Individuo e comunità tra soggettività e complessità - Pedagogia sistemica e nuove frontiere delle politiche scolastiche europee
•Capitolo I Qual è il rapporto tra Stato e individuo, politica e pedagogia, potere e libertà? l’approfondimento sociologico e filosofico farà emergere l’attualità e modernità del pensiero umano alla perpetua ricerca del senso unitario della totalità.
•Capitolo II Le nuove frontiere della Pedagogia sociale e l’etica dell’inclusione pongono una nuova domanda: è possibile sperimentare un modello di educazione della persona “nel sistema”?
•Capitolo III Come potrebbe avvenire un ipotetico passaggio dal concetto di comunità di destino a quello di comunità planetaria, intesa come assunzione di responsabilità rispetto alla Terra e all’Uomo?
•Capitolo IV L’ipotesi di un sistema transnazionale della formazione, e più specificamente una ipotesi di “europeizzazione” del sistema d’istruzione, nel garantire uniformità di competenze ed opportunità formative, potrebbe mettere in discussione o minare la struttura e l’organizzazione dei sistemi scolastici integrati nella cultura del territorio e nel territorio? In che misura questi aspetti possono conciliarsi nella scuola dell’Autonomia?
Individuo e comunità tra soggettività e complessità: un titolo complesso, a più strati; un argomento che ha richiesto un approfondimento articolato e flessibile, ma innanzitutto una lettura “multiprospettica”. Questa ricerca nasce dunque dall’esigenza pedagogica di analizzare le problematiche dell’individuo rispetto alla comunità, con l’ambizioso progetto di conciliare, o meglio, riconciliare soggettività e complessità … e nel contempo nel voler dare risposte a una ricorrente riflessione personale di docente alla ricerca di una identità professionale, nell’esigenza di collocarsi in modo significativo dentro i processi sociali, culturali, pedagogici ed educativi attuali, da leggere oggi nella prospettiva della complessità. L’ampio dibattito sollevato dalla complessità a livello epistemologico e l’esigenza di un approccio metodologico nuovo, aperto, segna inevitabilmente e definitivamente il distacco dalla visione razionalista e oggettivista conducendo alla ricerca di strumenti cognitivi più adeguati al nuovo orizzonte culturale, necessari per la decifrazione dei fenomeni contemporanei caratterizzati innanzitutto dalla discontinuità, dalla non prevedibilità.
Il punto di partenza della discussione è comprendere come l’educazione e la formazione possano orientare e incidere sui nuovi rapporti tra uomo e collettività, tra cittadini e politica, tra natura e cultura, tra povertà e ricchezza, tra sviluppo e sottosviluppo, tra uomini e Terra; come esse possano promuovere la qualità delle relazioni umane, sollecitando le responsabilità sociali della politica, della scienza e dell’economia, per gettare le basi di una nuova comunità che abbia a fondamento un unico immenso valore: l'uomo.
Il primo sentiero di approfondimento riguarda la soggettività, in particolare il problema del “male da civiltà". Ma è anche vero che l’uomo moderno, liberato dalla sudditanza dei miti, dei rituali, della religione, rimane oggi ancora attore unico, responsabile delle proprie azioni e relazioni. La frenesia della post modernità sta proprio nella profonda ambivalenza: libertà e prigionia. Globalizzazione e culture diverse sfociano in una sorta di fluttuante umanità, modernità liquida. Vengono meno la progettualità, i valori, i riferimenti, la speranza, la stabilità. Siamo consapevoli che ogni soggetto, persona o istituzione, operando e agendo sulla natura e sugli altri uomini, interviene nella ridefinizione del sistema. L’etica della responsabilità non può non prendere in considerazione questa“comunanza”.
Il secondo sentiero di approfondimento intende analizzare come potrebbe avvenire un ipotetico passaggio dal concetto di comunità di destino a quello di comunità planetaria. L’Europa, portatrice di grandi slanci metafisici, ideologici, progressisti, dovrebbe promuovere questa impresa, non perdendo di vista la silente “avanzata”dell’Oriente, l’incontrollabile invasione delle tecnologie, delle masse erranti, delle idee. Un primo passaggio è la nascita di una identità comunitaria europea che si proponga come modello alternativo per una “europeizzazione” della scuola e delle masse, ma in prospettiva globale per giungere a una “europeizzazione della persona”. La pianificazione di un processo formativo ed educativo ottimale dovrebbe comprendere obiettivi di qualità come l'educazione al futuro, educazione alla cittadinanza attiva per costruire una comunità inclusiva.
Due sono le ipotesi di lavoro prese in esame.
Una sfida educativa è dare più spazio all’ esercizio critico e riflessivo del pensiero che stimoli gli elementi fondamentali per ogni processo di formazione individuale.
Un modello educativo e didattico alternativo per la scuola dell'Autonomia, improntato alla complessità deve essere di natura dialogica e comunitaria.
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Informazioni tesi
Autore: | Eleonora Vera |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi Guglielmo Marconi |
Facoltà: | Scienze dell'Educazione |
Corso: | Scienze dell'educazione e della formazione |
Relatore: | Raniero Regni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 230 |
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