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Revisione di uno strumento di valutazione del rischio di cattivo sonno dell'anziano: la scala Biazzi

Revisione sui fattori di rischio e determinanti del cattivo sonno in casa di riposo.
Negli anziani istituzionalizzati i disturbi del sonno notturno sono prevalenti, disturbi che spesso non vengono diagnosticati e trattati.
In questo contesto, l'infermiere svolge un ruolo fondamentale nell'accertamento del modello di sonno. Poter utilizzare uno strumento che permetta di individuare i soggetti a maggior rischio di cattivo sonno, verso i quali programmare interventi volti a migliorare la qualità del sonno stesso, indirizzando in modo mirato le energie e il tempo dal punto di vista di un'efficace allocazione delle risorse umane e finanziarie può essere di fondamentale utilità per l'infermiere.
Con questo intento, nasce nel 2011 la Scala Biazzi (Allegato n.1), scala di accertamento del rischio di cattivo sonno dell'anziano, proposta come strumento in diverse pubblicazioni scientifiche (vedi Cap.II; pag.7; "Pubblicazioni" e "Presentazioni") ed ancora in fase di validazione.
Obiettivo della tesi è quello di verificare se lo strumento possa essere facilmente somministrato agli infermieri, se e in quale misura gli item che lo compongono sono ritenuti dalla letteratura come fattori che incidono sulla qualità del sonno, e se è possibile una loro rilevazione oggettiva da parte dell'infermiere.
Nella prima parte ci si approccia al sonno, ai suoi cambiamenti legati all'età, ai principali disturbi nell'anziano e all'importanza del ruolo dell'infermiere nel rilevare, accertare, osservare, riconoscere le alterazioni di questo modello e i fattori che lo determinano.
Nella seconda parte si definiscono i materiali e metodi di ricerca bibliografica, si presenta la modalità di studio e di approccio che ha portato alla realizzazione dello strumento di valutazione.
Nelle terza parte, dopo un'iniziale analisi del tipico modello sonno/riposo dei residenti e dei fattori comuni in casa di riposo che incidono sulla qualità del sonno, si affrontano tutti gli item della Scala Biazzi, mettendoli a confronto con la letteratura.
Nell'ultimo capitolo si discutono i risultati, evidenziando le difficoltà di compilare lo strumento analizzato basandosi solamente sull'osservazione estemporanea del rilevatore, senza la collaborazione del residente.
Si rileva inoltre l'influenza che l'infermiere può avere nel determinare abitudini di cattiva igiene del sonno e nel diventare lui stesso fattore di rischio attraverso l'attività assistenziale.

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RIASSUNTO Negli anziani istituzionalizzati i disturbi del sonno notturno sono prevalenti (1)(13), disturbi che spesso non vengono diagnosticati e trattati (7)(13). In questo contesto, l’infermiere svolge un ruolo fondamentale (13) nell’accertamento del modello di sonno (4). Poter utilizzare uno strumento che permetta di individuare i soggetti a maggior rischio di cattivo sonno, verso i quali programmare interventi volti a migliorare la qualità del sonno stesso, indirizzando in modo mirato le energie e il tempo dal punto di vista di un’efficace allocazione delle risorse umane e finanziarie può essere di fondamentale utilità per l’infermiere. Con questo intento, nasce nel 2011 la Scala Biazzi (Allegato n.1), scala di accertamento del rischio di cattivo sonno dell’anziano, proposta come strumento in diverse pubblicazioni scientifiche (vedi Cap.II; pag.7;‘’Pubblicazioni’’e‘’Presentazioni‘’) ed ancora in fase di validazione. Obiettivo della tesi è quello di verificare se lo strumento possa essere facilmente somministrato agli infermieri, se e in quale misura gli item che lo compongono sono ritenuti dalla letteratura come fattori che incidono sulla qualità del sonno, e se è possibile una loro rilevazione oggettiva da parte dell’infermiere. Nella prima parte ci si approccia al sonno, ai suoi cambiamenti legati all’età, ai principali disturbi nell’anziano e all’importanza del ruolo dell’infermiere nel rilevare, accertare, osservare, riconoscere le alterazioni di questo modello e i fattori che lo determinano. Nella seconda parte si definiscono i materiali e metodi di ricerca bibliografica, si presenta la modalità di studio e di approccio che ha portato alla realizzazione dello strumento di valutazione. Nelle terza parte, dopo un’iniziale analisi del tipico modello sonno/riposo dei residenti e dei fattori comuni in casa di riposo che incidono sulla qualità del sonno, si affrontano tutti gli item della Scala Biazzi, mettendoli a confronto con la letteratura. Nell’ultimo capitolo si discutono i risultati, evidenziando le difficoltà di compilare lo strumento analizzato basandosi solamente sull’osservazione estemporanea del rilevatore, senza la collaborazione del residente. Si rileva inoltre l’influenza che l’infermiere può avere nel determinare abitudini di cattiva igiene del sonno e nel diventare lui stesso fattore di rischio attraverso l’attività assistenziale.

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Parole chiave

demenza
casa di riposo
anziano
insonnia
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