Nursing transculturale. Infermiere in Italia e in Africa: due mondi che si incontrano e si confrontanoo

E' palese che viviamo in una società multietnica. È un’evoluzione ancora in corso che non riguarda più soltanto le grandi città, ma tutto il nostro paese. Spesso si parla di immigrati come di persone statiche e chiuse nelle loro culture. In realtà essi sono persone segnate da un'esperienza complessa e varia. Queste persone arrivando nel nostro Paese tentano di conservare gli aspetti salienti della propria cultura ma in realtà si ritrovano a doversi confrontare con nuove società, e con diversi stili di vita (mi riferisco a cose concrete che nel quotidiano hanno molta importanza come il rapporto uomo-donna, la visione della famiglia, le forme di autorità dei genitori e di conseguenza la crescita e la cura dei figli).
E' in questo contesto che si deve affrontare l'approccio della persona straniera ai servizi socio-sanitari, acquista allora notevole importanza il rapporto infermiere-utente che può risultare problematico, proprio perché le differenze riguardano la concezione del corpo, la percezione della malattia e il rapporto tra malato e società.
Il primo principio che deve guidare il professionista sanitario è quello del rispetto dell’essere umano, indipendentemente dall’appartenenza culturale o etnica.
La scelta di tale argomento è maturata nel corso dell’attività di tirocinio svolta in questi 3 anni in cui ho potuto notare il grande numero di stranieri presenti nei reparti ospedalieri che spesso rappresentano problematiche assistenziali proprio per la loro diversa cultura. Dall’incontro con i diversi popoli nei reparti che ho frequentato ho iniziato a maturare l’idea di partire e conoscere il modo di fare assistenza in altre parti del mondo. Sono dunque partita per 2 anni di seguito con 2 associazioni di volontariato che mi hanno dato la possibilità di frequentare e prestare servizio come volontaria in un ospedale in India, la prima volta, e uno in Africa la seconda volta.Grazie soprattutto all’esperienza avuta in Africa, ho potuto conoscere e comprendere al meglio il comportamento di un infermiere che si trova a dover assistere un utente di cultura diversa, quali sono le difficoltà che deve affrontare l’infermiere da un lato e il paziente dall’altro. Questo perché in un certo senso ho svolto il ruolo dell’infermiere transculturale considerando il fatto che in quel momento ero io lo straniero.