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Il materno e il femminile al test di Rorschach. Studio del vissuto di maternità in un campione di madri portoghesi

L’ipotesi a sostegno del progetto di ricerca ha come obbiettivo quello di esplicitare, attraverso l’individuazione trasversale di linee teoriche di convergenza, in soggetti adolescenti ed adulti, come il vissuto di maternità possa essere correlato e dipendente da strutture psichiche interne, emozionali/relazionali, che si propone d’individuare nel materno e nel femminile.
Partirò, quindi, da una prospettiva storico-evolutiva dei concetti femminile-materno all’interno della teoria psicoanalitica, essenziale per la comprensione di tale concetto, per poi giungere ad evidenziare come l’attività del pensiero e del suo risuonare internamente, da cui origina il sentimento, riposi su un’esperienza affettiva dove il materno-femminile si costituiscono attraverso una relazione contenente/contenuto, mediata dal meccanismo di identificazione proiettiva, in modo tale da promuovere l’attribuzione di significato interno all’esperienza emozionale/relazionale.
Considererò, in seguito, la possibilità di riattualizzare e indagare tale processo psichico attraverso la somministrazione del test di Rorschach, strumento ritenuto adeguato nell’evidenziare la natura e le peculiarità ad esso soggiacenti.
L’ipotesi, pertanto, considera primariamente come sia dalla capacità di essere che si stabilisce il sentimento di esistere, così come la capacità per realizzare/creare (Winnicott, 1971/1975).
Tale capacità di essere, di esistere e di creare conduce, poi, alla possibilità di esprimere il vissuto dell’essere e di realizzare sessuato, attivo/passivo, interattivo e intersoggettivo, vissuto che si rileva nella relazione con l’oggetto, con l’altro, lui anche sessuato, attivo/passivo, interattivo e intersoggettivo.
Analogamente sembra plausibile supporre che il sentimento di maternità si sviluppi a partire dalla capacità di essere madre, capacità che rimanda alla prima dimensione, relativa al sentimento di essere/realizzare sessuato, e ad una seconda, con cui entra in relazione/integrazione, che riguarda il femminile/materno, considerato nei suoi aspetti di fecondità e compiutezza (M. E. Marques, Feminino, fecundo e finito; 1996) in quanto elemento a sua volta in relazione/integrazione sia con il maschile che con il materno ed il paterno.
La prima dimensione pone in gioco l’identità, in quanto presupposto per operare la separazione io/non io che guida, espone ed apre la strada alla relazione d’oggetto, ovvero alla relazione del soggetto con il mondo.
Tale relazione, originatasi dal sentimento di esistere, porta alla capacità di creare, possibile solo a partire dalla capacità di preservare un oggetto interno, di essere contenente e, in seguito, allo stesso tempo, grazie a meccanismi designati come proiezione, introiezione e identificazione proiettiva, di organizzare contenuti ed una relazione con l’altro.
La teoria psicoanalitica considera tali assunti attraverso l’esplicitazione della natura delle relazioni precoci con la figura materna e paterna, e la costituzione delle rispettive immagini sottostanti l’identificazione in senso allargato, ovvero primaria (identità soggettiva), e secondaria (edipiana); fondanti e inauguranti, a loro volta, singolarità e individualità.
Quanto alla seconda dimensione, che sotto la designazione di femminile/materno vuole considerare e condensare la sessualità e la relazione, espressione del vissuto dell’essere, porta a riflettere sul maschile ed il femminile nelle relazioni con l’attivo ed il passivo, l’interattivo e l’intersoggettivo, dimensioni correlate, in quanto comportamenti rivolti verso il mondo esterno, alle relazioni rivolte verso il mondo interno, a loro volta originatesi dall’intrinsecarsi dei moti pulsionali libidinali e aggressivi.
L’assimilazione dei concetti femminile-maschile a quelli di identità-identificazione costituisce la base su cui la scuola francese di Rorschach-Rausch de Traubenberg (1990); Boizou, Chabert & Rausch de Traubenberg (1978); Chabert (1983), costruisce la sua analisi.
Nel nostro studio tenteremo di esemplificare, ampliare e descrivere tali nozioni, grazie all’attenzione particolare che offrono relativamente all’esistenza di uno spazio mentale del materno e del femminile in quanto costituenti il sentimento dell’essere e dell’essere con, sviluppato a partire dalla relazione oggettuale più antica – primaria, neonato/seno materno – attraverso un gioco di percezioni e proiezioni.
A partire da qui, infatti, si muovono i primi passi verso la creazione e strutturazione di un apparato del pensare e di pensieri, di uno spazio capace di procedere al legame, alla trasformazione, creazione e ri-creazione di elementi estranei, non compresi e non integrati, in elementi poi utilizzabili nel sogno e nel pensiero cosciente, contribuendo alla formazione di un nuovo oggetto arricchito e arricchente, a fondamento della conoscenza e della crescita di tutta l’attività mentale.

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3 Introduzione Presentazione dello studio L’ipotesi a sostegno del progetto di ricerca ha come obbiettivo quello di esplicitare, attraverso l’individuazione trasversale di linee teoriche di convergenza, in soggetti adolescenti ed adulti, come il vissuto di maternità possa essere correlato e dipendente da strutture psichiche interne, emozionali/relazionali, che si propone d’individuare nel materno e nel femminile. Partirò, quindi, da una prospettiva storico-evolutiva dei concetti femminile- materno all’interno della teoria psicoanalitica, essenziale per la comprensione di tale concetto, per poi giungere ad evidenziare come l’attività del pensiero e del suo risuonare internamente, da cui origina il sentimento, riposi su un’esperienza affettiva dove il materno-femminile si costituiscono attraverso una relazione contenente/contenuto, mediata dal meccanismo di identificazione proiettiva, in modo tale da promuovere l’attribuzione di significato interno all’esperienza emozionale/relazionale. Considererò, in seguito, la possibilità di riattualizzare e indagare tale processo psichico attraverso la somministrazione del test di Rorschach, strumento ritenuto adeguato nell’evidenziare la natura e le peculiarità ad esso soggiacenti. L’ipotesi, pertanto, considera primariamente come sia dalla capacità di essere che si stabilisce il sentimento di esistere, così come la capacità per realizzare/creare (Winnicott, 1971/1975). Tale capacità di essere, di esistere e di creare conduce, poi, alla possibilità di esprimere il vissuto dell’essere e di realizzare sessuato, attivo/passivo, interattivo e intersoggettivo, vissuto che si rileva nella relazione con l’oggetto, con l’altro, lui anche sessuato, attivo/passivo, interattivo e intersoggettivo. Analogamente sembra plausibile supporre che il sentimento di maternità si sviluppi a partire dalla capacità di essere madre, capacità che rimanda alla prima dimensione, relativa al sentimento di essere/realizzare sessuato, e ad una seconda, con cui entra in relazione/integrazione, che riguarda il femminile/materno, considerato nei suoi aspetti di fecondità e compiutezza (M. E. Marques, Feminino, fecundo e finito; 1996) in quanto elemento a sua volta in relazione/integrazione sia con il maschile che con il materno ed il paterno.

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