemi: indagare il limite sempre più rarefatto ed impalpabile tra città e campagna; domandarsi se il settore primario attualmente è competiti-vo, e nel caso in cui non lo sia se esistono, e quali possono essere le soluzioni urbanistiche; soprattutto domandarsi se l’agricoltura, allo stato attuale contribuisce al miglioramento ambientale del territorio, o se viceversa contribuisce alla sua banalizzazione. La crescita delle città italiane, dal secondo dopoguerra in poi è stata veloce, convulsa e di grosso impat-to, producendo il cosiddetto confine alto della città, ossia densità edilizie molto più alte in periferia che non nei centri consolidati. Ciò porta una sperequazione di valori fondiari tra i suoli costruiti ed i terreni ad uso agricolo contermini, che quindi alimentano un’aspettativa di rendita fondiaria, giustificata e so-stenuta dalla domanda di localizzazione soprattutto residenziale al di fuori dei centri città. Da una parte lo sviluppo della mobilità privata, dall’altro l’indifferenza localizzativa del secondario e del terziario tradizionale dovuta alla sovrabbondanza di infrastrutture viarie e ferroviarie sta mutando le diverse domande localizzative. Sta cambiando il concetto dell’abitare della maggior parte della popola-zione, per cui l’aspetto ambientale del vivere fuori città assume un’importanza preponderante rispetto ai costi di accessibilità. Allo stesso modo in queste stesse porzioni di territorio si ha l’opportunità di grandi spazi ad un costo relativamente basso per le grandi unità produttive, artigianali e commerciali, oltre che per i grossi insediamenti pubblici (aeroporti, interporti, fiere…). Questa spinta alla suburbanizzazione (o disurbanizzazione) solo in minima parte è bilanciata dalla con-trourbanizzazione in atto, nel senso di processo di rientro in città di porzioni di domanda localizzativa, in quanto riguarda essenzialmente il terziario avanzato e la residenza di alcune fasce ricche di popola-zione. Sono dunque queste le premesse della realtà che abbiamo di fronte: una realtà fatta di continuum urba-nizzato che si estende sia lungo le principali direttrici di sviluppo, sia a macchia d’olio, concentrica-mente, esternamente alle ultime periferie. In tutto questo, qual è il ruolo dell’agricoltura, ed in particolare di quella periurbana? Dopo quanto detto si potrebbe pensare ad un ruolo di secondo piano se non proprio subalterno rispetto alle tendenze della speculazione edilizia, o quanto meno rispetto alle logiche ed alle dinamiche di crescita della citta’. Per certi versi cosi e’ di fatto. Storicamente l’attivita’ agricola si è sempre distinta per un’attivita’ areale cioe’ rivolta a rifornire di prodotti il piu’ vicino mercato urbano.
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Informazioni tesi
Autore: | Alessandro Abaterusso |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1999-00 |
Università: | Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara |
Facoltà: | Architettura |
Corso: | Architettura |
Relatore: | Walter Fabietti |
Coautore: | Pasquale Rinaldi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 23 |
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