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Educazione sessuale nelle scuole: prevenire... è meglio che curare

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sancisce il diritto di tutti i cittadini all’informazione, all’educazione, all’accesso per la salute riproduttiva e il diritto di essere liberi da coercizione, discriminazione e violenza. L’educazione sessuale,
secondo gli standard OMS, dovrebbe iniziare precocemente nell’infanzia e continuare nell’adolescenza per proseguire poi durante la vita adulta. Nel nostro Paese il dibattito sull'introduzione dell'educazione sessuale risale ai primi anni del '900. Nonostante in Italia vi sia stato un incessante susseguirsi di proposte di legge sul tema dell'inserimento dell'educazione sessuale nella scuola, nessuna proposta si è trasformata in legge effettiva e le singole realtà locali hanno affrontato la questione secondo approcci differenti. Negli ultimi anni si è assistito, anche nella provincia di Parma, ad un costante aumento del numero d’interruzioni di gravidanza e di gravidanze portate a termine da donne con età inferiore ai 20 anni. Il presente studio verte sull’analisi delle modalità con cui viene affrontato il tema dell’educazione sessuale nelle scuole medie superiori di Parma e Provincia.
Questa analisi è stata svolta prendendo in considerazione gli Istituti secondari di secondo grado paritari. È emerso un panorama variegato che ha evidenziato la necessità di formazione degli studenti in merito agli aspetti cognitivi, emotivi, sociali, relazionali e fisici della sessualità. Occorre supportare i ragazzi nel periodo del cambiamento, fornendogli gli strumenti per avere una maggiore consapevolezza di sé e degli altri individui, per favorire un miglior rapporto interpersonale e per consentire uno sviluppo adeguato dei primi legami affettivi e sessuali. Particolare attenzione deve essere prestata all’informazione sulla prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili e delle gravidanze indesiderate.

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1 1. INTRODUZIONE I dati ISTAT relativi all’andamento dei parti e delle Interruzioni volontarie di gravidanza nelle ragazze con età inferiore ai 20 anni 1 indicano che il numero di adolescenti che si trova ad affrontare una gravidanza non desiderata non è andato diminuendo negli ultimi 15 anni. A fronte di questi dati allarmanti si impone la necessità di una riflessione critica rispetto alle modalità di svolgimento dei programmi di educazione sessuale nel territorio italiano, in particolar modo nel territorio di Parma e Provincia. La tesi si suddivide in due parti: la prima parte si pone l’obiettivo di esaminare tutte le proposte di legge che sono state avanzate dall’inizio del ‘900 sino ad oggi, senza mai essere approvate e diventare legge effettiva. Si è andato quindi a verificare l'aspetto legislativo che ordina questa materia. Sono state analizzate le linee guida proposte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che sancisce il diritto di tutti i cittadini all’informazione, all’educazione, all’accesso per la salute riproduttiva e il diritto di essere liberi da coercizione, discriminazione e violenza. Nella seconda parte della tesi sono state analizzate le modalità con cui si insegna l’educazione sessuale all’interno degli Istituti Secondari di Secondo Grado paritari di Parma e Provincia con almeno 800 iscritti per l’anno scolastico 2015/2016. Sono stati esaminati i diversi programmi di educazione sessuale presenti sul territorio parmense elaborati all’interno del Servizio Sanitario Nazionale. Sono stati quindi individuati dieci Istituti all’interno dei quali svolgere l’indagine: uno non ha partecipato allo studio; i restanti nove sono composti da cinque Licei e quattro Istituti Tecnici. 1 Fonte dati Istat

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Parole chiave

scuola
educazione sessuale
ostetricia
gravidanza
cyber-bullismo
sexting
leggi sull'educazione sessuale
infezioni sessualmente trasmissibili
gravidanza adolescenti

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