Architettura della funzione manipolazione: elementi predittivi, strategie e stile guidano lo sviluppo e offrono le basi all'approccio terapeutico
La conoscenza dello sviluppo neuromotorio del bambino sano rappresenta un patrimonio indispensabile nella formazione del fisioterapista; ci permette infatti di riconoscere le esigenze di tutti i bambini, sia sani che patologici e di arricchire la conoscenza di strategie utili per il raggiungimento delle funzioni adattive, così compromesse nei bambini con paralisi cerebrale infantile.
Considerare con attenzione i processi evolutivi dell’individuo sano ci permette anche di raggiungere la conoscenza degli strumenti necessari al fisioterapista per la realizzazione del trattamento riabilitativo. Questo lavoro ha come obiettivo la valutazione e l’osservazione della grande variabilità esistente all’interno della normalità, prendendo in considerazione le varie strategie e modalità adottate dai diversi bambini analizzati, nelle diverse età di sviluppo. L’obiettivo delle nostre osservazioni è stato quello di cogliere gli elementi significativi dello sviluppo motorio, in particolare analizzando lo sviluppo della manipolazione, in quanto una delle funzioni fondamentali nell’organizzazione neuromotoria del bambino nel primo anno di vita. Questa tesi ha lo scopo di dimostrare il modo in cui il SNC lavora nella costruzione della funzione.
Lo sviluppo della funzione parte infatti da una grande variabilità individuale di possibilità motorie per arrivare a selezionare la strategia più idonea all’attore, allo scopo e all’ambiente.
Questa ipotesi ci permetterà di dare una diversa impostazione all’approccio riabilitativo che dovrà essere in grado di fornire al bambino con PCI molteplici possibilità di movimento e di azione in modo che lui stesso possa selezionare la modalità a lui più idonea, efficace ed economica e che quindi rispetti l’organizzazione del suo SNC.
I quesiti e le considerazioni formulate sono state possibili grazie all’osservazione delle videoregistrazioni di 7 casi clinici, rappresentati da 5 bambine e 2 bambini scelti occasionalmente, per ognuno dei quali è stata compilata una tabella in cui sono descritte le caratteristiche più significative per ogni età presa in considerazione.
Lo strumento della videoregistrazione ci ha offerto la possibilità di catturare situazioni e immagini, di rivisitarle e di rielaborarle nonché di confrontarle sia in senso longitudinale, cioè nel singolo bambino, che nei diversi bambini.
L'osservazione ha confermato che alla stessa età cronologica è comune l'esigenza, ma la modalità per assolverla è individuale e peculiare di ogni bambino e spesso riconoscibile durante il suo sviluppo.
In specifico, per quel che riguarda l'evoluzione della manipolazione abbiamo individuato alcuni elementi a nostro parere molto significativi e sui quali è importante porre l'attenzione in quanto possono rappresentare implicazioni sul piano riabilitativo come ad esempio l’asimmetria, il ruolo della funzione visiva, la postura in relazione al gesto, la scelta del giocattolo e l’utilizzo di uno strumento, la differenziazione nell’utilizzo dei due arti, il processo di imitazione, lo stile di ogni bambino. La normalità quindi si può leggere in molti modi differenti. Questo lavoro ci ha dato l'opportunità di vederla e valutarla secondo la prospettiva dell'esigenza del bambino. E' infatti l'esigenza che accomuna il bambino sano a quello patologico e saperla leggere aiuta il fisioterapista a formulare proposte coerenti per quel bambino con quella data patologia in quel dato momento del suo sviluppo. Nel bambino sano è molto grande la variabilità delle combinazioni motorie, la ricchezza del repertorio e l'utilizzo delle risorse e saperle riconoscere aiuta a creare alternative utili nella patologia, permettendoci di avvicinarci a questa con una maggiore ricchezza di percorsi.
L'estrema variabilità dello sviluppo del bambino sano influenzata dalle caratteristiche genotipiche, fenotipiche ed ambientali non ci permette più di vedere lo sviluppo per tappe evolutive standardizzate ma come espressione dello scopo che il bambino vuole raggiungere. Questa evidenza ci costringe a valutare lo sviluppo neuromotorio del bambino patologico non più come sequenza temporale di atti motori rigidi e prefissati, ma bensì come l'espressione di esigenze che possono essere soddisfatte solo attraverso strade tracciate dalla patologia.
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Informazioni tesi
Autore: | Silvia Lombardi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Parma |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Fisioterapia |
Relatore: | Isabella Mora |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 135 |
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